Europa ore 7
La nuova Commissione von der Leyen prende forma. A che punto siamo
Proseguono i lavori verso il prossimo esecutivo europeo, non senza intoppi. La presidente preme per garantire la parità di genere in un gruppo che sarà composto principalmente da uomini. Fra loro nessun Verde ma parecchi conservatori, appartenenti a quei partiti che a luglio hanno votato contro un bis di Ursula
La prossima Commissione
Ursula von der Leyen è stata convocata mercoledì davanti alla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo per discutere della struttura e dei portafogli della nuova Commissione. Non è ancora certo che sarà in grado di presentare la sua squadra. Ma difficilmente l'Ue può permettersi ritardi significativi. Il Parlamento europeo deve verificare potenziali conflitti di interessi e interrogare i candidati commissari in una serie di audizioni. Per entrare in funzione il primo novembre, la nuova Commissione deve ottenere la fiducia entro la sessione plenaria del Parlamento europeo del 21-24 ottobre. La scorsa settimana diversi deputati hanno sollevato dubbi sulla possibilità di rispettare le scadenze, sollevando la prospettiva di uno slittamento al primo dicembre. Ma le incertezze legate alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti incoraggiano ad accelerare.
Sono David Carretta e questo è un estratto di Europa Ore 7 di lunedì 9 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per ricevere la newsletter integrale nella tua casella di posta elettronica puoi iscriverti qui. È gratuito.
I nomi della prossima Commissione
Ursula von der Leyen non ha ancora tutti i nomi dei componenti del prossimo collegio. Il candidato nominato dalla Slovenia, Tomaz Vesel, venerdì si è ritirato per divergenze con la stessa von der Leyen. In realtà la presidente della Commissione sta facendo pressioni su alcuni governi per cambiare il candidato uomo con una donna. La Bulgaria è l'unico paese che ha risposto positivamente alla richiesta di von der Leyen di inviare due nomi – un uomo e una donna – per garantire la parità di genere. Oggi il governo sloveno dovrebbe comunicare il suo candidato. In attesa, ecco tutti i nomi dei commissari designati, i rispettivi paesi e partiti politici europei. Germania: Ursula von der Leyen (Ppe). Estonia: Kaja Kallas (Renew). Austria: Magnus Brunner (Ppe). Bulgaria: Ekatarina Zaharieva (Ppe) e Juliano Popov (Indipendente). Croazia: Dubravka Suica (Ppe). Cipro: Costas Kadis (Ppe). Repubblica ceca: Jozef Sikela (Ppe). Danimarca: Dan Jorgensen (S&D). Finlandia: Henna Virkkunen (Ppe). Francia: Thierry Breton (Renew). Grecia: Apostolos Tzitzikostas (Ppe). Ungheria Oliver Varhelyi (Patrioti). Irlanda: Michael McGrath (Renew). Italia: Raffaele Fitto (Ecr). Lettonia: Valdis Dombrovskis (Ppe). Lituania: Andrius Kubilius (Ppe). Lussemburgo: Christophe Hansen (Ppe). Malta: Glenn Micallef (S&D). Paesi Bassi: Wopke Hoekstra (Ppe). Portogallo: Maria Luis Albuquerque (Ppe). Romania: Roxana Minzatu (S&D). Slovacchia: Maros Sefcovic (S&D). Spagna: Teresa Ribera (S&D). Svezia: Jessika Roswall (Ppe).
Gli equilibri nella prossima Commissione
Salvo cambiamenti dell'ultimo minuto, la Commissione von der Leyen II sarà composta prevalentemente da uomini e conservatori. La parità di genere è lontana. Von der Leyen rischia di non rispettare nemmeno i criteri della direttiva sull'equilibrio tra uomini e donne nei consigli di amministrazione delle società quotate (40 per cento), facendo peggio dei suoi predecessori José Manuel Barroso e Jean-Claude Juncker. Al momento sono inclusi nel collegio 16 uomini e 9 donne. La decima donna potrebbe arrivare grazie alla decisione della Bulgaria di presentare due candidati di sesso diverso. L'undicesima è attesa dalla Slovenia. Anche sul piano politico, la Commissione von der Leyen II è sbilanciata rispetto ai numeri della maggioranza che la sostiene al Parlamento europeo. Il Ppe conta 13 commissari (che probabilmente saliranno a 14 se von der Leyen opterà per la bulgara Zaharieva), i socialisti 5, i liberali 4. Non ci sono commissari Verdi. Per contro l'Ecr e i Patrioti, che hanno votato contro la conferma di von der Leyen, sono rappresentati nel nuovo collegio.