Giovanni Reale

Giovanni Reale, tra Socrate e Platone

Davide D'Alessandro

Grazie a “La nave di Teseo”, i due grandi maestri del pensiero filosofico rivivono sotto la penna di un grande maestro del nostro tempo, scomparso cinque anni fa. Alla scoperta della sapienza umana, alla ricerca della sapienza segreta, la filosofia ha ancora senso perché ci sono questi libri che, ripubblicati, non smettono di darle senso

A cinque anni dalla morte di Giovanni Reale, che insegnò a lungo Storia della filosofia antica all’Università Cattolica di Milano, dove fondò il Centro di ricerche di metafisica, dobbiamo lodare il pregevole lavoro de “La nave di Teseo”, intenta a ripubblicare le sue opere in una nuova edizione. Così, davanti ai miei occhi, s’impongono Socrate. Alla scoperta della sapienza umana e Platone. Alla ricerca della sapienza greca, i primi due sontuosi volumi che celebrano e non smettono di far vivere uno dei nostri filosofi più importanti, dal pensiero raffinato e dalla scrittura tersa, che nulla cede allo spettacolo e men che meno alla tentazione di stupire. Giovanni Reale ha lasciato delle autentiche perle, lavoratore certosino e infaticabile, chino sui libri dei grandi per restituirceli nella loro essenza. Nell’introduzione al volume su Platone, l’autore avverte: “Questo mio libro costituisce non solo la summa, ma, sotto certi aspetti, il completamento di tutti i miei precedenti lavori, con alcune novità, che ritengo di un certo rilievo. Ricordo di avere già curato la pubblicazione di una sessantina di opere su Platone e sulla storia del platonismo (del neoplatonismo pagano e di quello tardo-antico-cristiano), presentando in italiano una nuova serie di cospicui lavori a livello internazionale, alcuni dei quali composti dagli autori su mio invito e da me personalmente tradotti e introdotti. I risultati delle mie ricerche personali precedenti a questo lavoro sono contenuti soprattutto nell’opera Per una nuova interpretazione di Platone, nonché nel volume in cui presento Tutti gli scritti di Platone e nel commentario al Fedro. Le novità che presento in questo nuovo libro, compresi i richiami sintetici delle precedenti acquisizioni, ruotano sostanzialmente intorno a una idea centrale, che ho a lungo meditato, ma che ho maturato solamente negli ultimi tempi, dopo una serie di ricerche e di verifiche condotte a vari livelli”, per cui “l’obiettivo principale di questo mio libro, frutto ormai di più di una quarantina di anni di studi platonici, vuole essere quello di fornire alcuni contributi per la rettifica di quei parametri, e di ricostruire i tratti di Platone come ‘scrittore’, come ‘poeta’ e come ‘mitologo, oltre che come ‘pensatore’. Sono tratti assai più ricchi e più complessi di quanto molti pensano, e che non hanno uguale. Io ho infatti la ferma convinzione che, come Reinach afferma, Platone sia ‘il più grande filosofo in assoluto’ finora comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può mai avere fine”.

In effetti, occorre perdersi tra le pagine su Platone per cogliere la potenza di un pensiero che non muore, dal modo provocatorio con cui Platone difende la scrittura e si presenta come vero maestro dell’arte dello scrivere, all’uomo a due dimensioni, natura e significato dell’anima e della virtù, per giungere alle grandi metafore e miti emblematici che esprimono il significato della vita e del filosofare e i destini dell’uomo secondo Platone.

E che dire del volume su Socrate? Che dire dell’uomo che, per Reale, “è una figura misteriosa che costituisce una sorta di enigma, assai difficile da risolvere. Tutto il pensiero socratico ruota intorno a una sola idea centrale, ma si tratta di un’idea che ha cambiato la storia spirituale dell’Occidente”? Le pagine sul “conosci te stesso” sono ammirabili, quelle sull’ironia, la dialettica electica e la maieutica difficilmente ripetibili, quelle sulla dimensione del religioso in Socrate e di Santippe come controfigura di Socrate ci lasciano il sapore dolce-amaro. Dolce perché non fanno che illuminarci e invitarci a ulteriori approfondimenti, amaro perché vorremmo chiedere ancora tanto a Reale e non possiamo farlo.

Socrate, confessò Nietzsche, gli era talmente vicino, che doveva quasi sempre combattere contro di lui. È una frase straordinaria, non a caso posta a esergo di un volume di rara intensità. Ancora grazie a “La nave di Teseo”, poiché Socrate e Platone raccontati da Reale, spiegati da Reale, vissuti da Reale rappresentano i maestri per sempre di un maestro per sempre, soprattutto in un’epoca in cui abbondano i chiacchieroni e scarseggiano i maestri. Non si sbagliava Werner Beierwaltes quando paragonava l’opera di Reale a quella di Marsilio Ficino, come ricorda l’allievo e collaboratore Giuseppe Girgenti. Sì, Giovanni Reale è stato il Marsilio Ficino del XXI secolo.