Europa Ore 7

Il nuovo trattato Mes e la giravolta del M5S

L'Eurogruppo di oggi dovrebbe dare il via libera definitivo al processo che consentirà al fondo salva-Stati di fare da rete di sicurezza in caso di crisi bancarie.

David Carretta

L'obiettivo è chiudere in meno di un anno per permettere al board del Mes di adottare la decisione di istituire il backstop l'1 gennaio 2022. In questi dodici mesi potrebbero essere chiesti ai governi ulteriori sforzi per ridurre i rischi nel settore bancario

Dopo una delle più clamorose giravolte della politica in Italia, l'Eurogruppo di oggi dovrebbe dare il via libera definitivo al nuovo trattato del Mes per consentire al fondo salva-Stati di giocare un ruolo di rete di sicurezza in caso di crisi bancarie. Il Movimento 5 Stelle, che nell'autunno-inverno dello scorso anno aveva rivaleggiato con la Lega di Matteo Salvini nel contestare la riforma del Mes, sembra pronto a capitolare e a consentire al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, di impegnare la firma sovrana dell'Italia. Il 30 novembre del 2019, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio spiegava che il M5s non poteva “firmare al buio trattati come il Mes che è solo una parte del pacchetto. Ci sono anche l'Unione bancaria e l'assicurazione sui depositi. Quando avremo letto tutto potremo verificare se il pacchetto convenga all'Italia oppure no”. Il testo del trattato Mes è rimasto lo stesso. “E' immutato”, ci ha detto una fonte dell'Eurogruppo: “non ci sono stati altri negoziati sul trattato”. Il resto del pacchetto sull'unione bancaria – a partire dalla garanzia europea sui depositi (Edis) – è in alto mare. Ma, salvo sorprese dell'ultimo minuto da Roma, il nuovo trattato del Mes sarà firmato il 27 gennaio.

La riforma del Mes è uno dei passi essenziali per completare l'unione bancaria. Quando il nuovo trattato entrerà in vigore, il fondo salva-stati diventerà il backstop (rete di sicurezza, ndr) pubblico del Fondo di risoluzione unico per le banche. Originariamente si prevedeva un'entrata in funzione nel 2024, ma con la possibilità di anticiparla in caso di progressi sufficienti sul fronte della riduzione dei rischi (nello specifico la diminuzione dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche). “Ci sono stati progressi significativi nella riduzione del rischio, almeno fino al Covid-19”, ci ha detto la fonte. In realtà, il rischio di crisi nel settore bancario nei prossimi anni è destinato ad aumentare. Di qui l'insistenza dei partner per andare avanti con la riforma del trattato Mes. “Il Covid avrà conseguenze sul settore bancario. E sarà importante assicurarsi che il sistema sia adeguato ad affrontare questo rischio”, ha spiegato la fonte.

Se tutto andrà secondo i piani, dopo la firma del nuovo trattato a gennaio partirà il processo di ratifica dei parlamenti nazionali. L'obiettivo è chiudere in meno di un anno per permettere al board del Mes di adottare la decisione di istituire il backstop l'1 gennaio 2022. In questi dodici mesi potrebbero essere chiesti ai governi ulteriori sforzi per ridurre i rischi nel settore bancario. “Alcune vulnerabilità rimangono in alcune istituzioni e in alcuni paesi” e serviranno “azioni per rimediare a livello di banche, stati membri e istituzioni europee”, ci ha detto la fonte. Le principali richieste saranno fatte direttamente alle banche dalla supervisione della Bce e dall'autorità unica di risoluzione. Ma in alcuni stati membri – laddove ci sono deviazioni più sistematiche dall'obiettivo di riduzione dei crediti deteriorati – i governi saranno chiamati ad adottare riforme per affrontare i “rischi residuali”, ha spiegato la fonte. Un esempio, che potrebbe riguardare anche l'Italia, è la riforma del diritto fallimentare.

