Elio Lannutti (foto LaPresse)

Lannutti (M5s) condannato per aver diffamato la Banca d'Italia, di nuovo

Luciano Capone

Il “supercompetente” di Di Maio che pensa male e parla peggio

Roma. E alla fine è arrivata un’altra condanna e il motivo è il solito: diffamazione. La prima sezione civile del Tribunale di Roma, con una sentenza depositata il 25 febbraio, ha condannato in primo grado il grillino Elio Lannutti a 20 mila euro (più altri 5 mila euro di spese legali più Iva) di risarcimento a favore della Banca d’Italia. Palazzo Koch aveva citato in giudizio il presidente dell’Adusbef per le ripetute dichiarazioni diffamatorie legate al lancio del suo libro “La Banda d’Italia” – dedicato proprio ai presunti abusi della banca centrale. Durante la presentazione del libro al Senato, il 9 luglio del 2015, in cui erano relatori alcuni parlamentari del M5s come Mario Michele Giarrusso e Gianni Pietro Girotto (attuale presidente della commissione Industria al Senato), Lannutti aveva dichiarato che la Banca d’Italia “è una cupola che persegue l’illegalità”, aggiungendo: “Non possiamo pagare lauti pasti a questi mafiosi che utilizzano la mafia per depredare il risparmio”.

 

 

La campagna denigratoria di Lannutti, che proprio grazie a questo stile aggressivo e diffamatorio è stato eletto dal M5s al Senato nella categoria dei “supercompetenti” scelti personalmente da Luigi Di Maio, è proseguita per tutto il periodo di lancio del libro sui social network con post di questo tenore: “I banchieri protetti da Bankitalia, che truffano e saccheggiano, devono cominciare ad andare in galera”, “Bankitalia difende i loschi interessi delle banche socie”, “un sepolcro imbiancato che pratica l’illegalità per favorire la banche socie”. E ancora: “Bankitalia ha fatto da palo ai crimini bancari che hanno divorato il risparmio”, “Bpvi: Bankitalia e Consob facevano da palo a truffatori seriali!”. Secondo il giudice le dichiarazioni di Lannutti sono “gravemente diffamatorie gratuitamente denigratorie” e hanno “leso un diritto fondamentale qual è quello all’immagine e alla reputazione” dell’istituto di via Nazionale.

 

Per l’agitatore anti-banche non è la prima volta. Già due anni fa, a marzo 2018, è stato condannato dal Tribunale di terni sempre a 20 mila euro (più spese) di risarcimento sempre a favore della Banca d’Italia. In quell’occasione Lannutti, in un post su Facebook e in un’intervista a “Striscia la Notizia” aveva attaccato Palazzo Koch con notizie false e dichiarazioni diffamatorie. Lannutti parlava di 1.000 dirigenti di Banca d’Italia che “hanno una carta di credito che possono spendere fino a 10 mila euro al mese”, commentando: “Banditi d’Italia, peggio dei briganti nell’epoca pre-borbonica” e “sono dei maiali”. Più altre ingiurie (“cleptocrati”) e accuse di “peculato”. Per le affermazioni sulle carte di credito, oltre alla diffamazione, risulta “violato il requisito della verità”. Le accuse erano false. Lannutti ha detto di aver letto la cosa sui giornali, senza approfondire la verità della notizia. E sulle espressioni di “gratuita offensività” si è difeso – in maniera abbastanza singolare – dicendo che “sono maiali” sarebbe “la traduzione in italiano dell’acronimo P.I.G.S. utilizzato in ambito comunitario per indicare i paesi che non hanno i conti in ordine”, ma secondo il giudice “la spiegazione non convince affatto”. Anche perché in un’altra dichiarazione Lannutti aveva definito Bankitalia “la grande meretrice che fa da palo alle ruberie”. Alle due contro Bankitalia, ne va aggiunta una terza – sempre per diffamazione – nei confronti della Consob. All’epoca, nel 2016, Lannutti tentò inutilmente di far valere un’immunità parlamentare scaduta, cosa che che non gli evitò una condanna a 15 mila euro (più spese). La diffamazione è un problema ricorrente per Lannutti anche sul versante penale, perché attualmente è indagato per diffamazione aggravata dall’odio razziale, su denuncia della Comunità ebraica, a causa del suo famigerato tweet sui “Protocolli dei Savi di Sion”.

 

Lannutti è un uomo di punta del M5s, molto stimato da Beppe Grillo, e fino a poco fa l’uomo scelto dai colleghi di partito per la presidenza della Commissione d’inchiesta sulle banche. Ha dovuto rinunciarci per l’opposizione degli altri partiti di maggioranza e al suo posto il M5s ha indicato Carla Ruocco, che di Lannutti ha una grande considerazione: “Elio è immenso”. Nella sua capacità di insultare e diffamare sicuramente.

Di più su questi argomenti:
  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali