Scende il numero dei detenuti in Europa, ma in Italia carceri sempre sovraffollate

Maurizio Stefanini

La criminalità sta riducendosi sempre di più, e anche la quantità di persone che si trova in galera è scesa a livelli record. I dati Eurostat

Roma. Le campagne elettorali spesso battono sulla percezione opposta, ma la verità è che in Europa la criminalità sta riducendosi sempre di più, e anche il numero dei detenuti è sceso a livelli record. Lo attestano i dati Eurostat appena resi noti, secondo cui i 495.000 “ospiti” delle carceri dell’Unione europea nel 2018, 111 per ogni 100.000 abitanti, rappresentavano la più bassa proporzione “dall’inizio del secolo”.

   

Ovviamente la cifra varia poi a seconda dei singoli paesi: dai 230,87 della Lituania ai 53,63 della Finlandia. Con 101,07 l’Italia si trovava 16esima su 27. Tra 1993 e 2012 il numero dei detenuti era aumentato del 24 per cento, fino a 553.000. Poiché nel frattempo la popolazione era aumentata del 4,4 per cento, la proporzione di detenuti era salita da 106 su 100.000 abitanti del 1993 a 126 del 2012. Ma da allora c’è stato un calo del 10 per cento.

   

“Una delle maggiori cause dell’aumento dei detenuti tra 1993 e 2012 era stato un proporzionale aumento di gravi crimini per tutta l’Europa”, spiega il rapporto. In realtà il calo dei crimini degli ultimi anni è in proporzione superiore al calo dei detenuti, perché chi ha ricevuto condanne pesanti allora ovviamente sta ancora dentro. C’è invece un lieve aumento nella proporzione di detenute donne: dal 5 per cento del 2008-13 al 5,2 del 2014-18. Ma col 4,2 per cento l’Italia è al sestultimo posto.

 

Il problema dell’Italia si conferma quello delle carceri sovraffollate, già oggetto di varie condanne europee. Con il 115 per cento siamo infatti i quarti in classifica, dietro al 136 dell’Austria, 121 dell’Ungheria e 117 della Francia. Il rapporto attesta che tra 2008 e 2018 la nostra capacità carceraria è aumentata, e di conseguenza il sovraffollamento tra 2010 e 2015 si è ridotto. Ma c’è ancora. L’Italia spende comunque un decimo di punto più della media dell’Eurozona sia come ordine pubblico in genere (1,8 contro 1,7 per cento) sia nelle carceri (0,2 contro 0,1).

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