I giocatori portoghesi esultano, Eder ha appena segnato (foto LaPresse)

Adieu Francia, il Portogallo è campione d'Europa

Piero Vietti
I portoghesi battono i Bleus 1-0 segnando nel secondo tempo supplementare. Una brutta finale incorona dopo dodici anni la squadra di Cristiano Ronaldo, che si infortuna dopo pochi minuti e guarda i suoi compagni vincere da bordo campo. Una vittoria storica, in casa dei favoriti.

Alla fine lo ricorderemo come l'Europeo di Cristiano Ronaldo, spernacchiato da molti fino all'ultimo ma simbolo di una vittoria storica. Dai gol decisivi nel girone all'assist involontario a Quaresma negli ottavi passando per il colpo di testa in semifinale contro il Galles fino al crac del ginocchio questa sera, quando ha fatto pensare a tutti che la Francia avrebbe fatto quello che era scritto, cioè vincere l'Europeo in casa. E invece no, il Portogallo si è divertito a smentire anche chi diceva che senza CR7 non avrebbe combinato nulla, che erano un'accozzaglia di buoni giocatori e non un gruppo. La vittoria al 109' minuto grazie al gol di un subentrato dalla panchina, con Ronaldo incerottato a bordocampo racconta certamente un Europeo povero dal punto di vista tecnico ma anche un Portogallo che ha saputo imporsi sempre a modo suo: difendendosi bene e colpendo al momento giusto, con grinta, cambi azzeccati e cuore.

 

Il Portogallo se la fa sotto all’inizio, è evidente. Un mese fa non pensavano che sarebbero stati qui, a cercare di ribaltare la sfiga di dodici anni fa, quando CR7 era un giovane fenomeno che prometteva molto bene e si tornava a parlare dei lusitani dai tempi di Eusebio. Allora andò male, la Grecia consacrò il suo essere meteora del calcio (chi li ha più visti?) battendo il Portogallo in finale. I francesi temono soprattutto Ronaldo, si capisce dai fischi dei tifosi e dalla ginocchiata quasi assassina che Payet – sotto gli occhi indifferenti dell’arbitro – assesta al capitano dei portoghesi, azzoppandolo. Griezmann ha il fuoco addosso, lo hanno pompato a dovere nei giorni scorsi, lui è in quella fase in cui riesce tutto, o quasi. Il Portogallo sbaglia passaggi semplici ma rende onore al suo essere squadra rognosa – chiedete a tutte quelle che ha eliminato per arrivare qua – la Francia ci prova di più.

 

Al 17’ Ronaldo si accascia a terra, in lacrime: la botta impunita di Payet lo fa soffrire troppo. Prova con una fasciatura, uno come lui non può abbandonare il momento in cui si può scrivere la storia. Il problema è che quando i lusitani salgono in attacco senza CR7 non sanno a chi darla. Ronaldo rientra, zoppicante. Durerà? No. Al primo scatto si ferma, pur riuscendo a concludere l’azione con un assist di testa per Adrien Silva. Ronaldo esce in barella, i tifosi francesi applaudono, dopo averlo fischiato al rientro in campo. Lo sostituisce Quaresma, pettinato in modo improbabile. Non importa se sei il più grande, né se hai già vinto tutto: il calcio è desiderio, e per desiderare serve il cuore, che a Ronaldo non manca. Le sue lacrime sono tanto vere quanto dolorose.

 

 

L’uscita di Ronaldo se possibile rende i francesi ancora più antipatici, il suo pianto – che potrebbe essere di qualunque tifoso sugli spalti – lo rende immediatamente simpatico a tutti, anche a chi di solito lo giudica superficialmente solo un appariscente sbruffone. Ma con gli attestati di stima non si vince niente, purtroppo, e resta più di un’ora da giocare, almeno. Il Portogallo si appresta a giocare una partita in difesa, Rui Patricio para tutto quello che può, e le rare volte in cui i lusitani riescono a partire non hanno Ronaldo da innescare, e l’azione muore quasi sempre. Quando la Francia accelera fa paura, ma nei minuti finali del primo tempo il Portogallo alza la testa, preoccupando i francesi. L’arbitro inglese Clattenburg permette ai Bleus di picchiare duro, dopo il killeraggio ai danni di Ronaldo non viene punito neanche un pestone volontario a Quaresma durante un contropiede portoghese. Il cross di Joao Mario al 47’ che si spegne sul fondo fa pensare a tutti che con CR7 in campo sarebbe finita diversamente.

