Milleottocento miliardi di euro: avreste mai immaginato che l’Unione europea potesse trovare la forza, il consenso, l’unità per stanziare tanti fondi per salvaguardare le economie e le società dei suoi stati membri? No, non si poteva immaginare: abbiamo sottovaluto il rischio di una eventuale pandemia (ci parevano scenari da film di fantascienza), figurarsi se potevamo considerare il rischio di una rivoluzione europea, in mezzo all’emergenza poi. Invece l’impensabile è accaduto e mentre mettevamo giù la scaletta di questo ultimo nostro EuPorn del 2020, ci siamo rese conto che tornavano due parole di continuo: “tedesco”, “Merkel”. Ancora con la cancelliera tedesca, sarà mica un’ossessione? Pensavamo che un po’ sì, ma anche qui ci siamo dovute ricredere: non siamo noi, è lei. In questi giorni si conclude il semestre europeo della Germania (poi tocca al Portogallo che ha anche le elezioni del capo dello stato mentre guida la presidenza a rotazione dell’Ue) e questo potrebbe essere l’ultimo Natale con Angela Merkel cancelliera tedesca. Diciamo “potrebbe” perché le elezioni nella Repubblica federale tedesca sono previste per il 26 settembre del 2021, quindi in teoria manca meno di un anno alla fine dei quattro mandati della Merkel. Ma ci sono ancora parecchie incognite: il successore deve ancora essere deciso e non è del tutto escluso che la cancelliera si getti nell’ultimo azzardo e decida di ricandidarsi (noi siamo dell’opinione che quattro mandati bastino: impareremo a gestire la sua assenza, avremo molti rimpianti, ma se dopo quindici anni un leader politico di un paese democratico pensa di essere ancora insostituibile e indispensabile, ci viene un po’ l’ansia). Un’incognita ulteriore è quella del tempo: pur con la Merkel, artista inarrivabile del compromesso, nelle ultime tornate elettorali la formazione del governo tedesco è stata un lavoro lungo. Quindi può essere (e questo non ci dispiacerebbe) che la Merkel resti cancelliera fino a 2022 inoltrato. In ogni caso ci godremo ogni attimo del tempo che resta: sono talmente tanti anni che contrastiamo la retorica Merkel-è-finita, che ci siamo fatte una maglietta con la copertina di Stern con la Merkel a testa in giù, simbolo del crollo e della fine, naturalmente capovolta, così sembra che voli, spettinata, quasi spensierata. E’ così che ce la immaginiamo nel giorno in cui ha iniziato la rivoluzione europeista del 2020: il giorno in cui ha deciso che l’eredità del merkelismo non sarebbe stata tedesca, sarebbe stata europea.
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