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Putin senza confini. Come la televisione russa ha spiegato perché gli europei sono "maialini"
Il Cremlino accusa i leader dell'Europa di voler spolpare il territorio della Russia. Ma è sempre Mosca a sconfinare, non soltanto con l'Ucraina
Oggi Vladimir Putin terrà la linea diretta con i russi, lo spettacolo di fine anno in cui risponde a domande che arrivano da qualsiasi canale: telefono, messaggio, social, di persona, in televisione. E’ uno spettacolo pilotato, ma il Cremlino non riesce a filtrare tutto: ogni tanto esce qualche domanda indesiderata, che comunque viene ignorata e si passa oltre. E’ probabile che qualcuno possa domandare cosa ne pensa il capo della Russia delle trattative per mettere fine alla guerra, soprattutto in concomitanza con il viaggio a Miami, a casa di Steve Witkoff, di Kirill Dmitriev , il collaboratore che di solito viene mandato quando Putin non ritiene la situazione seria abbastanza da richiedere la presenza dei pezzi forti. L’emissario di Trump accoglie da oltre un mese nella sua casa i colloqui con i funzionari di Kyiv e di Mosca, ma fra tutti, con Dmitriev ha un rapporto particolare, di confidenza.
Miami è il posto delle trattative, ma è molto lontana in questo momento dagli interessi di Putin, che si concentra di più sui suoi confini e sulle sue mire per i paesi a ridosso. Da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, il capo del Cremlino ha smesso di dire che la guerra contro l’Ucraina è un conflitto contro gli Stati Uniti. Improvvisamente ha ristretto tutto all’Europa: è gli europei che detesta, quei leader che non si arrendono all’idea di fare come vuole lui e come anche Trump accetta di fare.
Mercoledì, durante la riunione di fine anno del Consiglio di difesa, ha chiamato gli europei “podsvinki”, dei maialini che volevano isolare la Russia e guadagnare dal suo isolamento, ma hanno fallito. L’espressione “maialini” è stata forte persino per i russi, anche se Putin li ha abituati dall’inizio della sua carriera a un linguaggio non istituzionale e volgare, come dimostra una delle sue espressioni più famose: quando promise di andare a cercare i terroristi anche nei cessi. Ma i leader internazionali non sono terroristi (che vennero anche paragonati ai ratti), e l’espressione è risultata destabilizzante anche per il pubblico russo. La parola “maialini” è stata al centro dei dibattiti non soltanto in occidente, ma anche in Russia, era necessario spiegare ai cittadini perché Putin ha definito i leader occidentali in questo modo. Il conduttore e propagandista russo Evgeni Popov, più volte ospite anche di trasmissioni in Italia, ha spiegato nel suo programma sul Primo canale che non c’era altro modo di rivolgersi ai capi di stato e di governo che da trent’anni tentano di spolpare la Russia. Popov ha fatto l’elenco dei paesi che Mosca ha dovuto fermare, lottando contro le loro smanie di allargamento. Ha messo fra i colpevoli: Finlandia, Germania, Polonia, Romania, Lituania, Lettonia, Estonia, Svezia e anche la Norvegia, tutte ree di sognare disperatamente l’annessione di pezzi di Russia. L’aiuto che stanno dando all’Ucraina, spiega Popov, è volto a perseguire i loro obiettivi. I finlandesi vogliono riavere la Carelia e continuano “a disegnare la Carelia nelle loro mappe”. “I discendenti di Hitler”, quindi i tedeschi, sognano di riprendersi Kaliningrad e “ancora non si danno pace”. I romeni rivogliono la Moldavia con la Transnistria, la regione che si è autoproclamata indipendente dove “sventola la bandiera russa”; mentre i polacchi rivendicano parti della Russia e della Bielorussia. Gli estoni vorrebbero riprendersi la regione russa di Pskov, dove c’è una delle più grandi basi russe vicine al confine, attualmente semivuota perché le forze sono concentrate in Ucraina. La Norvegia invece ha fortemente militarizzato l’isola di Spitsbergen per rubare le risorse naturali della Russia. L’elenco di Popov cita regioni e città, fa una lista dei torti storici, e la spiegazione si conclude con un filmato di Putin introdotto con queste parole: “Putin ha già risposto ai sogni di questi maialini (la parola viene calcata con particolare vigore dal conduttore) venti anni fa”. Popov lancia il filmato in cui il capo del Cremlino dice: “Non avremo mai dei negoziati o discussioni sulle pretese territoriali”.
Giovedì, la guardia di frontiera estone ha rilevato un attraversamento illegale lungo il fiume Narva: tre guardie russe sono rimaste alcuni minuti nel territorio dell’Estonia. Il Narva non ha un letto ampio, è possibile arrivare da una sponda all’altra senza troppa difficoltà, la provocazione russa non è stata un caso e finora i tentativi di cambiare i confini sono arrivati sempre, e non sotto forma di negoziati, proprio dalla Russia.
La telefonata improvvisa