Europa Ore 7

A chi fa più male il "no deal" sulla Brexit?

Il ricatto della Polonia sul Recovery fund. I timori di Merkel sul lockdown. I dazi europei per Boeing che servono per la pace commerciale

David Carretta

    “Il messaggio che vogliamo inviare a Londra e al resto del mondo” è che un no deal sulla Brexit “farà molto male a entrambi, ma farà molto più male ai nostri amici britannici”. E' questo l'avvertimento lanciato ieri dal ministro tedesco per gli Affari europei, Michael Roth, dopo che il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, ha aggiornato il Consiglio Affari generali sullo stato dei negoziati con il Regno Unito sull'accordo di libero scambio.

    I progressi non sono sufficienti sul level playing field, la pesca e la governance – le tre linee rosse fissate dall'Ue. I leader delle istituzioni europee, Ursula von der Leyen e Charles Michel, oggi avranno una riunione telefonica con Boris Johnson in vista della discussione tra i capi di stato e di governo dei 27 al Consiglio europeo di domani e venerdì. I prossimi giorni saranno "decisivi", ha scritto Michel nella sua lettera di invito ai leader. “Ora tocca al Regno Unito fare i passi decisivi in settori chiave, in particolare il level playing field, la pesca e la governance”, ha avvertito Roth.

    Roth ha suonato il campanello d'allarme di una hard Brexit economica l'1 gennaio 2021, dopo la Brexit politica il 31 gennaio scorso. E lo stesso dovrebbe fare il Consiglio europeo, annunciando che l'Ue accelererà i preparativi per un no deal. "L'Ue è unita nel tentativo di raggiungere un accordo nonostante il poco tempo a disposizione. Ma dobbiamo anche prepararci, purtroppo, al caso in cui non ci sarà accordo", ha detto la cancelliera Angela Merkel. “I negoziati sono in una fase critica e siamo sotto pressione del tempo. Vedremo nei prossimi giorni se un risultato positivo può essere raggiunto o se dobbiamo intensificare la nostra preparazione per lo scenario di un mancato accordo”, ha spiegato Roth: “Lavoriamo intensamente a soluzioni, ma accelereremo i nostri piani per prepararci a un no-deal”. Il ministro tedesco ha anche rigettato i tentativi del governo Johnson di lanciarsi nel “blame game”. E ha accusato Londra di cercare di dividere i 27 e “bilateralizzare” i negoziati aggirando Barnier e rivolgendosi direttamente alle capitali.

    La scadenza entro cui trovare un accordo sulle relazioni future almeno sarà spostata in avanti. Il dramma Brexit potrebbe prolungarsi per tre settimane, forse un altro mese. Inizialmente Johnson aveva chiesto un accordo entro il 15 ottobre. La presidenza tedesca dell'Ue aveva invece indicato la data ultima di fine ottobre. Il ministro francese Clement Beaune ha parlato di inizio novembre. Il Parlamento europeo ha bisogno di tempo per ratificare un eventuale accordo, ma un mese potrebbe anche essere sufficiente. “Continuiamo a lavorare a un accordo. E' molto difficile, ma è ancora possibile. La nostra porta rimarrà aperta fino all'ultimo giorno disponibile”, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic. “Entro l'inizio del prossimo mese dobbiamo essere pronti per lanciare il processo di ratifica”, ha detto Roth, ricordando che l'accordo dovrebbe essere approvato anche dalla Camera dei comuni.

    Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 14 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

     

    Merkel teme un secondo lockdown per l'Ue - “Osservo con grande preoccupazione la nuova ondata e l'aumento dei contagi in Europa”, ha detto ieri Merkel, intervenendo al Comitato delle regioni. “La situazione è seria”. Secondo Merkel, “oggi è ancora più importante fare in modo che non ci sia bisogno di un nuovo lockdown. Bisogna chiedere ai cittadini europei di rispettare le regole, di rispettare il distanziamento sociale, di indossare le mascherine e fare quello che si deve fare per contenere il virus, mantenendo al contempo aperte le nostre attività economiche”, ha insistito la cancelliera. “Affrontare la pandemia è una fatica da Ercole e bisogna che l'Europa sia unita”, ha aggiunto Merkel. Il tema Covid sarà all'ordine del giorno del Vertice europeo, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella sua lettera di invito ai leader.
     

