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Con il nuovo decreto, sanzioni depenalizzate

David Allegranti

Non c'è più la sanzione penale, ma solo amministrativa. Non potevano pensarci prima di ingolfare le procure?

Roma. Finiranno con un’archiviazione o un proscioglimento tutte quelle denunce fatte in violazione delle norme per fronteggiare l’emergenza coronavirus perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 marzo e in vigore da stamattina, 26 marzo, ha infatti depenalizzato il reato, finora punito in violazione dell’articolo 650 del codice penale (che prevede anche l’arresto). Bel colpo insomma. Peccato che le procure nel frattempo siano state ingolfate da denunce, con parte del personale al lavoro in smart working.

  

“Fino al 24 di marzo abbiamo controllato come sistema di sicurezza oltre 2 milioni e mezzo di persone e abbiamo rilevato 110 mila comportamenti non corretti, quindi sanzionabili con il 650”, ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli in un’intervista a SkyTg24. “Qual è oggi la situazione? La situazione è che questo articolo 4 del decreto legge 19 stabilisce che non c’è più un reato penale (i reati sono sempre penali, ndr). C’è un comportamento sanzionabile con una ammenda, con una sanzione amministrativa”, che va dai 400 ai 3.000 euro.

 

Il decreto però stabilisce anche un’altra cosa: e cioè che le disposizioni, c’è scritto all’articolo 4, “che sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà”, cioè 200 euro. Domanda: ma il governo non ha dei consiglieri giuridici? Avrebbe potuto pensare fin da subito a una sanzione amministrativa anziché intasare le procure di denunce. Qualche procuratore peraltro non vedeva l’ora di lavorare molto con questi reati. A Bari, un decreto del Procuratore capo del 20 marzo scorso ha individuato tra i “settori di attività essenziali di questo ufficio di Procura” anche l’Ufficio Affari Semplici e di Pronta Definizione, “con riferimento specifico alle richieste di decreto penale per l’articolo 650 C.P. a carico di soggetti denunciati perché sorpresi in violazione delle prescrizioni imposte per il contrasto alla diffusione del coronavirus”. Adesso però, purtroppo per lui, gli resteranno solo le archiviazioni e le scartoffie da compilare.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.