Un momento de "Il Grande Match", con Ivan Zazzaroni e Arrigo Sacchi

Guardi gli Europei sulla Rai e ti sembra di vedere la tv rumena degli anni Ottanta

Mahatma
Alla Rai ce la mettono pure tutta, ma il prodotto confezionato per gli Europei resta osceno. Se vogliono catturare così il cosiddetto pubblico giovane, è meglio che trasmettano i campionati di orientamento (ops, l'hanno già fatto). Il confronto con Sky resta imbarazzante.

Niente da fare, la narrazione promessa proprio non c'è. Per carità, non c'è neanche Varriale (e questo è un grande risultato), ma guardare gli Europei sulla Rai è come sedersi in poltrona per seguire i giochi ginnici rumeni del 1982, in piena era Ceausescu. Perfino lo studio de "Il Grande Match" continua a essere poco più ampio di un garage, con una scenografia che sarebbe stata considerata obsoleta già all'epoca in cui Galeazzi conduceva Novantesimo minuto. Ce la mettono pure tutta, ma il prodotto resta osceno. Se vogliono catturare così il cosiddetto pubblico giovane, è meglio che trasmettano i campionati di orientamento (ops, l'hanno fatto, domenica pomeriggio). Hanno preso Rambaudi per commentare in diretta le partite (dall'altra parte hanno Adani, non so se ci siamo capiti) e lui parla di "grandi doti che il Signore ha dato a Cristiano Ronaldo" in un momento morto della partita tra il Portogallo e l'Islanda che, avendo strappato un punto, è già diventata "la favola" (fino a due ore prima la "favola" era l'Ungheria del portiere-nonno sceso in campo con pigiamone da cinquantacinquenne zitellone).

 

Hanno riscaraventato Amedeo Goria a intervistare i potenti di turno, e lui naturalmente adempie al ruolo con capacità: l'altra sera, dopo la vittoria contro il Belgio, mentre su Sky Costacurta e Del Piero spiegavano dove Conte avesse vinto la gara contro Wilmots, su Raiuno erano tutti preoccupati se dare la parola prima a Tavecchio o Malagò. Aldo Grasso ha scritto sul Corriere della Sera che la fotografia plastica del confronto è "l'esperto di ballo" Ivan Zazzaroni messo a fare disquisizioni tecniche, a fianco di un Arrigo Sacchi in disarmo e a comici che non farebbero ridere neanche il pubblico più assiduo del Bagaglino. Ieri poi urlavano eccitati perché avevano mandato un inviato a vedere la Coppa (l'orrenda Henry Delaunay) e spiegavano in esclusiva che "è alta sessanta centimetri e pesa ottanta chili". Della serie, manco le proporzioni. E tutti lì ad annuire, sia mai che si possa fare un cazziatone in diretta. Mica come Marco Cattaneo, che domenica nel pre partita su Sky se l'è presa con la regia rea d'aver inquadrato tifose ucraine non propriamente presentabili.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.