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gentili concessioni

Trump sta fischiettando sulla Cina

Redazione

Durante il suo primo mandato il tycoon aveva confermato la possibilità di chiudere TikTok, poi la cordata di imprenditori occidentali pronti ad acquisire la parte americana del social. Ma l'app c'è ancora, ed è ancora cinese

Fino a qualche mese fa sui giornali americani non si parlava d’altro che di TikTok. L’Amministrazione americana, prima quella di Trump e poi quella di Biden, riconosceva il social network di proprietà cinese come una minaccia alla sicurezza nazionale, con il suo algoritmo segretissimo di cui tutti sanno almeno una cosa, e cioè che risponde ai desiderata del Partito comunista cinese. Durante il suo primo mandato, Trump aveva promesso la chiusura di TikTok, Biden aveva confermato la possibilità, poi però è arrivata la seconda Amministrazione Trump. A gennaio la Casa Bianca ha promesso un accordo, una cordata di imprenditori occidentali che avrebbe acquisito la parte americana del social, ma non tutti erano convinti che sarebbe potuto accadere e infatti non è successo. Poi era arrivata una sentenza della Corte suprema, che aveva perfino confermato il ban a causa dei rischi per la sicurezza dei dati, ma l’app è tutt’oggi disponibile in America grazie a diverse proroghe. L’altro ieri, scaduto l’ennesimo rinvio firmato in attesa di capire come risolvere la vendita e sistemare la faccenda con i cinesi, Trump ha rimandato tutto al 23 gennaio prossimo, promettendo che per allora tutto sarà risolto. Nel frattempo però nessuno sa e nessuno fa trapelare quale sia l’accordo preso direttamente con la leadership cinese, e gli investitori americani che si erano resi disponibili ad acquisire le operazioni negli Stati Uniti sono “lasciati in un limbo”. C’è una certa reticenza da parte della Casa Bianca trumpiana di parlare di un argomento particolarmente scomodo: Trump finora ha fatto molte concessioni a Xi Jinping, e TikTok sembra la più sensibile anche per una certa parte del mondo Maga. La parabola è simile agli sforzi dell’Amministrazione per ridurre l’influenza cinese nel Canale di Panama, che sarebbero giunti “a un punto morto”, ha scritto il Wall Street Journal, perché il colosso cinese Cosco vuole una quota dell’acquisizione da parte di BlackRock.

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