 

I francesi ricominciano come avevano finito, tirando pestoni agli avversari. Il Portogallo non patisce la Grande Assenza, chiude i francesi e attacca persino. I Bleus continuano a giocare allo stesso modo: tengono palla, accelerano ma concludono poco. Al 13’ esce Payet, che probabilmente non pensava di fare tutti quei danni con l’entrata intimidatoria su CR7,  e verrebbe da dire che un po’ ne ha patito le conseguenze psicologiche. La partita rimane bloccata per un po’, fino a quando Coman – è il 21’ – serve con un cross Griezmann in area: il piccolo francese colpisce di testa, dimenticato dalla difesa portoghese, ma la palla finisce inspiegabilmente fuori. I Bleus cominciano a giocare meglio, pressano alti e hanno gioco facile grazie all’assenza di attaccanti tra le fila del Portogallo: i rari cross di Quaresma in area finiscono dalla parte opposta, osservati dai difensori francesi. Il Portogallo prova a tirarla lunga, fino ad oggi questa tattica ha funzionato, e poi i francesi hanno un giorno di riposo in meno. Quando si tratta di partire in contropiede, però, i portoghesi patiscono la superiorità fisica dei padroni di casa. Al 30’ Giroud arriva a tanto cos dal gol del vantaggio, ma Rui Patricio fa una grande parata. Sul contropiede portoghese conseguente si nota quanto pesi la Grande Assenza: Joao Mario arriva sul fondo, ma quando alza la testa si accorge che nessuno lo ha seguito, e l’azione muore.

 

Al 79’ un cross sbagliato di Nani costringe Lloris a un salvataggio con la punta delle dita, la palla finisce a Quaresma, che colpisce in rovesciata: Lloris para, perché se il Trivela avesse segnato così in finale agli Europei avremmo dovuto chiudere il calcio per un paio d’anni almeno. La Francia comincia a sentire la fatica, il Portogallo fa entrare Eder in attacco e aumenta di peso. E’ Sissoko – partita pazzesca la sua – all’83’ a tirare fortissimo da fuori, ma Rui Patricio respinge bene ancora una volta. I Bleus non vogliono i supplementari, e attaccano a testa bassa. Al 92’ sembra fatta: Gignac si gira in area, vicino al palo e calcia. Rui Patricio è battuto, ma la palla finisce sul palo e poi a pochi centimetri da Griezmann, impotente. I portoghesi vogliono i supplementari, e li ottengono, dopo 90 minuti che non passeranno alla storia del calcio.

 

Durante l’intervallo Ronaldo rientra in campo, zoppicante, per caricare i suoi compagni. Dopo 5’ Pepe sfiora il gol di testa, ma colpisce in fuorigioco su punizione dalla trequarti di Quaresma. I portoghesi giocano su Eder, che la prende quasi sempre prima dei francesi, ed è tanto bravo di testa quanto impreciso coi piedi. Al 100’ Pogba semina il panico in area, ma ottiene solo un calcio d’angolo. I francesi sono stanchi, le facce dei portoghesi sono identiche dal primo minuto, sembrano sempre stanchi ma non si può mai dire. Al 103’ Quaresma batte un calcio d’angolo dei suoi, Joao Mario colpisce bene di testa ma troppo centrale, Lloris para d’istinto facendo sfiorare il colpo letale a un po’ di tifosi bleus sugli spalti. Il primo tempo supplementare finisce come gli altri due, 0-0.



Il secondo tempo inizia con il Portogallo in avanti, al 107’ c’è un calcio di punizione dal limite dell’area per i lusitani: il fallo non c’è, ma l’arbitro fischia lo stesso. Tutti aspettano Quaresma, ma calcia Raphael e colpisce la traversa interna: panico francese ma nulla di fatto. L’azione continua, i portoghesi insistono e Eder fa un capolavoro: prende palla sulla trequarti, resiste alle cariche e tira una sassata rasoterra da fuori area: gol, e Portogallo in paradiso. Il Saint Denis ammutolisce, ma in teoria c’è tempo per rimediare. Entra Martial per l’assalto finale. Al 113’ Pepe e Rui Patricio non si capiscono e regalano un angolo che ridà fiato ai tifosi francesi. Il Portogallo resiste, tiene palla quando può e riparte senza esagerare. Al 116’ i portoghesi sbagliano un contropiede e rischiano sulla ripartenza francese. Sull’azione Raphael cade a terra per crampi, e perde secondi importanti. Cristiano Ronaldo si sbraccia a bordo campo, dà indicazioni ai compagni e soffre per non essere lì in mezzo con loro.  A un minuto dalla fine il Portogallo riparte e ottiene un calcio d’angolo. Moutinho perde subito palla e lascia l’ultima azione ai francesi. Anzi, una delle ultime, dato che il recupero è di 2 minuti. Al 122’ panico nell’area portoghese, ma il tutto si risolve con un fuorigioco. Quando mancano pochi secondi Ronaldo ricomincia a piangere a bordo campo: questa volta per la felicità. Il Portogallo è campione d’Europa per la prima volta nella sua storia. La coppa la alza al cielo lui, pronto per il suo quarto Pallone d'Oro. La finale di dodici anni fa è vendicata. Nel modo più bello: in casa dei favoriti francesi, a Parigi. Smentendo pronostici e riscrivendo – loro sì – la storia.

Di più su questi argomenti:
  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.