Foto Epa, via Ansa
editoriali
L'approvazione del finanziamento della Sécurité sociale è una vittoria di Macron
Sébastien Lecornu riesce a far approvare il disegno di legge sul Plfss e riesce a isolare la sinistra di Mélenchon
Martedì sera l’Assemblea nazionale ha approvato con 247 voti a favore e 234 contro il disegno di legge allegato al Bilancio sul finanziamento della Sécurité sociale (Plfss), l’insieme degli istituti dello stato sociale francese (sanità, vecchiaia, famiglia, infortuni sul lavoro). Era un testo fondamentale per la tenuta dell’esecutivo guidato da Sébastien Lecornu, privo di maggioranza all’Assemblea nazionale, un testo che lo scorso anno aveva fatto cadere dopo soli tre mesi di governo l’ex capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier. “Il compromesso non è solo uno slogan: permette di compiere progressi nell’interesse generale”, ha dichiarato subito dopo l’annuncio del risultato Lecornu, che vede ora più vicino l’obiettivo di dotare la Francia di un Bilancio entro il 31 dicembre.
L’approvazione del Plfss è figlia di settimane di dialogo con le destre e le sinistre responsabili, in cui Lecornu ha dimostrato il suo talento di negoziatore. Ha incassato il sostegno dei socialisti annunciando la sospensione temporanea della riforma delle pensioni, ha fatto passare i mal di pancia di alcuni alleati del blocco centrale macronista che ritenevano eccessive le concessioni alla gauche, ha convinto una parte dei gollisti, 18 deputati, a stare dalla sua parte, e l’ultimo giorno è riuscito anche a ottenere l’astensione degli ecologisti, presentando un emendamento che aumenta il tetto massimo della spesa sanitaria. “Chi avrebbe mai immaginato, quando abbiamo iniziato, che avremmo ottenuto tutto questo?”, si è domandato il primo segretario del Partito socialista, Olivier Faure, l’altro vincitore di questa sequenza parlamentare. La sinistra oltranzista di Jean-Luc Mélenchon e i suoi accoliti avevano dato pochi giorni di vita al Lecornu II. Ma dopo due mesi, l’ex ministro della Difesa li ha smentiti tutti, guadagnandosi a Parigi il soprannome di “equilibrista di Matignon”.