Bart De Wever (foto ANSA)

Vietato fallire

L'Ue rispolvera l'ipotesi del debito comune per l'Ucraina ed è disposta a stare in Consiglio a oltranza

David Carretta

Arrivare alla fine di questo Consiglio europeo con una decisione sarà fondamentale per la posizione negoziale di Kyiv ed evitare una capitolazione. Sugli attivi sovrani russi pesa la determinazione della Germania, ma il Belgio ha ricevuto rassicurazioni che non sarà presa una decisione senza il suo consenso

Bruxelles. Vietato fallire sull’Ucraina. I principali leader europei sono determinati a trovare una soluzione per garantire il finanziamento dell’Ucraina nei prossimi due anni durante il Consiglio europeo che si apre oggi. Come riuscirci è tutt’altro che scontato, nel momento in cui Belgio e Italia continuano a obiettare all’utilizzo degli attivi sovrani russi per un prestito da 90 miliardi di euro. Ieri all’improvviso è tornata sul tavolo l’ipotesi di uno strumento di debito comune, come alternativa all’uso dei 210 miliardi di attivi russi. Il vertice durerà un giorno? Due? Fino a domenica? A causa dell’opposizione di Francia e Italia, l’Ue si prepara al fallimento sull’accordo commerciale con il Mercosur, inviando un pessimo segnale sulla sua affidabilità geoeconomica. Ma l’Ucraina è troppo importante per la sicurezza dell’Europa per permettersi di fallire. 

Alla vigilia del vertice europeo ieri tutto era ancora aperto sull’Ucraina. Il primo ministro belga, Bart De Wever, ha ribadito tutte le sue condizioni per accettare la proposta di un prestito di riparazione utilizzando gli attivi sovrani russi, di cui 185 miliardi di euro sono immobilizzati nel suo paese. Per mutualizzare i rischi il Belgio vuole che gli attivi russi presenti in tutti i paesi dell’Ue siano mobilitati, che gli altri stati membri forniscano garanzie illimitate in termini di ammontare (compreso in caso di ritorsione russa) e che sia instaurato un meccanismo di liquidità per gli istituti finanziari coinvolti nel caso in cui fossero costretti a restituirli alla Russia. Nei negoziati sono stati fatti progressi. La questione più complicata resta quella delle garanzie. Un paese come l’Italia dovrebbe firmare una fideiussione da almeno 25 miliardi di euro. Questo spiega in parte la prudenza espressa da Giorgia Meloni. Alla Camera, il presidente del Consiglio ha ribadito che serve chiarezza sui rischi “reputazionali, di ritorsione o legati a nuovi pesanti fardelli per i bilanci nazionali”.

                         

 

Le resistenze del Belgio e dell’Italia – a cui si aggiunge l’opposizione di Ungheria, Slovacchia e, probabilmente, Repubblica ceca – hanno costretto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a riprendere a malincuore l’ipotesi di uno strumento di debito comune per l’Ucraina. Questa è anche la richiesta che intende presentare il belga De Wever all’inizio del Consiglio europeo. Lo strumento di debito comune era stato rapidamente scartato dalla Commissione e da altri governi (in particolare dalla Germania e dagli altri frugali) per il veto del premier ungherese, Viktor Orbán. Le regole dell’Ue prevedono l’unanimità per gli strumenti di debito destinati a fornire prestiti a un paese terzo come l’Ucraina. Ma l’Ue si è già dimostrata molto flessibile. Lo ha fatto venerdì, quando ha deciso di immobilizzare a tempo indeterminato gli attivi sovrani russi, usando l’articolo 122 del trattato, che permette di votare a maggioranza in caso di grave crisi economica, in particolare legata agli approvvigionamenti o all’energia. Una lettura ortodossa del trattato avrebbe imposto una decisione di politica estera all’unanimità. Christine Lagarde, la presidente della Bce, lo ha fatto notare giovedì durante una cena dei ministri delle Finanze dell’Ue. “Se potete usare l’articolo 122 in una decisione sul regime delle sanzioni, allora sicuramente potete usarlo per emettere debito”, ha detto Lagarde, secondo quanto riferito da diversi partecipanti.

“Siamo assolutamente convinti di dover arrivare alla fine di questo Consiglio europeo con una decisione. E’ fondamentale per la posizione negoziale dell’Ucraina. Altrimenti più che a un accordo di pace rischiamo di arrivare a una capitolazione”, dice una fonte diplomatica. “L’Ucraina ha bisogno di denaro. E’ assolutamente vitale che prendiamo una decisione. Ci vorrà tempo, potrebbe essere venerdì o domenica”, conferma un altro diplomatico. Debito comune o attivi sovrani russi? Data la determinazione della Germania (nonché le obiezioni degli altri frugali che temono di creare un precedente per l’instaurazione di debito comune con un voto a maggioranza), la seconda strada rimane la più probabile. Tuttavia, il Belgio ha ricevuto rassicurazioni che non sarà presa una decisione senza il suo consenso. Ma più De Wever otterrà concessioni, più Meloni si troverà in difficoltà perché aumenterà il costo per l’Italia in termini di garanzie finanziarie. Meloni sarà sotto pressione anche per cambiare posizione sull’accordo con il Mercosur. Se confermerà che è “prematuro” firmare – come ha detto ieri alla Camera – le verrà chiesto di ottenere rassicurazioni da Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile che un rinvio al 2026 non farà saltare l’intesa di libero scambio.