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L'Italia ha in mano le sorti di un vertice decisivo per l'Ue
A Bruxelles, Giorgia Meloni dovrà affrontare due scelte cruciali: come posizionarsi sul finanziamento dell'Ucraina usando gli attivi russi e se bloccare l'accordo commerciale con il Mercosur. Due prove decisive che hanno instillato il dubbio sul pragmatismo europeo della premier
Bruxelles. Quando arriverà al Consiglio europeo che si apre domani a Bruxelles, Giorgia Meloni avrà puntati su di sé gli occhi di tutti gli altri capi di stato e di governo. Cosa farà il presidente del Consiglio italiano sugli attivi sovrani russi per finanziare l’Ucraina, test chiave della capacità dell’Unione europea di pesare ancora sugli esiti della guerra di aggressione di Vladimir Putin? Cosa farà sull’accordo con il Mercosur, test chiave della capacità dell’Ue di essere una potenza geoeconomica nel mondo di Donald Trump e Xi Jinping? La decisione dell’Italia di mettere per iscritto le obiezioni all’uso degli attivi russi e le indiscrezioni su un possibile asse con la Francia per impedire la firma con il Mercosur hanno instillato il dubbio sul pragmatismo europeo di Meloni. Fondamentale sull’Ucraina, decisiva sul Mercosur, l’Italia ha in mano le sorti di un vertice “decisivo” per il futuro dell’Ue.
Per l’Ucraina il vertice che si apre domani è “decisivo”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, António Costa. I leader dell’Ue – tutti tranne l’ungherese Viktor Orbán – hanno promesso di garantire il finanziamento dell’Ucraina per i prossimi due anni. Alla fine del primo trimestre del 2026, Kyiv non avrà più soldi per pagare gli stipendi e le armi. La prospettiva di una bancarotta indebolisce la posizione negoziale di Volodymyr Zelensky di fronte a Donald Trump e Vladimir Putin. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha proposto un prestito di riparazione da 90 miliardi di euro utilizzando i 210 miliardi di attivi della Banca centrale europea congelati nell’Ue. Il Belgio, dove sono immobilizzati 185 miliardi di attivi, è il paese che corre più rischi finanziari e sta facendo resistenza, ma sta continuando a negoziare. Quando venerdì 12 dicembre è stato approvato un regolamento per immobilizzare gli attivi a tempo indeterminato, gli altri stati membri sono rimasti sorpresi di vedere la firma dell’Italia su una dichiarazione sottoscritta da Belgio, Bulgaria e Malta nella quale i quattro paesi contestano l’uso degli attivi per finanziare il prestito di riparazione e si chiedono soluzioni alternative.
Nessuno sospetta Meloni di voler tradire l’Ucraina e allinearsi a Viktor Orbán. Ma non sono state fornite spiegazioni chiare sulla posizione adottata venerdì. Le alternative chieste dall’Italia, come uno strumento di debito europeo per finanziare l’Ucraina, sono “irrealizzabili perché richiedono l’unanimità”, spiega al Foglio un diplomatico. Il sospetto è che il problema di Meloni sia la garanzia che l’Italia sarà chiamata a fornire per proteggere il Belgio e le istituzioni finanziarie che detengono attivi russi dai rischi. L’ammontare potrebbe superare i 25 miliardi di euro, in base a una chiave di ripartizione del pil. Anche se Eurostat ha certificato che non peserà sul deficit e il debito, significa accettare una potenziale passibilità di bilancio di entità significativa. Meloni potrebbe tirarsi fuori. Le garanzie a favore del Belgio, infatti, saranno su base volontaria. “Ungheria e Slovacchia pesano poco. Ma la Germania e altri stati membri non accetteranno che un grande paese come l’Italia non faccia parte del meccanismo di garanzie, assumendosi la quota italiana”, dice una seconda fonte. Una soluzione, su cui sembra essere emerso un consenso, è un secondo livello di garanzie fornito agli stati membri – dunque anche all’Italia – con prestiti dal bilancio dell’Ue, se non sono in grado di dare esecuzione alla loro garanzia nazionale. Basterà a Meloni?
Sul Mercosur la posizione dell’Italia è “decisiva” per permettere a Ursula von der Leyen di volare a Brasilia sabato 20 dicembre a firmare l’accordo di libero scambio con Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. La Francia sta cercando di mettere in piedi una coalizione di paesi per un rinvio. Secondo Reuters, ci sarebbe un accordo tra Meloni e Macron per bloccare la firma. La Commissione e la presidenza danese del Consiglio dell’Ue sono pronti a mettere in minoranza la Francia. Ma “l’Italia è il paese chiave per avere la maggioranza qualificata a favore dell’accordo”, dice un funzionario. Ancora una volta, nessuna spiegazione è stata fornita ufficialmente a Bruxelles sulle richieste dell’Italia. Diverse fonti si augurano che le pressioni degli industriali italiani, ma anche di alcuni settori del mondo agricolo, convincano Meloni a sostenere la firma dell’accordo con il Mercosur. Ma al Parlamento europeo ieri i deputati di Fratelli d’Italia si sono astenuti sull’approvazione di clausole di salvaguardia rafforzate per il settore agricolo (la Lega ha votato contro, Forza Italia a favore). “Miglioramento non sufficiente”, ha detto Francesco Torselli di Fratelli d’Italia. Se non ci sarà la firma sabato, i paesi del Mercosur potrebbero dichiarare l’intesa morta. L’accordo è “di fondamentale importanza per la nostra Ue dal punto di vista economico, diplomatico, geopolitico, ma anche in termini di credibilità sulla scena globale”, ha ricordato un portavoce della Commissione.