Europa Ore 7

La variante destra nazionalista spaventa (un po') l'Ue

Donald Tusk contro il PiS polacco, la Cdu aumenta il vantaggio sui Verdi. Il Recovery in Lituania, la Germania frena un secondo Recovery. Bettel ricoverato per Covid, la risposta all'Unione Africana sui vaccini da parte dell'Ue

David Carretta

Venerdì 2 luglio è stata firmata da quindici partiti "la Carta dei valori europei", il timore è che formino un gruppo unico al Parlamento europeo, diventando la terza formazione per peso numerico e provocando un piccolo terremoto politico per l'Ue. Ma il testo è piuttosto vago e molti ritengono che le conseguenze sull'Ue sarebbero limitate

Con l'arrivo dell'estate non è solo la variante Delta a spaventare l'Europa. Nel tranquillo pomeriggio di venerdì, mentre Bruxelles si preparava al fine settimana e alla partita Italia-Belgio, all'improvviso è arrivato un comunicato nelle caselle email dei giornalisti: “Firmata la Carta dei valori europei”. Da chi? Sono sedici partiti della destra estrema, nazionalista, identitaria, populista e anti-immigrazione, oggi divisi tra il gruppo Identità e democrazia (dove siedono la Lega e Rassemblement National) e quello dei Conservatori e riformatori europei (dove siedono Fratelli d'Italia Legge e Libertà). Più il Fidesz di Viktor Orbán, che dopo l'uscita dal Partito popolare europeo all'Europarlamento si è ritrovato tra i non-iscritti. “E' un passo concreto che segue il vertice di Budapest organizzato lo scorso aprile con Matteo Salvini, Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki”, ha detto la Lega. Il timore è che i sedici formino un gruppo unico al Parlamento europeo, diventando la terza formazione per peso numerico e provocando un piccolo terremoto politico per l'Ue.

Chi sono i sedici firmatari? Nel gruppo Identità e democrazia sono la Lega di Salvini, il Rassemblement National di Le Pen, la Fpo austriaca, il Vlaams Belang belga, il Partito del popolo danese, la formazione estone Ekkre e il Partito dei Finlandesi. Nel gruppo dei Conservatori e riformatori europei (Ecr) sono il PiS polacco, lo spagnolo VoX, Fratelli d'Italia, Azione elettorale polacca della Lituania, il Partidul National Taranesc Crestin Democrat rumeno. Soluzione greca e il Movimento nazionale bulgaro. Oltre, naturalmente, al Fidesz ungherese. Nel pomeriggio di venerdì, in realtà, i sedici sono diventati quindici. Gli olandesi di JA21 (appena nati da una scissione di un altro partito populista) hanno annunciato via Twitter di non aver firmato. Ci sono anche assenze degne di nota. Sulla Carta non c'è la firma di Alternativa per la Germania, il Partito per la libertà di Geert Wilders e il Forum per la democrazia di Thierry Baudet nei Paesi Bassi e i Democratici svedesi. Mancano anche i portoghesi di Chega, i cechi di Libertà e democrazia diretta,  i croati dell'HKS e i belgo-fiamminghi della N-VA. Nove delegazioni nazionali dell'Ecr hanno pubblicato un comunicato per dire che rimangono “pienamente impegnate per i principi della Dichiarazione di Praga” del gruppo.

I contenuti della Carta sembrano un copia-incolla degli appelli lanciati da Orbán dopo la sua uscita dal Ppe. Il grande interrogativo è se la Carta sarà la base per costituire un gruppo unico al Parlamento europeo. “L'accordo è la prima pietra verso la costituzione di una grande alleanza al Parlamento europeo”, ha spiegato il Rassemblement National di Le Pen in un comunicato. La notizia ha creato molta agitazione negli altri grandi gruppi. I funzionari si sono messi subito a fare i calcoli. Secondo le stime, se si mettessero insieme i quindici arriverebbero a 115 deputati. Abbastanza per superare il gruppo di Renew Europe (che potrebbe essere tentato di riaprire le porte ai deputati del Movimento 5 stelle per recuperare un po' di terreno), ma non sufficienti per diventare la seconda forza dietro al Ppe. Sarebbe comunque un successo per Orbán, Salvini e Le Pen.

