Ansa
Eurovision e riarmo
Testate a Gaza e contro l'Iran, le armi d'Israele le vogliono tutti in Europa (pure chi lo boicotta)
Il Wall Street Journal rivela che acquirenti statunitensi ed europei si stanno mettendo in fila per avere tutta la tecnologia militare israeliana. Ora che la Russia sta sorvolando con i droni i paesi membri della Nato, numerosi paesi europei sentono di stare esaurendo il tempo a disposizione
In un mondo dove la morale si piega al pragmatismo, un certo occidente si rivela maestro nell’arte dell’ipocrisia. Da un lato, proclama embarghi militari e boicottaggi contro Israele, come nel caso dell’Eurovision, per apparire virtuoso; dall’altro, brama le armi e le tecnologie israeliane, testate nelle arene più dure come Gaza (compresa l’Olanda, che boicotta Eurovision ma firmano con l’israeliana Elbit un contratto da 305 milioni di euro per la fornitura di sistemi di artiglieria missilistica Puls). Ma la botte piena – morale virtuosa – e la moglie ubriaca – dipendenza militare da Israele – non possono coesistere.
Così, mentre quaranta alti ufficiali dell’esercito tedesco erano in Israele a imparare come usare il sistema antimissile Arrow 3 schierato questa settimana dalla Germania (è la prima volta che un altro paese avrà accesso indipendente a questo asset militare di alto livello), numerosi paesi europei stavano partecipando a una conferenza sponsorizzata dal Ministero della Difesa israeliano, che ha presentato tecnologie da campo testate nel cuore delle campagne militari israeliane, tra cui Gaza, Libano e Iran. La morale evapora quando Putin bussa alla porta artica e mitteleuropea.
Rivela il Wall Street Journal che acquirenti statunitensi ed europei si stanno mettendo in fila per avere tutta la tecnologia militare israeliana. Funzionari di paesi come Germania, Norvegia e Regno Unito hanno partecipato questa settimana all’incontro: su un grande schermo nell’auditorium gremito due droni d’attacco sono stati mostrati mentre volavano contro un edificio nell’enclave di Gaza, sollevando una colonna di fumo lungo la costa. Delegazioni sono arrivate da India, Uzbekistan, Singapore, Canada e svariati paesi europei. La Norvegia, che ha ritirato gli investimenti in Caterpillar a causa dell’utilizzo dei bulldozer dell’azienda a Gaza, ha inviato un funzionario. Ieri Israel Aerospace Industries ha firmato un accordo per la fornitura alla Tailandia del suo sistema terra-aria Barak MX, che per la prima volta fornirà al paese asiatico un sistema per proteggere le principali basi aeree e lo spazio aereo nazionale.
Ryan Brobst della Foundation for the defense of democracies spiega che “in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Putin nel 2022, molti paesi europei, tra cui Regno Unito, Repubblica Ceca, Finlandia, Polonia, Danimarca ed Estonia, hanno aumentato i loro acquisti di armi da Israele, secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute”. Ora che la Russia sta sorvolando con i droni i paesi membri della Nato in Europa, i partecipanti alla conferenza in Israele hanno detto che sentono di stare esaurendo il tempo a disposizione. A settembre, il Regno Unito ha impedito a una delegazione del ministero della Difesa israeliano di partecipare a una fiera del commercio di armi. Ora gli stessi inglesi sono in Israele a comprare armi israeliane. La Germania ha inviato una delle delegazioni più numerose alla conferenza israeliana. I partecipanti indossavano spille con le bandiere unite di Germania e Israele.
E domani arriva a Gerusalemme il cancelliere Friedrich Merz nella prima visita di un capo di stato europeo da quando la Corte dell’Aia ha spiccato un mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu (il governo tedesco ha già espresso interesse per l’Arrow 4 israeliano in fase di realizzazione). Le esportazioni di armi israeliane hanno battuto un record dopo lo scoppio della guerra a Gaza, raggiungendo i 14,8 miliardi di dollari, nonostante gli appelli al boicottaggio da più parti in Europa. Europa che è stata il maggiore acquirente di tecnologia di difesa israeliana, rappresentando il 54 per cento delle esportazioni rispetto al 35 per cento dell’anno precedente. Alla fiera militare israeliana c’era anche una delegazione dell’Unione europea. Le armi israeliane sono molto richieste perché sono “battle-tested”, testate in scenari reali come Gaza, Libano e Iran, dove droni, missili e sistemi di difesa come Arrow 3 e Iron Dome hanno dimostrato efficacia contro minacce asimmetriche.
A ottobre, l’ex capo dell’aeronautica israeliana, Amir Eshel, parlando al DefenseTechSummit di Tel Aviv ha spiegato che Hamas è riuscita a bucare le difese israeliane usando banali droni, razzi e deltaplani. “Abbiamo affrontato un menù degustazione. Le prossime guerre saranno di ordini di grandezza più impegnative. Dobbiamo prepararci ora”. Israele sta così per dotare l’esercito del nuovo sistema Iron Beam, un sistema di intercettazione laser a cui la Rafael lavora da dieci anni. Un livello di difesa ulteriore rispetto a Iron Dome, David’s Sling e Arrow. Israele intanto starà in piedi, con o senza applausi eurovisivi.