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Editoriali

Le parole magiche: maggioranza qualificata

Redazione

L’Ucraina non sarà l’Afghanistan dell’Ue, dice Costa. Serve violare i propri tabù

  

È un messaggio molto forte quello che ha lanciato ieri il presidente del Consiglio europeo, António Costa, nel momento in cui Donald Trump ha accentuato ulteriormente la pressione su Volodymyr Zelensky per accettare concessioni territoriali alla Russia. “Non faremo in Ucraina ciò che altri hanno fatto in Afghanistan. Noi continueremo a sostenere l’Ucraina”, ha detto Costa durante una conferenza stampa a Dublino con il premier irlandese, Micheál Martin. Il riferimento è al ritiro caotico americano da Kabul del 2021, effettuato dall’Amministrazione Biden, ma le cui premesse erano state poste da Trump a seguito di un accordo con i talebani. L’Europa non farà come gli Stati Uniti che abbandonano i loro alleati perché stanchi della guerra. Le parole contano in questa fase. “Sosterremo l’Ucraina in tempi di guerra e in tempi di pace. Ma quando parliamo di pace parliamo di pace, non solo di fermare le ostilità e di una tregua, ma una pace giusta e durevole che assicuri la sicurezza futura dell’Ucraina e anche la sicurezza futura dell’Europa”, ha detto Costa.

Tuttavia, in questo momento contano ancora di più i fatti. Al Consiglio europeo del 18 dicembre i capi di stato e di governo devono decidere come garantire il finanziamento di Kyiv per i prossimi due anni. E’ la precondizione per continuare a difendersi e per rifiutare una capitolazione imposta da Trump e Putin. Costa ha assicurato di essere pronto a tenere i leader chiusi in una stanza per tre giorni. “Stiamo lavorando alla messa a punto per trovare una soluzione giuridica e tecnica che possa ottenere l’accordo di tutti, almeno della maggioranza qualificata degli stati membri”, ha aggiunto. L’espressione chiave è “maggioranza qualificata”. Gli altri leader avranno il coraggio di ignorare il prevedibile veto del premier ungherese, Viktor Orbán, protettore di Putin nell’Ue, o quello imprevedibile del premier belga, Bart De Wever, perché il suo paese corre i rischi finanziari maggiori? Se l’Ue non vuole fare come gli Stati Uniti in Afghanistan, deve violare i suoi tabù.