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House of Dynamite

La Germania e il più grande accordo militare israeliano. Parla l'ex ambasciatore Stein

Giulio Meotti

Berlino e Tel Aviv hanno firmato un altro contratto da 3,1 miliardi per espandere Arrow 3, per un valore totale di 6,7 miliardi. "La Germania è stata ed è tuttora un alleato stretto di Israele in Europa, data quella che considera una sua responsabilità storica" ha detto l'analista all’Institute for National Security Studies

Nel film “A House of Dynamite” di Kathryn Bigelow si dipinge uno scenario in cui un missile balistico inatteso minaccia gli Stati Uniti. La difesa missilistica di Washington tenta di fermarlo con due intercettori, ma uno fallisce e l’altro manca il bersaglio: il sistema aveva dato un tasso di intercettazione stimato al 61 per cento. Eppure, la realtà ci offre un contrasto più rassicurante grazie alla tecnologia israeliana. Lo scudo antimissile di Israele, culminante nell’Arrow 3, ha dimostrato tassi di successo al 95 per cento in intercettazioni reali, come negli attacchi iraniani, dove ha neutralizzato quasi tutte le minacce balistiche. E qui entra in scena l’Europa, in particolare la Germania, che ha compreso la lezione prima di altri. Israele e Germania hanno firmato un altro contratto da 3,1 miliardi per espandere Arrow 3, per un valore totale degli accordi di 6,7 miliardi: il più grande trasferimento militare nella storia israeliana.

 

All’inaugurazione di Arrow 3 in Germania, il 3 dicembre, il direttore del ministero della Difesa israeliano, generale Amir Baram, ha detto: “Come sopravvissuto all’Olocausto di seconda generazione, sono qui profondamente commosso perché un sistema di difesa missilistica, sviluppato dalle migliori menti ebraiche dell’industria israeliana per nostra necessità esistenziale, ora contribuirà a difendere la Germania. La nostra cooperazione si intensificherà e si approfondirà, sia in aria, sia a terra che nello spazio”.

 

“Le relazioni tra Germania e Israele in ambito militare e di difesa proseguono da tempo a vantaggio di entrambi i paesi” dice al Foglio Shimon Stein, che è stato ambasciatore israeliano a Berlino dal 2001 al 2007 e oggi analista all’Institute for National Security Studies di Tel Aviv, il principale pensatoio strategico dello stato ebraico. “L’accordo Arrow è un esempio del fatto che i sistemi israeliani (e americani), pensati per rispondere alle sfide che Israele sta affrontando, possono vedersela con le nuove minacce emergenti che la Germania e l’Europa si trovano attualmente di fronte. Non abbiamo ancora visto la fine del rafforzamento della cooperazione. La Germania è stata ed è tuttora un alleato stretto di Israele in Europa, data quella che considera una sua responsabilità storica. Mi aspetto che tale responsabilità continui nonostante le critiche espresse pubblicamente riguardo ad alcune politiche israeliane nel contesto della guerra a Gaza e alle attività in Cisgiordania che il governo tedesco ha disapprovato. Resta da vedere per quanto tempo durerà questa responsabilità morale e come si manifesterà in futuro”.

 

Scrive il Bulletin of the Atomic Scientists con un occhio al film della Bigelow: “Nella ‘Guerra dei dodici giorni’ di giugno contro l’Iran, la ‘Cupola di ferro’ israeliana e altre difese hanno ottenuto un impressionante tasso di successo dell’87 per cento contro le centinaia di droni e i duecento missili balistici armati con testate convenzionali lanciati da Teheran contro Israele. E i 45 missili che sono riusciti a penetrare hanno ucciso 28 israeliani (27 civili e un soldato). Una singola arma delle dimensioni di quella di Hiroshima fatta esplodere sopra Tel Aviv avrebbe ucciso 100 mila persone e ne avrebbe ferite 200 mila. Se tutti i missili e i droni iraniani fossero stati armati con testate nucleari, la maggior parte di Israele sarebbe stata distrutta”.

 

La Germania, stringendo questo mega accordo con Gerusalemme, diventa la “House of Dynamite” protetta d’Europa: non una casa di esplosivi pronti a detonare, ma una fortezza. In un mondo dove dittatori come Putin o regimi teocratici come Teheran minacciano con missili sempre più avanzati, affidarsi a difese del 61 per cento di successo come nel film è un suicidio. E mentre Hollywood dipinge incubi, la realtà israeliana costruisce scudi che rendono quegli incubi impossibili. Il partenariato tedesco israeliano è un trionfo della ragione sulla paura e dell’innovazione sulla rassegnazione. Israele ha forgiato uno scudo che protegge non solo se stesso, ma ora anche l’Europa libera. E la casa di dinamite diventa, grazie a Gerusalemme, una casa di pace armata.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.