editoriali

Il fuoco amico delle guerre fiscali

redazione

Con la riforma dell’Ocse, lusso o auto europee non potrebbero evitare il fisco Usa

Di fronte alla proposta dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sulla riforma globale della tassazione delle multinazionali, alcuni paesi europei stanno avendo un ripensamento riguardo alla loro guerra fiscale ai big tech americani (i Gafa). La bozza di accordo presentata lunedì dall’Ocse, che sarà discussa oggi in videoconferenza dai ministri delle Finanze del G20, si basa su due pilastri: tassare le multinazionali non solo nella loro sede fiscale ma anche nei paesi dove vendono i loro prodotti e creare una base imponibile minima per tutti.

 

Il primo pilastro è particolarmente caro a Francia e Germania, che avevano guidato la carica dell’Ue contro i Gafa – Google, Amazon, Facebook e Apple – spiegando che la tassazione dei giganti del digitale nel paese dove si trovano i consumatori è un imperativo di equità fiscale e sociale. Ma più va avanti il negoziato all’Ocse, più gli europei si rendono conto che la guerra rischia di essere controproducente: un accordo potrebbe portare a un saldo negativo delle entrate fiscali per alcuni paesi europei. L’Ocse stima le entrate fiscali aggiuntive a livello mondiale a 100 miliardi di dollari. Ma la sua proposta non si applica solo ai Gafa. Copre tutte le multinazionali, comprese quelle europee che vendono in altri mercati e fanno in senso inverso ciò di cui sono accusati i giganti americani del digitale: spostare a fini fiscali i profitti in Europa. Questa era la condizione posta dagli Stati Uniti per partecipare ai negoziati.

 

L’America di Trump ha preferito calcoli pragmatici a proclami populisti. Con la riforma dell’Ocse, i gruppi del lusso francesi come Lvhm o le case automobilistiche tedesche stile Mercedes Benz non potrebbero più evitare il fisco americano. Secondo alcune stime, il saldo delle entrate fiscali per la Francia sarebbe sostanzialmente nullo, mentre quello per la Germania sarebbe negativo. Ma basta guardare al surplus commerciale dell’Ue sugli Stati Uniti (94 miliardi di euro) per capire che la vittoria contro i Gafa rischia di trasformarsi in una disfatta per le imprese europee.

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