I ministri delle Finanze della zona euro per il futuro non intendono tornare allo status quo ante pandemia. “Le conseguenze del Covid sul settore bancario non hanno niente a che vedere con gli errori politiche compiute a livello nazionale”, ha detto la fonte. La logica della riduzione dei rischi seguita alla crisi finanziaria e del debito sovrano “non si applica più”. Secondo la nostra fonte, “c'è consapevolezza che deve esserci più comunanza nella risposta ai rischi che derivano dal Covid rispetto ai rischi che derivavano dalla crisi finanziaria”. Il tema è importante, perché destinato a restare centrale nei negoziati sulla garanzia europea dei depositi e gli altri strumenti dell'unione bancaria. E il M5s? La sua battaglia contro la riforma del Mes ha avuto un unico risultato: ritardare di dieci mesi la firma, senza modificare una riga del trattato né altri elementi del pacchetto dell'unione bancaria.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 30 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Orbán cerca di arruolare l'Italia contro lo stato di diritto - Viktor Orbán sta iniziando a cercare di arruolare l'Italia e altri paesi ad alto debito per affondare il meccanismo di condizionalità sullo stato di  diritto. Venerdì il premier ungherese ha confermato per l'ennesima volta il veto al bilancio 2021-27 dell'Ue e al Recovery fund. “Il nostro rifiuto è di ferro”. Ma Orbán ha aggiunto una frase intimidatoria. Insistere sullo stato di diritto “manderà in rovina diversi paesi Ue” perché “gli stati membri con alti debiti pubblici si troveranno in grossi guai”. Il suo calcolo è che più passa il tempo, più i governi di Italia, Spagna, Portogallo e Grecia inizieranno a chiedersi se valga la pena battersi per principi e valori, quando in gioco ci sono 750 miliardi di euro. Secondo un editoriale del Foglio, la risposta dell'Italia dovrebbe essere chiara: la democrazia e lo stato di diritto non hanno prezzo.

Von der Leyen insiste sulle riforme in Italia per il Recovery fund - Sintomo che Bruxelles guarda con preoccupazione al ritardo accumulato dal governo Conte sul piano di riforme legate al Recovery fund, Ursula von der Leyen ha usato il suo discorso all'inaugurazione dell'anno economico della Bocconi per dare indicazioni su quali dovrebbero essere le priorità per l'Italia. “NextGenerationEU comporterà un'ondata di investimenti pubblici senza precedenti per l'economia italiana”, ma “sarà un successo soltanto se l'Italia farà la sua parte”, ha detto la presidente della Commissione sabato: “Per trarre il massimo vantaggio da NextGenerationEU, l'Italia avrà bisogno di due cose: la volontà di varare riforme e di adottare un approccio strategico agli investimenti”. Von der Leyen ha insistito che “le riforme sono le basi per la ripresa. Solo con le giuste riforme l'Italia può garantire che NextGenerationEU risponda alle aspettative dei suoi cittadini”.

Gentiloni preoccupato dai colli di bottiglia italiani sul Recovery - Von der Leyen sabato ha accennato alla necessità per l'Italia di riformare la giustizia e la pubblica amministrazione. Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, è entrato più nei dettagli. L'Italia generalmente assorbe il 40 per cento delle risorse Ue, ha spiegato Gentiloni a Mezz'ora in più. “A me preoccupano i colli di bottiglia, le strozzature che hanno reso in questi anni molto difficile l'utilizzo dei fondi”, ha detto Gentiloni: “Nel momento in cui si ricevono 200-250 miliardi non possiamo permettercelo”. Gentiloni ha ricordato che i soldi del Recovery fund non sono scontati. “Se ci sono ritardi nei piani Recovery, se non si raggiungono gli obiettivi nei tempi per i quali ci si è impegnati, il rischio è che a un certo punto la Commissione europea interrompa le erogazioni”.