    I Paesi Bassi in mini lockdown - Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha annunciato un mini lockdown in tutto il paese dopo che i Paesi Bassi hanno registrato più di 7 mila nuovi casi positivi nella giornata di ieri, ritrovandosi in cima alla classifica Ue dei contagi Covid dietro a Repubblica ceca e Belgio. Ristoranti, bar e coffee shop dovranno restare chiusi. "Entriamo in lockdown parziale", ha detto Rutte in conferenza stampa: "sarà dura, ma è l'unica soluzione". Dopo aver resistito per mesi all'obbligo di mascherina, Rutte lo ha imposto a tutte le persone con più di 13 anni. Gli spazi chiusi potranno accogliere al massimo 30 persone, mentre le famiglie olandesi non potranno ospitare più di tre persone al giorno. Come spiega Micol Flammini, per Rutte la complicazione è anche politica: la sua gestione della prima ondata era stata apprezzata dagli olandesi, ma il mini-lockdown a pochi mesi dalle elezioni potrebbe far precipitare la sua popolarità.

    Niente Brexit dal Covid - In attesa della Brexit, anche il Regno Unito è sempre più in difficoltà con la seconda ondata. Lorenzo Pellis, professore dell'Università di Manchester che consiglia il governo britannico sui numeri della pandemia, ha spiegato a Greta Privitera il conflitto tra governo, virologi e sindaci.

     

    Il ricatto della Polonia al Recovery fund - Il governo nazionalista di Varsavia è tornato a minacciare un veto al pacchetto di bilancio, compreso il Recovery fund, se verrà adottato un meccanismo robusto di condizionalità sullo stato di diritto nei negoziati tra il Consiglio e il Parlamento europeo. “Il cosiddetto meccanismo sullo stato di diritto resta un problema irrisolto”, ha detto il ministro per gli Affari europei, Konrad Szymański, nel Consiglio affari generali di ieri. "Non possiamo accettare la nuova bozza che è stata presentata dalla presidenza", ha spiegato Szymański. Varsavia esige garanzie. “E' importante per il Parlamento polacco prima della ratifica della decisione delle risorse proprie”, ha minacciato Szymański. Senza la ratifica da parte di tutti i parlamenti degli Stati membri della decisione sulle risorse proprie, il bilancio 2021-27 e il Recovery fund non possono partire.

    I nordici non vogliono compromessi sullo stato di diritto - Al Consiglio Affari generali, la Svezia ha parlato anche a nome di Danimarca e Finlandia e i Paesi Bassi anche a nome di Belgio e Lussemburgo. Il messaggio è stato sostanzialmente lo stesso: senza un meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto non ci sarà accordo sul pacchetto di bilancio. Vogliamo che il Recovery fund “entri in funzione dal 1o gennaio 2021”, ma “per farlo abbiamo bisogno di un robusto legame tra i fondi europei e lo stato di diritto”, ha detto l'olandese Stef Blok. “Questo non può essere rinegoziato”, ha detto lo svedese Hans Dahlgren. Qui si può rivedere il dibattito al Consiglio affari generali.

    Appello di Germania, Francia e Italia per il bene del Recovery - Al Consiglio Affari generali l'Italia ieri era rappresentata da Vincenzo Celeste, il direttore generale Unione europea del ministero degli Esteri, che ha lanciato un appello a “rendere operativo” il pacchetto sul bilancio “il più presto possibile. Lo dobbiamo ai nostri cittadini e a tutte le vittime del Covid”, ha detto Celeste. Anche il ministro francese, Clement Beaune, vuole un'intesa rapida. “C'è bisogno di realismo, flessibilità, spirito di compromesso”, ha detto Roth, ricordando che la Germania ha “fatto concessioni rispetto alla nostra posizione iniziale. Non è il momento di minacciare nessuno o erigere ostacoli. E' un viaggio difficile, dobbiamo avvicinarci e convergere, non allontanarci”, ha detto Roth.

    Il Parlamento in tempo per un accordo sul bilancio? - In luglio Angela Merkel aveva detto a David Sassoli che era importante raggiungere un accordo sul pacchetto di bilancio entro ottobre per permettere al Recovery fund di partire a inizio 2021. Nonostante il gran rumore sullo stallo dei negoziati, niente panico: una fonte che frequenta i piani alti del Parlamento europeo ci ha detto che “il calendario” tracciato dalla cancelliera è ancora fattibile. Lunedì le prime trattative tra i negoziatori del Parlamento e la presidenza tedesca dell'Ue sul meccanismo sullo stato di diritto sono andate meglio del previsto e “un po' di scogli sono stati superati”. Oggi c'è una nuova riunione sul bilancio 2021-27, con il Parlamento che insiste per avere più fondi per i programmi Ue come Erasmus, ricerca e migrazioni. I suoi negoziatori giovedì avevano abbandonato il tavolo per il rifiuto della presidenza tedesca di alzare il tetto di spesa oltre i 10 miliardi. Anche se non ha presentato una nuova proposta – secondo la nostra fonte – dalla presidenza tedesca sarebbero arrivati segnali di “volontà di superare anche questo scoglio”.

