Mattarella e Macron celebrano l'amicizia “indistruttibile” tra Italia e Francia

Il Capo dello Stato ad Amboise per i 500 anni dalla morte di Leonardo: “Non c’è bisogno di fare la pace. I rapporti sono storicamente solidi e profondi”

Mauro Zanon

Chambord. Non chiamatele prove di riconciliazione, “non c’è bisogno di fare la pace”, ha detto il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, “perché i rapporti sono storicamente solidi e così profondi che sono stati sempre di straordinaria eccellenza” e “l’amicizia tra Francia e Italia che oggi viene riconfermata dal presidente Macron e da me è a prova di qualunque forza”.

 

Il capo dello stato italiano sbloccò a febbraio la crisi diplomatica tra Roma e Parigi, scoppiata in seguito all’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico italiano Luigi Di Maio e l’ala golpista dei gilet gialli guidata da Christophe Chalençon, e oggi, a Amboise, in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, ha ribadito assieme all’inquilino dell’Eliseo quanto sia importante andare avanti mano nella mano, dimenticare le frizioni degli ultimi tempi e celebrare assieme la “cultura europea” di cui il genio toscano fu una delle massime espressioni.

 

“In quelle epoche formidabili in cui l’umanità è profondamente cambiata, l’intelligenza e il meglio dei nostri due paesi hanno saputo mettersi assieme. Questo fa sì che il legame tra Francia e Italia e tra i nostri concittadini sia indistruttibile”, ha dichiarato Macron, dopo essersi raccolto con il suo omologo italiano davanti alla tomba di Leonardo da Vinci, ospitata nella cappella Saint-Hubert del castello del Clos Lucé. Dopo aver pranzato nel château dove Leonardo Da Vinci, nato nel 1452, passò gli ultimi tre anni della sua vita ospitato dal re Francesco I, Macron e Mattarella hanno incontrato i cinquanta promotori del programma “Viva Leonardo da Vinci! 500 ans de Renaissance en Centre-Val de Loire”.

 

“Il Rinascimento è stato un momento rivoluzionario”, ha detto Stéphane Bern, incaricato da Macron di studiare i modi per salvaguardare il patrimonio francese e grande studioso del Rinascimento italiano. E ancora: “Oggi, ancor di più, i valori dell’umanesimo devono essere la nostra guida in Europa”. Il presidente francese ha poi voluto sottolineare la felicità “di ricevere oggi il presidente Mattarella e sua figlia per rendere omaggio alla memoria di Leonardo da Vinci per i 500 anni della sua scomparsa, ma anche a questo legame che coloro che hanno saputo inventare, fare, dirigere hanno creato tra i nostri due paesi”.

 

“L’epoca del Rinascimento è stato un momento molto forte di amicizia tra Italia e Francia, in cui un genio del Rinascimento è venuto a concludere i suoi giorni in Francia su invito di un giovane re francese, e che abbiamo potuto ritrovare attraverso i nostri passi fin da Carlo VIII e passando attraverso Luigi XII, che non hanno cessato di essere affascinati e di andare verso l’Italia. Credo che questa sia la nostra visione comune delle relazioni tra i due paesi”, ha aggiunto il capo dello stato. 

 

“Renaissance”, Rinascimento, è anche il nome della lista della République en marche alle europee, è il cuore del manifesto macronista per la rifondazione dell’Europa ed è la parola che oggi è stata pronunciata più volte assieme all’altro verbo simbolo del macronismo, “bâtir”, costruire. “Costruire è un gesto di pace”, ha detto Renzo Piano, protagonista di uno dei quattro atelier che hanno coinvolto a Chambord seicento studenti francesi e italiani (gli altri tre sono stati animati dallo scrittore Alessandro Baricco, dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti e dal suo collega francese Thomas Pesquet, e dalla fisica Fabiola Gianotti, attuale direttrice generale del Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare).

 

L’architetto genovese, che a Parigi ha realizzato, quando aveva appena trent’anni, una delle sue opere più importanti, il Centre Pompidou, ha insistito molto sul tema della bellezza. “Non dobbiamo soltanto osservarla, la bellezza. Dobbiamo reclamarla”, ha spiegato, prima di aggiungere: “È una parola che ci sfugge per pudore, si enuncia e sparisce come un uccello del paradiso. Ci è stata sottratta ed è stata trasformata in mero strumento di seduzione. L’idea di bellezza ci appartiene, ma quella vera, quella profonda. È qualcosa che non si vede e lo diceva anche il Piccolo Principe: ‘L’essenziale è invisibile agli occhi’. La bellezza ci tiene uniti in maniera indissolubile”. Una studentessa francese, dopo il “Va' pensiero” verdiano intonato dalle voci bianche della Scala di Milano, ha detto che Leonardo è stato un “bâtisseur de la pensée et de l’armonie”, un costruttore del pensiero e dell’armonia. La fisica Fabiola Gianotti, invece, ha tenuto a ricordare che “Leonardo è stato l’esempio più brillante di conciliazione tra arte e scienza”, mentre lo scrittore Alessandro Baricco lo ha definito “il genio dell’esattezza”.