La scadenza più importante è quella di metà legislatura a gennaio 2022, quando dovranno essere ridistribuiti tutti gli incarichi. Un gruppo unico delle destre nazionaliste e identitarie complicherebbe il funzionamento del Parlamento europeo con il sistema D'Hondt per attribuire presidenze, vicepresidenze e rapporti nelle commissioni. Un gruppo unico avrebbe altri vantaggi, come un numero più alto di funzionari e finanziamenti più consistenti per l'attività politica comune. Ma diverse fonti ci hanno detto che, almeno per il momento, i quindici non avrebbero intenzione di unirsi al Parlamento europeo. Del resto molti di loro hanno dovuto rassicurare gli altri alleati in Identità e democrazia e nei Conservatori e riformatori europei che per ora le cose non cambieranno. C'è anche scritto nelle ultime righe della Carta: “Ci rivolgiamo a tutti i partiti e gruppi che condividono le nostre idee, con questo documento come base per un lavoro culturale comune, rispettando il ruolo degli attuali gruppi politici”.

Ma quale sarebbe l'impatto di un gruppo unico delle destre nazionaliste e identitarie? Molti analisti e osservatori, ritengono che le conseguenze sul Parlamento europeo e sull'Ue sarebbero limitate. Guardando ai voti espressi nel corso della legislatura, i quindici partiti che hanno firmato la Carta hanno spesso espresso posizioni diverse. Finché si tratta dell'immigrazione sono tutti d'accordo. Molto meno su temi come il Recovery fund o il Green deal. “Non penso che questa alleanza di estrema destra, populista e nazionalista durerà a lungo”, ha detto la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe Garcia Perez: “quelli che sono incapaci di cooperare finiranno con lo scontrarsi a vicenda, come abbiamo già visto in precedenti esperienze simili al Parlamento europeo”.

Del resto il testo della Carta dei valori europei è piuttosto vago. “L'Ue sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla costruzione di un'Europa senza nazionali, puntando alla creazione di un Superstato europeo, alla distruzione o alla cancellazione della tradizione europea, alla trasformazione delle istituzioni sociali e dei principi morali fondamentali”, dice la Carta. In realtà, la novità del documento sta altrove: buona parte dei quindici partiti fino a poco tempo fa sosteneva la necessità di uscire dall'euro e/o dall'Ue. Oggi promette di “riformare insieme l'Unione per il futuro dell'Europa”. Ma occhio all'Italia: Il Foglio spiega cosa significa per il governo Draghi l'alleanza dei nazionalisti dell’Ue a cui partecipano Matteo Salvini e Giorgia Meloni.


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 5 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


Il Donald dell'Ue torna per la battaglia titanica contro il PiS polacco - L'ex premier polacco ed ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha annunciato il suo ritorno alla politica attiva in Polonia per "porre fine all'incubo" della deriva nazionalista e populista del Partito Legge e Giustizia. Tusk, che attualmente è presidente del Partito popolare europeo, ha ripreso la leadership di Piattaforma Civica, il principale partito di opposizione, che si trova in difficoltà nei sondaggi. "Sono di ritorno al 100 per cento", ha detto Tusk in una conferenza stampa sabato. A 64 anni, il suo compito non sarà facile: Tusk deve riconquistare la fiducia dell'elettorato e di potenziali alleati. Un recente sondaggio mostra che il 60 per cento dei polacchi non vuole il ritorno di Tusk. La sua impopolarità è dovuta a diversi fattori: l'aumento dell'età pensionabile quando era primo ministro, uno scandalo di intercettazioni che ha colpito alcuni ministri del suo ultimo governo e la costante propaganda del PiS contro di lui (è stato perfino accusato di essere dietro l'incidente aereo che nel 2010 aveva provocato la morte dell'allora presidente, Lech Kaczynski, gemello del leader di Legge e Giustizia Jaroslaw). "Considero una buona cosa per il paese se qualcuno che ha battuto Kaczynski sette volte ora è pronto a lasciare il suo incarico a Bruxelles per condurre una battaglia titanica per una Polonia democratica ed europea", ha detto Tusk. Le prossime elezioni legislative in Polonia sono previste l'11 novembre 2023.

In Germania la Cdu 10 punti davanti ai Verdi - L'Unione della Cdu-Csu ha aumentato il suo vantaggio sui Verdi a 10 punti percentuali, secondo l'ultimo sondaggio Insa per la Bild am Sonntag in vista delle elezioni legislative del 26 settembre. Rispetto alla scorsa settimana, il blocco conservatore guidato da Armin Laschet è rimasto stabile al 28 per cento, mentre i Verdi hanno perso un punto percentuale registrando il 18 per cento delle intenzioni di voto. La formazione di Annalena Baerbock, che questa settimana è rimasta coinvolta in uno scandalo di presunto plagio, sono tallonati dai socialdemocratici della Spd stabili al 17 per cento. I liberali della Fdp sono rimasti al 12 per cento, mentre l'estrema destra di Alternativa per la Germania ha perso un punto attestandosi al 10 per cento. Rimane ferma e molto indietro l'estrema sinistra della Linke con il 7 per cento.