    La proposta di compromesso del Parlamento sul bilancio - In attesa della presidenza tedesca, è stato il Parlamento europeo a fare "un'ultima offerta di compromesso" sul pacchetto di bilancio. Il presidente della commissione Bilancio,  Johan Van Overtveldt, ha scritto all'ambasciatore tedesco Michael Clauss per proporre di limitare l'aumento richiesto del tetto del budget 2021-27 a 9 miliardi. "Prendiamo nota" ma "difendiamo" il nostro compromesso, ha risposto un portavoce della presidenza tedesca.

    L'Ue strappa dal Wto dazi su 4 miliardi di prodotti americani - L'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha autorizzato l'Ue a imporre dazi su prodotti americani per un valore di 4 miliardi nella disputa con gli Stati Uniti sui sussidi a Boeing. Ma invece di lanciarsi in un'escalation con l'amministrazione Trump, che aveva imposto dazi sull'Ue per i sussidi a Airbus, l'Ue vuole usare la decisione del Wto per una grande pace commerciale. “L'Ue riprenderà immediatamente il dialogo con gli Usa con attitudine positiva e costruttiva per decidere i prossimi passi”, ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: “la nostra forte preferenza è per una soluzione negoziata. Altrimenti saremo costretti a difendere i nostri interessi e rispondere in modo proporzionato”. Ma gli Stati Uniti hanno un vantaggio: dazi per 7,5 miliardi contro 4 miliardi dell'Ue. Occorrerà aspettare il 3 novembre prima di capire come finirà la storica disputa transatlantica, iniziata nel 2004, sui sussidi a Boeing e Airbus.

    Bene l'Ocse su digital tax, ma fino a un certo punto - La Commissione europea ha accolto con favore la bozza di accordo presentata dall'Ocse per una riforma globale della tassazione multinazionali. E' una “solida base” per concludere un'intesa, ha detto un portavoce della Commissione. Ma i paesi europei che avevano lanciato la guerra ai Gafa con la digital tax ci stanno ripensando. La proposta dell'Ocse rischia di essere perdente per le multinazionali europee.

    La festa degli aiuti di Stato continua - Congelare le regole sugli aiuti di stato è semplice, scongelarle è molto più complicato. Lo dimostra la decisione di ieri della Commissione di prorogare e ampliare la portata del quadro temporaneamente per gli aiuti di stato adottato lo scorso marzo per fronteggiare la crisi economica del coronavirus. Le regole resteranno congelate per altri sei mesi, fino al 30 giugno del 2021. Inoltre la Commissione ha ampliato ulteriormente il margine di azione dei governi, permettendo di coprire i costi fissi delle imprese che hanno subito un calo del 30 per cento rispetto al 2019, fino a un importo massimo di 3 milioni di euro. A spingere la Commissione a prolungare il regime di eccezione è l'evoluzione dell'economia: nel 2021 il Pil dell'Ue che dovrebbe collocarsi al di sotto dei livelli di fine 2019. L'esecutivo europeo teme nuovi lockdown nei prossimi mesi per fronteggiare la seconda ondata con nuove restrizioni per le attività economiche. E' possibile che le regole restino congelate più a lungo: nel primo semestre del prossimo anno la Commissione valuterà la necessità di prorogare o adattare ulteriormente il quadro temporaneo sugli aiuti di Stato.

    Roma in fondo alla classifica della qualità della vita nelle città Ue - Gli abitanti di Roma, Napoli e Palermo sono tra i cittadini europei meno soddisfatti della qualità della vita nella loro città, secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione Ue. Tra le città italiane citate nel rapporto, il grado di soddisfazione è più alto a Verona, Bologna e Torino. In cima alla classifica europea ci sono Copenaghen e Stoccolma. Tutti i dati su quali città sono più pulite o più sicure, dove è più facile trovare lavoro o casa, l'aria è migliore o i trasporti pubblici meglio organizzati, si trovano qui.

    Accade oggi in Europa

    - Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

    - Commissione: dichiarazioni di von der Leyen; conferenza stampa dei commissari Timmermans e Simson sull'energia; conferenza stampa di Timmermans e Sinkevičius sull'ambiente

    - Bilancio e Recovery fund: negoziati tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo

    - Comitato delle Regioni: interventi dei commissari Gentiloni e Schmit

    - Consiglio: vertice tra Michel, von der Leyen e le parti sociali

    - Commissione: il commissario Gentiloni partecipa in videoconferenza al G20 dei ministri delle Finanze