Europa Ore 7

La campagna elettorale tedesca piomba sulla Zona euro

I ministri delle Finanze all'Eurogruppo sono stati costretti a rinunciare al tentativo di trovare un accordo sull'unione bancaria a causa dell'indisponibilità di Berlino di fare concessioni

David Carretta

La campagna elettorale in corso in Germania è piombata sulla zona euro ieri, quando i ministri delle Finanze all'Eurogruppo sono stati costretti a rinunciare al tentativo di trovare un accordo sull'unione bancaria a causa dell'indisponibilità di Berlino di fare concessioni. "Non saremo pronti ad avere un accordo oggi”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, prima dell'inizio della riunione a Lussemburgo. E così il presidente dell'Eurogruppo, Pascal Donohoe, si è dovuto arrendere arrendersi. Malgrado le posizioni si siano avvicinate su diverse questioni tecniche, Donohoe ha annunciato che non c'erano le condizioni per avere un accordo “credibile” per portare avanti i lavori sull'unione bancaria. I negoziati per tentare di trovare un'intesa sul piano di lavoro sul completamento dell'unione bancaria riprenderanno “prima della fine dell'anno”, ha detto Donohoe. Dopo le elezioni legislative in Germania del 26 settembre prossimo.

Mentre il socialdemocratico Scholz bloccava i lavori dell'Eurogruppo a Lussemburgo, a Berlino è stato il candidato alla cancelleria dell'Unione Cdu-Csu, Armin Laschet, a sparare una salva sulla tranquillità della zona euro. In un seminario organizzato da Bloomberg, Laschet in sostanza ha detto che il Patto di stabilità e crescita deve tornare in vigore presto e come prima. "Quando questa crisi è finita, quando i suoi effetti sull'economia globale sono terminati, la politica tedesca come quella europea dovranno tornare alle politiche di stabilità come definite nel trattato di Maastricht", ha detto Laschet.

In realtà, si tratta di una "non notizia". Il Patto è sospeso fino alla fine del 2022. La Commissione ha già annunciato che dovrebbe essere riattivato a partire dal 2023, dopo che tutte le economie della zona euro avranno ritrovato i livelli di Pil pre-crisi. Il problema semmai è quali regole saranno applicate. La Commissione ha rinviato a dopo le elezioni in Germania la proposta sulla revisione della governance economica della zona euro. Il riferimento a Maastricht da parte di Laschet non è di buon auspicio. Ma non va dimenticato che dopo il voto per il Bundestag del 26 settembre potrebbero volerci mesi per formare la nuova coalizione. E molto dipenderà dal possibile ingresso dei Verdi al governo.

Per ora niente allarmismo, dunque. Anzi. Il calendario elettorale in Europa potrebbe favorire l'emergere di nuovi rapporti di forza dentro l'Ue. L'altra elezione sistemica per l'Europa sono le presidenziali in Francia della primavera 2022. In quel periodo Emmanuel Macron avrà anche la presidenza di turno dell'Ue e vorrà portare a casa qualche successo europeo da rivendicare di fronte a Marine Le Pen, compreso sul totem del Patto di stabilità e Maastricht. In un editoriale Il Foglio spiega che la campagna elettorale in Germania potrebbe favorire la collaborazione tra Macron e Mario Draghi. Non un asse contro Berlino, ma un'alleanza di interessi comuni per una zona euro più solidale.

L'asse franco-tedesco sta già scricchiolando. Ieri Olaf Scholz e Bruno Le Maire, che generalmente ci tengono a mostrarsi uniti, sono entrati all'Eurogruppo con due posizioni diametralmente opposte sull'unione bancaria. Il tedesco ha detto di volere un'intesa "globale" sul piano di lavoro. Tradotto: il lavoro sulla garanzia europea sui depositi e sulla riduzione dei rischi sovrani delle banche deve avanzare di pari passo. Il francese ha risposto che "un accordo globale in tempo ragionevole appare fuori portata". Secondo Le Maire, "ci sono molti ostacoli sulla strada dell'unione bancaria" e occorre "togliere gli ostacoli uno a uno". La Francia difende "un approccio tappa per tappa (che) è al contempo più ragionevole e più realista". Tradotto: è necessario accelerare sulla garanzia europea sui depositi, anche se non c'è intesa sulla riduzione dei rischi delle banche. Quella di Le Maire è anche la posizione dell'Italia.