Via libera al piano di Recovery della Lituania - La Commissione europea venerdì ha dato il via libera al piano nazionale di ripresa e resilienza della Lituania. Le sovvenzioni previste ammontano a 2,2 miliardi di euro, di cui il 38 per cento andrà alla transizione verde e il 32 per cento a quella digitale. Il NextGenerationEu tour di Ursula von der Leyen questa settimana farà tappa a Cipro e in Croazia.

La Finlandia rovina il sogno di un Recovery fund 2.0 - "Quelli che lo sognano possono scordarselo". Così Sanna Marin, il primo ministro della Finlandia, ha risposto in un'intervista a Le Monde alla domanda se sia favorevole a un secondo Recovery fund. "La Finlandia non sosterrà un secondo piano (di Recovery). Non capisco veramente la logica. Perché ne abbiamo bisogno? Non abbiamo ancora usato quello che abbiamo, creato a causa della pandemia, da cui stiamo uscendo", ha spiegato Marin, sottolineando che "i frugali saranno d'accordo con noi". Marin ha anche detto di essere pronta a usare il freno di emergenza per bloccare i fondi del Recovery 1.0 "nel caso in cui uno stato membro non segua le condizioni che abbiamo fissato per l'utilizzo".

La Francia insiste per il Recovery 2.0, la Germania frena - L'intervista a Sanna Marin è stata pubblicata dal Monde venerdì, ma sabato il ministro francese delle finanze, Bruno Le Maire, è tornato alla carica per chiedere un secondo Recovery fund destinato agli investimenti. "Per gli investimenti più grandi, in particolare nella transizione energetica, proponiamo che l'emissione congiunta di debito usata per finanziare i 750 miliardi del Recovery fund diventi un sistema di finanziamento europeo permanente", ha detto Le Maire in un'intervista a Le Parisien. Il ministro tedesco dell'Economia, Peter Altmaier, ha subito raffreddato gli entusiasmi, spiegando che è meglio concentrarsi su "questioni concrete".

Il lussemburghese Bettel ricoverato in ospedale per il Covid - Il primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, ieri è stato ricoverato in ospedale a una settimana dall'annuncio di essere risultato positivo al Covid-19. "Il primo ministro è andato all'ospedale per fare teste a analisi supplementari. Per precauzione, e salvo controindicazione medica, il primo ministro vi resterà sotto osservazione per una durata di 24 ore", ha detto il governo del Lussemburgo in un comunicato. Bettel, che aveva ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, era stato testato positivo al Covid-19 il 27 giugno, due giorni dopo aver partecipato al Consiglio europeo con gli altri capi di stato e di governo dell'Ue.

L'Ue risponde all'Unione Africana sui vaccini - “Non una sola dose, non una sola fiala, ha lasciato le fabbriche europee verso l'Africa”. L'accusa era stata lanciata giovedì da Strive Masiyiwa, miliardario che fa parte dell'African Vaccine Acquisition Trust, un organismo dell'Unione Africana per far arrivare vaccini sul continente. Noi abbiamo chiesto alla Commissione se sia così. “Le parole del rappresentante dell'Unione Africana non sono vere”, ci ha risposto un portavoce: “Più del 40 per cento delle forniture che vengono effettuate via Covax provengono dall'Ue”. Non solo, il Sud Africa è nella top ten dei principali beneficiari delle esportazioni di dosi dall'Ue, con più di 5 milioni di vaccini. A tutto ciò si aggiungono 3 miliardi di contributi finanziari a Covax, la promessa di donare oltre 100 milioni di dosi entro la fine dell'anno e il progetto della Commissione di sviluppare hub per la produzione di vaccini in Africa.

L'Ue preoccupata per le motovedette libiche che sparano - Il Servizio europeo di azione esterna si è limitato a esprimere “preoccupazione” per le immagini di una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica che ha sparato contro un'imbarcazione di migranti nella zona Sar di Malta. “Chiederemo spiegazioni al nostro partner libico nei nostri contatti regolari”, ci ha detto un portavoce del Servizio diretto da Josep Borrell: “Faremo un'indagine su quanto è accaduto”. Il portavoce non ha saputo dire se la motovedetta sia stata finanziata dall'Ue o se i membri della guardia costiera libica a bordo siano stati formati da Irini, la missione navale europea in Libia.


Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 5 luglio

-Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattito sulla Banca europea degli investimenti)

-Commissione: la presidente von der Leyen partecipa al processo di Berlino sui Balcani occidentali

-Commissione: il vicepresidente Timmermans in Corea del sud (fino al 7 luglio)

-Corte dei conti: relazione sull'applicazione del principio "chi inquina paga" nell'Ue

-Eurostat: dati sulla bilancia dei pagamenti nel primo trimestre; dati sui conti delle famiglie e delle imprese nel primo trimestre; stime preliminari delle disuguaglianze di reddito durante la pandemia di Covid

Martedì 6 luglio

-Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul semestre di presidenza della Slovenia, Connecting Europe, la repressione dell'Opposizione in Turchia, le Interferenze straniere nei processi democratici, la situazione in Etiopia e Tigrai, la Convenzione di Ginevra)

-Parlamento europeo: conferenza stampa del premier sloveno Jansa con Sassoli e von der Leyen

-Parlamento europeo: conferenza stampa sull'impatto degli impianti eolici off shore sulla vita marina e la pesca

-Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari (a Strasburgo)

-Commissione: discorso della presidente von der Leyen a un veneto sul Nuovo Bauhaus europeo alla settimana della moda di Francoforte

-Commissione: il commissario Schmit partecipa a un incontro di un intergruppo del Senato italiano sulla longevità e le prospettive socio-economiche

-Banca centrale europea: audizione di Andrea Enria alla commissione Finanze del Senato italiano

-Eurostat: dati sul commercio al dettaglio in maggio; prezzi delle importazioni industriali ni maggio; differenze tra più anziani e più giovani nel mercato nel lavoro nel 2020

Mercoledì 7 luglio

-Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul Consiglio europeo del 24 e 25 giugno, lo stato di diritto in Polonia e Ungheria, la legge anti-Lgbt in Ungheria, il programma di lavoro della Commissione per il 2022, il Certificato Covid dell'Ue)

-Parlamento europeo: conferenza stampa sul rafforzamento del mandato dell'Ema

-Commissione: visita del commissario Várhelyi in Georgia

-Consiglio: riunione del Coreper

-Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla registrazione di un marchio sonoro (apertura della lattina di una bevanda)

-Comitato economico e sociale: sessione plenaria

-Eurostat: dati sulla spesa per la protezione ambientale nel triennio 2018-20; dati sull'istruzione dei migranti nel 2020

Giovedì 8 luglio

-Consiglio: riunione informale dei ministri dell'Occupazione e degli Affari sociali

-Commissione: la presidente von der Leyen a Cipro e la Croazia per l'approvazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza

-Commissione: l'Alto rappresentante Borrell incontra in videoconferenza il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi

-Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sui diritti del lavoro in Bangladesh, i prezzi delle materie prime in Europa, le violazioni dei diritti umani in Iran, Hong Kong e Arabia Saudita, l'impatto del Covid sul settore aereo)

-Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito con il ministro degli Esteri sloveno Anze Logar sul semestre di presidenza del Consiglio dell'ue)

-Banca centrale europea: pubblicazione del resoconto della riunione del Consiglio dei governatori del 9 e 19 giugno

-Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sull'importazione di medicinali per uso umano non autorizzati dall'Ema ma da un altro stato membro

-Eurostat: indice del prezzo degli immobili nel primo trimestre

Venerdì 9 luglio

-G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali a Venezia

-Consiglio: riunione informale dei ministri dell'Occupazione e degli Affari sociali

-Consiglio: riunione del Coreper

-Commissione: discorso della commissaria Jourova all'Hambach Democracy Dialogue 2021 sul dilemma sullo stato di diritto per l'Europa

-Commissione: visita del commissario Várhelyi in Armenia

-Eurostat: dati sulla demografia in Europa nel 2019-20; dati sui decessi settimanali fino a maggio 2021

Sabato 10 luglio

-Commissione: i commissari Borrell e Suica partecipano al Dubrovnik Forum 2021

Domenica 11 luglio

Commissione: la presidente von der Leyen partecipa alla cerimonia per commemorare il 77esimo anniversario del massacro di Campo di Fossoli

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