Nei Paesi Bassi

Stretta migratoria più edilizia pubblica: il piano dei centristi per governare l'Olanda

Francesco Gottardi

Nel documento per il futuro esecutivo, Jetten e Bontenbal tendono la mano alla destra sull’accoglienza e alla sinistra sulla crisi immobiliare: così confidano di raggiungere almeno un governo di minoranza

Doveva essere un programma di governo stilato in tempo di record, e tempo di record è stato. Con qualche giorno di anticipo rispetto alle tre settimane prefissate, Rob Jetten e Henri Bontenbal – il tandem centrista a capo dei negoziati olandesi – hanno presentato alla Tweede Kamer la bozza con le linee guida per il nuovo esecutivo. “Si tratta di un invito sincero e aperto agli altri partiti a partecipare alla discussione”, dice il numero uno dei cristiano-democratici, aspettandosi qualche emendamento dalle controparti prima dell’eventuale fumata bianca. Ma il punto di partenza è già piuttosto coraggioso e attento ad allargare la base del consenso parlamentare. Due i pilastri fondamentali enunciati nel testo: stretta sull’immigrazione e sostegno all’edilizia residenziale pubblica. Sono le tematiche che più stanno a cuore ai Paesi Bassi di oggi, il cavallo di battaglia – in un senso o nell’altro – di quasi tutte le forze politiche. Ed è così, nel segno del pragmatismo, che i moderati cercano di prendere in contropiede i due estremi.

  

Partiamo dal sistema di accoglienza dei rifugiati, su cui i sovranisti di Geert Wilders hanno costruito il loro slancio elettorale fino al governo e che al contempo ha portato alla caduta degli ultimi due. Già alla vigilia del voto, Jetten aveva sottolineato la necessità di una severa riforma in materia d’asilo – senza paura di sfidare la propaganda avversaria sullo stesso terreno del confronto. E ora i fatti confermano le parole: D66 e Cda intendono aumentare la sorveglianza territoriale sui profili problematici, complicare l’ottenimento della cittadinanza – disincentivando così i nuovi arrivi – e introdurre condizioni più severe per il ricongiungimento famigliare. La vera svolta riguarda poi un meccanismo di divieti per le agenzie di lavoro interinale: “Vogliamo abbandonare lo sfruttamento della manodopera a basso reddito e puntare su un’immigrazione mirata per quei settori socialmente ed economicamente importanti”, hanno spiegato i due leader a de Volkskrant. Nel complesso, in questo senso, si tratta di una serie di provvedimenti che tengono aperto il dialogo a destra. L’ascendente JA21, da potenziale ago della bilancia, pur sottolineando “la necessità di un approccio ancora più restrittivo”, riconosce ampi margini di dibattito. E Dilan Yesilgoz, segretaria del Vvd, perfino si complimenta con gli autori “per questo eccellente e rapido processo di redazione, senza problemi o fughe di notizie”. Da qui alla stretta di mano definitiva ce ne vuole, ma rispetto al gelo delle scorse settimane i progressi sono notevoli.

 

L’altro punto cardine trattato da Jetten e Bontenbal riguarda la decompressione del mercato immobiliare. Da tempo in Olanda è in corso una profonda crisi dell’offerta e il futuro governo si impegnerebbe a raggiungere l’obiettivo di 100mila nuove abitazioni ogni anno: per riuscirci, serve un profondo snellimento amministrativo. In particolare attorno ai cantieri di edilizia pubblica, rallentati di continuo dalla burocrazia – ne sorgerebbero altri su larga scala, anche attorno a inediti centri urbani di ultimissima generazione. La manovra dovrebbe essere accompagnata da un abbattimento dei prezzi, ormai alle stelle anche per le scarse limitazioni alle pratiche speculative: è qui che D66 e Cda confidano di mantenere un punto di contatto pure con la sinistra. Tra le opzioni sul tavolo c’è la devoluzione dei suddetti profitti privati a vantaggio della comunità, e soprattutto una significativa riduzione dei tassi d’interesse sui mutui. Questioni che per i partiti conservatori sono da sempre scottanti, ma non elettoralmente appetibili da farne un aut aut. Mentre il fronte socialdemocratico, a partire da PvdA-GroenLinks, ritiene che “queste svolte non possano avvenire senza di noi”.

 

Tenere le porte aperte aiuta, ma in questo modo il blocco centrista come pensa di governare? Secondo quanto si dice all’Aia, l’opzione più concreta all’orizzonte è quella di un esecutivo di minoranza: a D66 e Cda si aggiungerebbe in pianta stabile il Vvd, mentre JA21 e PvdA-GroenLinks offrirebbero un appoggio esterno a seconda delle questioni. Certo non sarebbe una soluzione particolarmente stabile, ma aritmetica alla mano si faticano a intravedere le alternative. Per ora Jetten continua “a non escludere alcuna opzione”. Bontenbal, da buon cristiano, spera “in un miracolo di Natale”: il rapporto finale degli informatori è atteso per martedì prossimo. E già lì si potrà intravedere che cosa aspetta agli olandesi sotto l’albero.