Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Banche e demagogia: ascoltare Mattarella

Redazione

La commissione d’inchiesta è una sciocchezza più pericolosa di Lannutti

Il problema della commissione di inchiesta sulle Banche non è Elio Lannutti, che alla fine è stato costretto a un passo indietro. Il senatore del M5s è un problema in sé, in primis per le istituzioni in cui rappresenta la nazione e poi per il partito che lo aveva candidato per un ruolo così delicato, nonostante nella sua carriera dentro e fuori dalle istituzioni abbia costantemente diffuso odio, diffamazioni, teorie complottiste, arrivando a rimestare nelle teorie antisemite e perfino a definire “padrino” il presidente della Repubblica. Il vero punto è che il M5s, che addirittura proponeva questo soggetto come possibile candidato al Quirinale, ha visto in lui l’incarnazione di una commissione che ha come fondamento psicologico e matrice ideologica proprio il lannuttismo. E come obiettivo la costruzione di una specie di tribunale del popolo in grado di fare processi sommari e mediatici su questioni molto delicate, di cui peraltro già si occupano i tribunali veri. Bisognerebbe chiedersi a cosa servono, quindi, le commissioni di inchiesta. La storia repubblicana ci suggerisce una risposta: a niente. Nel caso di quella sulle banche, ce n’è già stata una, che è terminata con una risoluzione conclusiva che prevedeva 22 proposte per migliorare il sistema (migliori scambi informativi tra vigilanti e maggiori poteri ispettivi, porte girevoli, competenze nei cda e via di seguito). Forse, prima di aprirne un’altra sarebbe interessante se il Parlamento si chiedesse cosa è stato fatto dopo la prima e facesse le opportune correzioni. Anche perché, e questo è il rischio ulteriore, è che la commissione d’inchiesta si trasformi in una sorta di tribunale permanente che – anziché guardare all’indietro cos’è accaduto e cosa non è andato – si occupa dell’attualità, portando a una politicizzazione delle crisi bancarie in corso che ne renderebbe più difficile e complicata la risoluzione. “Preparare il futuro – ha detto il presidente Mattarella – significa indicare un metodo base per risolvere i tanti problemi, anche gravi, che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso”. Vale anche, ma forse soprattutto, per le banche.