Le (non) pugnalate alle spalle a Cerci

Simonetta Sciandivasci
Al posto del cuore, l’ex granata adesso rossonero Alessio Cerci ha una Tav Torino-Milano privata (speriamo che Erri De Luca non lo scopra). Concepisce solo alta velocità, non alta fedeltà e dunque non si capacita dei fischi recapitatigli dalla curva del Toro.

    Al posto del cuore, l’ex granata adesso rossonero Alessio Cerci ha una Tav Torino-Milano privata (speriamo che Erri De Luca non lo scopra). Concepisce solo alta velocità, non alta fedeltà e dunque non si capacita dei fischi recapitatigli dalla curva del Toro durante la partita contro il Milan, definendoli “una pugnalata alle spalle”. Star fuori dalle curve, lo sappiamo per esperienza, facilita l’agnosticismo libertario e quindi l’assoluzione del mercenarismo. Tuttavia, Giulio Cesare dixit, si ama (noi diremmo si capisce) il tradimento ma si odiano i traditori: pur avendo reso possibile il compimento della volontà di Dio, Giuda non è stato scagionato dalla chiesa.

     

    Figuriamoci se Cerci, che di alti fini non sembra (legittimamente) averne, può ambire alla riabilitazione. Oltre a una Tav emotiva, sul suo cuore staziona un tatuaggio con data e minuto del gol con cui portò il Toro alla vittoria contro il Genoa: è già tanto che il popolo granata non abbia fabbricato un laser speciale per rimuoverglielo dalla curva. Noi gliel’avremmo strappato via a morsi.