Un altro tema che rischia di surriscaldare la campagna elettorale in Germania e avere ricadute sulla zona euro è quello dell'inflazione. Ieri Eurostat ha confermato che l'aumento dei prezzi a maggio è stato del 2 per cento, in crescita rispetto al 1,6 per cento di aprile. L'impatto più importante è arrivato dai prezzi dell'energia (+1,19 punti percentuali), seguiti dai servizi (+0,45), i beni industriali non energetici (+0,19) e gli alimentari, alcool e tabacco (+0,15). Le differenze tra gli stati membri restano significative. Nell'area euro è il Lussemburgo che ha registrato l'inflazione più alta (4,0 per cento), mentre in Grecia i prezzi sono scesi (-1,2 per cento). Per la Germania l'inflazione è salita al 2,4 per cento, mentre in Italia si è attestata al 1,2 per cento. Con l'avvicinarsi delle elezioni tedesche,  la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, potrà continuare a dire che non c'è niente di cui preoccuparsi perché è solo un aumento dei prezzi temporaneo?

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 18 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

La Grecia riceve il via libera al Recovery sotto il Partenone - Ursula von der Leyen è andata sotto il Partenone per consegnare nelle mani del primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, il via libera della Commissione al piano nazionale di ripresa e resilienza della Grecia. La pagella per Atene è come quella consegnata finora a Portogallo, Spagna e Danimarca: 10 voti “A” su 11 indicatori e nessun “C”. L'unico “B” riguarda sempre il capitolo dei costi. Il piano greco prevede 175 misure: 67 riforme e 108 investimenti che saranno finanziati con le sovvenzioni (17,8 miliardi) e i prestiti (12,7 miliardi). Il 37,5 per cento dei fondi andrà alla transizione ambientale, il 23,3 per cento andrà alla transizione digitale. Il piano della Grecia ha il potenziale di aumentare il Pil reale tra il 2,1 e il 3,3 per cento del Pil entro il 2026, secondo la Commissione. “E' uno dei più grandi impatti potenziali”, ci ha spiegato una fonte europea: “E' più alto per la più alta quota di sovvenzioni e prestiti sul Pil” rispetto ad altri stati membri. L'ammontare delle sole sovvenzioni vale il 9 per cento del Pil della Grecia.

La Danimarca è il primo frugale con il piano Recovery approvato - La Commissione europea ieri ha approvato il piano nazionale di ripresa e resilienza della Danimarca, il primo paese del gruppo dei frugali a ricevere il via libera ai suoi progetti finanziati con il Recovery fund. Ecco la pagella per Copenaghen: 10 voti “A” su 11 indicatori e nessun “C”. L'unico “B” riguarda sempre il capitolo dei costi. Il piano danese prevede 39 misure: 6 riforme e 33 investimenti che saranno finanziati solo con le sovvenzioni (1,5 miliardi). Il 59 per cento dei fondi andrà alla transizione ambientale, il 25 per cento andrà alla transizione digitale. Anche i frugali devono fare le riforme per aumentare la resilienza. Il piano della Danimarca prevede una riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. il rafforzamento della competitività attraverso gli investimenti verdi e digitali, lo stoccaggio strategico di prodotti medici critici e una strategia digitale per l'infrastruttura e la sicurezza dell'infrastruttura di telecomunicazione.

Il NextGenerationEu tour in Lussemburgo, prossima settimana in Italia - Il “NextGenerationEu tour” di von der Leyen oggi prosegue in Lussemburgo. Il Gran Ducato ha chiesto meno di 100 milioni di euro. Sarà interessante verificare se la Commissione sarà riuscita a imporre riforme strutturali serie nel settore della tassazione, come quelle indicate nelle Raccomandazioni specifiche per paese indirizzate al Lussemburgo. Dato l'ammontare molto basso di risorse in gioco, c'è da dubitarne. Quanto all'Italia, il commissario Paolo Gentiloni ha confermato che il via libera ci sarà la prossima settimana (il viaggio di von der Leyen a Roma è previsto per martedì 22 giugno). “E' la prossima settimana”, ha detto Gentiloni prima dell'Eurogruppo di ieri. “Mi aspetto una valutazione molto seria del piano italiano esattamente come stiamo facendo degli altri piani. Penso che le pagelle saranno molto simili. Ma aspettiamo l'approvazione perché fino a che l'approvazione non avviene è meglio essere prudenti”, ha spiegato Gentiloni.