Gli ultimi 10 giorni della telenovela Brexit - Quella che si apre sarà una settimana "molto significativa" per i negoziati tra Regno Unito e Unione europea sull'accordo di libero scambio post Brexit, ha detto ieri il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab. "Questa è una settimana molto signifciativa, l'ultima settimana realmente importante", ha spiegato Raab: "dobbiamo fare un accordo nel corso della settimana o forse dopo un altro paio di giorni". Il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, venerdì ha ripreso l'Eurostar per Londra. Prima di imbarcarsi sul treno che passa sotto la Manica, aveva aggiornato ambasciatori e deputati europei. Barnier si è mostrato molto pessimista. Le divergenze sul level playing filed, la governance e la pesca restano.  L'Ue non vuole “staccare la spina dei negoziati”, ma se Londra non farà concessioni “raggiungere un accordo sarà impossibile”, ci ha detto un diplomatico.

L'Ue si dota di un Magnitsky act - Gli ambasciatori dei 27 mercoledì dovrebbero dare il primo via libera al Magnitsky act dell'Unione europea, un nuovo regime di sanzioni settoriale per colpire i responsabili di violazioni gravi dei diritti umani. Il lavoro tecnico è stato completato giovedì. Venerdì non sono arrivate obiezioni ai testi legali. Dopo il passaggio al Coreper – l'organismo che riunisce gli ambasciatori dei 27 – saranno i ministri degli Esteri ad approvare il 7 dicembre il Magnitsky act. L'adozione formale potrebbe simbolicamente essere spostata al 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani. L'interrogativo è se l'Ue, con la sua regola dell'unanimità e la sua prudenza diplomatica, userà il Magnitsky act per colpire duro. Secondo diversi diplomatici, il vero test saranno la Cina e i responsabili della repressione dei democratici a Hong Kong e della minoranza uigura nello Xinjiang. Un altro banco di prova potrebbero essere gli oligarchi di Putin.

Navalny chiede sanzioni contro gli oligarchi di Putin - L'oppositore russo, Alexei Navalny, ha illustrato alla perfezione perché le sanzioni dell'Unione europea sono inefficaci. “Non ha senso sanzionare colonnelli o generali o gente che non viaggia e non ha case e conti bancari in Europa”, ha detto Navalny venerdì in un'audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo: “L'Ue dovrebbe prendere di mira i soldi: gli oligarchi russi” della “cerchia di Putin”. Ma “fino a quando lo yacht di (Alisher) Usmanov sta a Barcellona nessuno in Russia o al Cremlino tratterà le sanzioni seriamente”. Secondo Navalny, colpire gli oligarchi renderebbe l'Ue molto più popolare tra i cittadini russi. “Quando i russi vedranno che Usmanov e (Roman) Abramovich vengono cacciati dall'Europa, ci saranno grandi celebrazioni in Russia”.

Il flop delle app anti Covid coordinate dall'Ue - La Croazia si è unita al gruppo ristretto di paesi che hanno delle app di tracing in grado di interagire con quelle di altri stati membri. Finora solo otto paesi si sono collegati – Italia, Germania, Irlanda, Polonia, Spagna, Lettonia, Danimarca e Croazia - al sistema messo in piedi dalla Commissione. Quattro paesi - Bulgaria, Lussemburgo, Romania e Svezia - non intendono sviluppare una app di tracciamento dei contatti. Due paesi - Francia e Ungheria - hanno scelto app incompatibili con il sistema Ue perché centralizzate. Il caso è emblematico delle difficoltà di gestire una pandemia a livello di Ue, nel momento in cui l'Ue non ha competenze nel settore della sanità.

L'Europa si riapre con prudenza - Mercoledì la Commissione di Ursula von der Leyen adotterà una "Remaining safe strategy" consigliando prudenza agli stati membri nella riapertura dopo il secondo lockdown. Senza aspettare i consigli di Bruxelles, i governi hanno adottato un approccio molto cauto in vista delle feste natalizie. Il Belgio riaprirà i negozi martedì, ma ristoranti, bar e parrucchieri resteranno chiusi almeno fino al 1 febbraio. Al cenone potrà essere invitata una sola persona esterna al nucleo familiare (due per chi è solo). In Austria il cancelliere Sebastian Kurz ha annunciato la riapertura di negozi e scuole, ma resteranno "restrizioni massicce dopo il 7 dicembre" quando finirà ufficialmente il secondo lockdown. "Tutti devono essere coscienti che dovremo vivere con alcune restrizioni per settimane e mesi", ha detto Kurz alla Kleine Zeitung. Ieri il governo della Repubblica ceca ha detto che alcune restrizioni saranno allentate a partire da giovedì, ma ha invitato i cittadini a non aspettarsi ulteriori aperture prima della fine dell'anno.

