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Editoriali

Trump vuole normalizzare il rapporto con la Cina, ma Xi mostra i muscoli

Redazione

Secondo un’esclusiva Reuters, Pechino avrebbe già caricato più di cento missili balistici intercontinentali nucleari a combustibile solido DF-31 in campi di silos situati vicino al confine con la Mongolia. L’ultimo sviluppo di una serie di siti già individuati in passato dal Pentagono

I colloqui militari diretti fra America e Cina per lungo tempo sono stati sospesi. L’Amministrazione Trump, grazie a un certo ammorbidimento delle politiche anticinesi americane, è riuscita a riattivarli, tanto che l’incontro bilaterale fra il segretario alla Guerra Pete Hegseth e il ministro della Difesa cinese, l’ammiraglio Dong Jun, il 31 ottobre scorso era stato salutato come una “normalizzazione” tra le due Forze armate. Solo che mentre alti funzionari della Difesa americana e cinese si continuano a incontrare regolarmente (anche questa settimana a Washington), la stabilizzazione della comunicazione si accompagna a tutt’altro tipo di messaggi da parte della Cina, anche con i più stretti alleati dell’America nel Pacifico – il “telefono rosso” per gestire le crisi con il Giappone, per esempio, da settimane squilla a vuoto.

 

Ma c’è di più. Perché è lo stesso Pentagono a mettere in guardia sulla postura sempre più aggressiva di Pechino: secondo un’esclusiva Reuters, che ha potuto visionare un recente rapporto, la Cina avrebbe già caricato più di cento missili balistici intercontinentali nucleari a combustibile solido DF-31 in campi di silos situati vicino al confine con la Mongolia, l’ultimo sviluppo di una serie di siti già individuati in passato dal Pentagono, che però finora non aveva indicato il numero di missili effettivamente caricati. Inoltre, Pechino non mostrerebbe alcun interesse ad avviare colloqui sul controllo degli armamenti. Il mese scorso, scrive Reuters, il presidente Trump aveva detto di stare valutando un piano di denuclearizzazione insieme a Cina e Russia. Ma secondo la bozza del rapporto del Pentagono, “Pechino non sembra affatto sulla stessa lunghezza d’onda”, e “continuiamo a non vedere alcuna disponibilità da parte di Pechino a intraprendere queste misure o discussioni più ampie sul controllo degli armamenti”. E’ evidente che qualcosa nella “normalizzazione” voluta da Trump con il leader Xi Jinping non sta funzionando, e la Cina vuole sempre più proiettare la sua forza e la sua deterrenza. Ora è lo stesso Pentagono a dirlo.

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