La Corte Ue autorizza la registrazione degli indirizzi IP per il copyright - La Corte di giustizia dell'Ue ha stabilito che è consentita la registrazione sistematica di indirizzi IP di utenti e la comunicazione dei loro nomi e indirizzi postali al titolare dei diritti intellettuali o a un terzo per consentire la presentazione di un ricorso per risarcimento danni. I giudici di Lussemburgo hanno fissato alcune condizioni: la richiesta di informazioni da parte di un titolare dei diritti di proprietà intellettuale non può essere abusiva e deve essere giustificata e proporzionata. Tuttavia la sentenza avrà profonde ripercussioni per i fornitori di accesso a internet, che potrebbero essere costretti a conservare e trasmettere i dati degli utenti in caso di contestazioni per il mancato rispetto dei copyright. Il caso è nato in Belgio, dove la societ Mircom International Content Management & Consulting aveva presentato una richiesta di informazioni contro il fornitore di accesso a internet Telenet per ottenere i dati identificativi dei suoi clienti sulla base degli indirizzi IP raccolti, da una società specializzata, per conto della stessa Mircom. Le connessioni internet di clienti della Telenet erano state utilizzate per condividere film del catalogo della Mircom su una rete tra utenti peer-to-peer con l'ausilio del protocollo BitTorrent.

Boris fa sceglie il negoziato sul Protocollo dell'accordo Brexit - Il governo di Boris Johnson ha rinunciato alla minaccia di disapplicare unilateralmente una parte del Protocollo sull'Irlanda del nord dell'accordo Brexit. La Commissione europea ieri ha annunciato di aver ricevuto una richiesta da parte del Regno Unito di estendere un periodo transitorio per l'esportazione della carne fresca senza controlli dalla Gran Bretagna all'Irlanda del nord dal 30 giugno al 30 settembre. Il ministro della Brexit, David Frost, finora aveva lasciato intendere che il periodo transitorio sarebbe stato prolungato unilateralmente. L'invito del presidente americano, Joe Biden, a Johnson di darsi una calmata sulla Brexit forse ha funzionato. La Commissione ha annunciato che valuterà la richiesta britannica. Una riunione tra Forst e il vicepresidente Maros Sefcovic sarà organizzata il più presto possibile.

Accordo dentro l'Ue per il fondo anti Brexit - I negoziatori del Parlamento europeo e la presidenza del Consiglio dell'Ue hanno trovato un accordo ieri sul fondo di riserva di aggiustamento Brexit, che servirà ad aiutare i paesi più colpiti dall'uscita del Regno Unito. La dotazione sarà di 5,4 miliardi per il periodo dall'1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2023. Saranno tre i criteri per calcolare la quantità di risorse da destinare a ciascuno stato membro: l'interscambio con il Regno Unito, la pesca nella zona economica esclusiva britannica e la popolazione residente nelle regioni marittime. L'intesa dovrà essere confermata dalla plenaria del Parlamento europeo e dai governi al Consiglio.

L'Irlanda del nord ritrova il governo - Nel pieno dello scontro tra Regno Unito e Unione europea sul Protocollo dell'accordo Brexit, l'Irlanda del nord ritrova un governo dopo una lunga crisi tra il partito democratico unionista e il Sinn Fein. Il Dup ha nominato Paul Givan come primo ministro, mentre il Sinn Fein ha scelto Michelle O'Neil come vice primo ministro. La svolta è arrivata dopo che il governo di Boris Johnson aveva minacciato di approvare una legge sulla lingua e l'identità irlandese nel parlamento di Westminster, se l'Assemblea di Belfast non fosse riuscita a farlo entro settembre.

Governo Löfven a rischio in Svezia - Il governo del primo ministro socialdemocratico, Stefan Löfven, rischia di essere sfiduciato lunedì in Parlamento in Svezia, dopo che il partito di Sinistra ha annunciato la sua intenzione di votare contro l'esecutivo per protestare contro la liberalizzazione degli affitti regolamentati. Il partito di estrema destra dei Democratici ha presentato una mozione di sfiducia contro il governo. I partiti di centrodestra dei Moderati e dei Cristiani-democratici hanno annunciato il voto a favore della sfiducia. Se i quattro partiti voteranno contro Löfven, compreso il il partito della Sinistra che ha sostenuto dall'esterno l'esecutivo, il governo sarà sfiduciato e costretto a dimettersi. La sfiducia aprirebbe la strada a elezioni anticipate o alla formazione di un esecutivo ad interim, probabilmente guidato da Löfven.

Accade oggi in Europa

- Consiglio Ecofin

- Commissione: la presidente von der Leyen in Lussemburgo per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

- Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa alla "Jacques Delors Conference – Rebondir avec l'Europe"

- Eurostat: dati sulla struttura del debito pubblico nel 2020; statistiche sull'asilo nell'Ue nel 2020