Gli svizzeri contro le “multinazionali responsabili” - In un referendum la Svizzera ieri ha rigettato la proposta di imporre obblighi più stretti alle sue imprese sul rispetto dei diritti umani e delle norme ambientali quando operano all'estero o nei rapporti con i fornitori e partner commerciali. La proposta sulle “multinazionali responsabili”, pur essendo stata approvata da una maggioranza di elettori, è stata rigettata dalla maggioranza di cantoni.

Il calendario della settimana in Europa

 

Lunedì 30 novembre

- Eurogruppo

- Consiglio: riunioni in videoconferenza dei ministri della Gioventù

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri dell'Istruzione

- Consiglio: riunione informale videoconferenza dei ministri per la COesione territoriale

- Commissione: messaggio della presidente von der Leyen al Forum Schengen

- Bce: discorso della presidente Lagarde a un evento organizzato dall'European Policy Centre

- Nato: conferenza stampa del segretario generale Stoltenberg in vista della ministeriale

- Eurostat: dati sulla spesa delle famiglie nel 2019

 

Martedì 1 dicembre

- Ecofin

- Parlamento europeo: audizione alla commissione Libertà civili del direttore di Frontex Fabrice Leggeri sui respingimenti di migranti in Grecia

- Consiglio: riunione informale in videoconferenza dei ministri per gli Affari europei

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri della Cultura

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri dello Sport

- Commissione: discorsi di von der Leyen alla conferenza delle commissioni parlamentari dell'Ue (Cosac), al Digital summit organizzato dalla presidenza tedesca e al summit sulla sanità organizzato dal gruppo dei Socialisti&Democratici

- Commissione: discorsi del vicepresidente Timmermans al FT Energy Transition Strategies Summit e alla EU-Russia Climate Change Conference

- Commissione: l'Alto rappresentante Borrell partecipa al 10o anniversario dalla creazione del Servizio europeo di azione esterna

- Commissione: incontro in videoconferenza tra il commissario Reynders e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede

- Bce: discorso della presidente Lagarde all'apertura dell'Atlantic Council's GeoEconomics Center

- Nato: riunione dei ministri degli Esteri

- Eurostat: stima flash inflazione di novembre

 

Mercoledì 2 dicembre

- Commissione: riunione del collegio dei commissari

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri della Giustizia

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri della Salute

- Consiglio: riunione del Coreper

- Parlamento europeo: conferenza stampa di David Sassoli con il premier portoghese Costa in vista della presidenza semestrale del Portogallo del Consiglio Ue

- Comitato economico e sociale: intervento del capo-negoziatore dell'Ue per la Brexit Michel Barnier

- Commissione: discorsi della presidente von der Leyen e del vicepresidente Timmermans al Lisbon Web Summit

- Nato: riunione dei ministri degli Esteri

- Bce: riunione del Consiglio dei governatori

- Eurostat: dati su discoccupazione e prezzi industriali di ottobre; dati sulla spesa sanitaria nel 2018

 

Giovedì 3 dicembre

- Corte di giustizia Ue: conclusioni dell'Avvocato generale sul ricorso dell'Ungheria contro la decisione del Parlamento europeo di attivare la procedura dell'articolo 7

- Corte di giustizia Ue: sentenza sul glifosato

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri della per l'Occupazione e gli affari sociali

- Comitato economico e sociale: intervento della vicepresidente della Commissione Vestager

- Commissione: discorso della presidente von der Leyen all'Assemblea generale di SMEunited

- Bce: riunione del Consiglio dei governatori

- Eurostat: dati sul commercio al dettaglio

 

Venerdì 4 dicembre

- Commissione: l'Alto rappresentante Borrell e il commissario Gentiloni partecipano ai Dialoghi mediterranei 2020 di Roma

- Eurostat: dati sul trasporto aereo nel 2020

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