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In Spagna

La disfatta di Pedro Sánchez in Extremadura: molto più che un'elezione locale

Marcello Sacco

I socialisti del Psoe hanno perso in una regione dove hanno governato per 36 anni cadendo dal 40 per cento al 25,7. Il motivo della débâcle risiede nello scontento generale rispetto al governo nazionale, assediato dagli scandali di corruzione e molestie sessuali

Madrid. La regione dell’Extremadura in Spagna era un po’ come l’Emilia “rossa” in Italia: un baluardo della sinistra che, però, alle elezioni regionali di domenica è stato espugnato dalle destre, rendendo ancora più cocente la sconfitta per i socialisti del Psoe, che nei 42 anni di esistenza delle comunità autonome qui hanno governato per 36 anni. Il Psoe aveva vinto anche le elezioni del 2023, ma di misura, così il Partito popolare (Pp) si era unito alla destra di Vox per fare quello che, giusto dall’altro lato della frontiera, in Portogallo chiamano “geringonça, cioè trabiccolo, da quando António Costa, pur avendo perso le legislative del 2015, riuscì ad allontanare il centrodestra dal potere alleandosi con le sinistre radicali. Però quello delle destre in Extremadura si era rivelato un trabiccolo davvero incapace di andare lontano. Dopo un anno di coabitazione, nel 2024 Vox aveva ritirato il suo unico assessore e tolto il sostegno all’esecutivo. L’insoddisfazione riguardava la politica migratoria del Pp, che puntava al ricollocamento su tutto il territorio nazionale di 400 migranti minori non accompagnati, sbarcati alle Canarie. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, poi, è stata la bocciatura del bilancio regionale. Si arriva così alle elezioni anticipate, con l’obiettivo dei popolari di ottenere la maggiorana assoluta.

 

La mossa non è servita ad affrancare il Pp da Vox, che è uscito particolarmente rinforzato dalle urne. Il Pp passa dal 38,7 al 43,1 per cento, una crescita notevole che tuttavia garantisce un solo seggio in più, da 28 a 29 (la maggioranza è a 33). Vox salta dall’8 a quasi il 17 per cento e da 5 seggi ne occupa 11, rendendo molto più vasto e ingombrante il proprio potere negoziale per una presidente regionale come María Guardiola, che già nel 2023 aveva garantito di non voler governare con i negazionisti della violenza “machista”, per poi doversi ricredere. Ma la vera notizia è l’affondamento del Psoe, che da quasi il 40 per cento cade al 25,7 per cento, perdendo ben dieci seggi, da 28 a 18. L’insoddisfazione dell’elettorato conferma di volersi riversare sui poli estremi, visto che al quarto posto incassa un buon risultato anche la coalizione formata da Podemos, Izquierda Unida e Verdi, che sale dal 6 al 10 per cento e da 4 a 7 seggi.

 

Il motivo della débâcle socialista risiede nello scontento generale rispetto al governo nazionale, assediato dagli scandali di corruzione e molestie sessuali, ma con un riflesso preciso e diretto nella scelta del candidato socialista in Extremadura. Si tratta di Miguel Ánguel Gallardo, protagonista di uno degli scandali che macchia il premier Pedro Sánchez anche nei suoi legami più intimi. Gallardo era diventato, infatti, il primo capolista in una competizione elettorale al tempo stesso sotto processo per presunti reati di traffico di influenze e abuso amministrativo. Un’altra medaglia da portare senza troppo orgoglio sul petto dei socialisti spagnoli dopo il primo Procuratore generale dello stato condannato a due anni di interdizione dai pubblici uffici (Álvaro García Ortiz) e dopo il primo deputato in carica nella storia della democrazia a trovarsi in custodia cautelare (José Luis Ábalos, già potente ministro dei Trasporti, segretario organizativo del Psoe e uomo di fiducia di Sánchez).

 

Va aggiunto che Gallardo finirà davanti ai giudici per un caso che coinvolge direttamente il fratello del primo ministro, David Sánchez, di professione musicista. Secondo l’accusa Gallardo, nel 2017, in quanto presidente della provincia di Badajoz lo avrebbe fatto assumere in maniera irregolare. In sostanza lo si accusa di aver creato su misura del fratello del primo ministro l’incarico di coordinatore dei conservatori regionali di musica, una figura prima inesistente e dalle funzioni poco chiare, pagata con soldi dell’erario regionale a un professionista che da qualche anno ha per giunta preso la residenza fiscale in Portogallo, comprando un palazzo antico nella città di frontiera di Elvas. Insomma, il trabiccolo delle destre era in panne e i socialisti, che giocavano in casa, dovevano solo mettere la palla dentro. Ma Pedro Sánchez ha ormai l’ostinazione di un leader nel bunker. Dice di resistere per salvare il paese dall’estrema destra, ma in Extremadura non ha funzionato. L’estrema destra avanza.

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