I pm non mollano e chiedono di continuare la caccia alla Xylella

Redazione

I titolari dell'inchiesta chiedono un'ulteriore proroga per continuare ad indagare. Avevano già ottenuto sei mesi aggiuntivi scaduti lo scorso 17 luglio

Una proroga, ancora una. L'ultima. Il Foglio lo aveva scritto lo scorso 18 luglio. Il giorno prima, ad un anno e mezzo dall'inizio delle indagini, erano scaduti i 6 mesi di proroga richiesti dai pm titolari dell'inchiesta sulla Xylella. E la domanda che ci eravamo posti, anche alla luce del fatto che l'Unione europea spingeva per una procedura d’infrazione per la mancata attuazione delle misure di prevenzione, era semplice: sono state trovate prove o si andrà verso l’archiviazione?

 

 

La risposta è arrivata oggi. I pm non hanno alcuna intenzione di mollare. Anzi, la procura di Lecce ha chiesto un'ulteriore proroga (non potrà più chiederne altre ndr). I pubblici ministeri, Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, hanno deciso di non archiviare il fascicolo aperto nel 2015 chiedendo al gip di poter continuare ad indagare su tre dei dieci, tra ricercatori e funzionari, già iscritti sul registro degli indagati. Non è chiaro cosa succederà agli altri. Di certo c'è che elementi eventualmente raccolti in questa nuova tranche d'indagine, non potranno essere utilizzati come prova della loro colpevolezza.

Dopo l'estate gli investigatori della Forestale depositeranno ai Pm l'informativa finale sulla quale stanno ancora lavorando. L'ipotesi di reato resta quella di diffusione colposa di malattia delle piante.

Insomma, non importa che la Ue ci chieda di fare in fretta, né che il batterio continui a diffondersi. La caccia (alle streghe) deve proseguire.

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