Ansa

Le trattative

Macron parlerà con Putin, ma non facciamoci illusioni. Intervista

Mauro Zanon

L’Eliseo vuole riaprire il canale diretto tra Mosca e le capitali europee per non condannare l’Ue a ruolo di mera spettatrice. Ma, dice Yves Bourdillon, firma del quotidiano Les Echos, “sono molto cauto, perché non ci sono elementi che indichino un cambio di posizione da parte del Cremlino, anzi"

Parigi. L’ultima telefonata tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin risale al primo luglio, sullo sfondo delle tensioni militari alimentate dalla Guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran. Se da un lato, quella chiamata aveva permesso di trovare punti in comune sul dossier iraniano, dall’altro aveva confermato la distanza siderale tra il presidente francese e il suo omologo russo sulla questione ucraina. La situazione, oggi, è diversa da cinque mesi fa. I negoziati per un accordo di pace sono in corso e l’inquilino dell’Eliseo vuole riaprire il canale diretto tra Mosca e le capitale europee, per non condannare l’Ue a ruolo di mera spettatrice. Venerdì, dopo il vertice in cui l’Ue ha concordato di erogare un prestito di 90 miliardi di euro a sostegno di Kyiv, rinunciando all’utilizzo degli asset russi congelati, Macron ha dichiarato che sarebbe “utile” tornare a parlare con Putin. Nella notte tra sabato e domenica, Mosca, tramite il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, ha risposto che è “pronta al dialogo”.

 

“Parlando con i giornalisti al termine del vertice, Macron ha aggiunto: ‘Ci sono persone che parlano con Putin’, riferendosi alla Casa Bianca. Perché Parigi non dovrebbe farlo? E’ convinto che la Francia debba agire da forza trainante dell’Ue e mantenere il suo rango, vecchio riflesso gollista. Ma ha i mezzi per mantenerlo in questo momento? Non lo so, ma resta comunque un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ruolo che le conferisce un peso importante. C’è un po’ di vanità in questo tentativo, ma rientra nelle dinamiche della geopolitica”, dice al Foglio Yves Bourdillon, firma del quotidiano Les Echos, esperto dei paesi dell’ex Unione sovietica. Sapremo presto – “nei prossimi giorni”, ha fatto sapere l’Eliseo – quando verrà organizzata la nuova telefonata tra Macron e Putin e se produrrà risultati concreti, diversamente dalle ultime volte. O se sarà un’altra grande illusione.

 

“Sono molto cauto, perché non ci sono elementi che indichino un cambio di posizione da parte del Cremlino, anzi. Putin continua a pretendere la capitolazione totale dell’Ucraina, l’abbandono della cintura fortificata in Donbas e l’organizzazione di rapide elezioni, cosa assolutamente impossibile in un paese in guerra per questioni di sicurezza”, dice Bourdillon, che aggiunge: “Lo stesso linguaggio utilizzato dai portavoce del Cremlino, che si tratti di ministri o intellettuali filoputiniani, non offre spiragli per essere ottimisti. Tra loro c’è chi dice che bisognerebbe bruciare tutto fino a Cherbourg e chi minaccia di attaccare la Finlandia e la Svezia, che sono entrate nella Nato e se ne pentiranno perché subiranno la stessa sorte dell’Ucraina. Dal 2022 sono successe molte cose, sono stati commessi molti crimini di guerra da parte della Russia. Bisogna essere estremamente prudenti dinanzi a Putin, che ragiona solo in termini di rapporti di forza, non farsi illusioni”.

 

Mercoledì il presidente russo ha definito gli europei dei “maialini” che mirano a provocare il “crollo” della Russia. Non ha citato alcun capo di stato in particolare, ma Macron figura da sempre tra i bersagli prediletti delle battute sprezzanti dell’entourage del leader russo. Dmitri Medvedev, ex presidente della Russia e fedelissimo di Putin, lo ha appena definito una “prostituta”. “Tutti in Europa capiscono che un giorno bisognerà parlare con Putin, soprattutto se la mediazione americana dovesse fallire. La questione più complicata è quale sia il formato più adatto per condurre questi colloqui: un ‘E3’ con Francia, Germania e Regno Unito o un quadro più ampio”, ha detto ieri al Monde un diplomatico europeo. Per Bourdillon, la proposta di Macron è una buona iniziativa, “anche se forse sarebbe stato meglio consultare Germania, Regno Unito e Italia prima di mandare un messaggio di apertura a Mosca. L’argomento dell’Eliseo è che non c’è più tempo per stare a guardare, ma è meglio giocare di squadra”.