Foto ANSA

La decisione del tribunale

Sulla revoca del permesso di soggiorno e l'espulsione dell'imam torinese Shahin si decide il 14 gennaio

Il Tar del Piemonte ha rigettato la richiesta dell'imam di sospendere il provvedimento di revoca del permesso di soggiorno della questura di Torino (in attesa di un eventuale annullamento). A suo sostegno si erano mossi gli attivisti che hanno partecipato all'assalto della redazione de La Stampa

Il caso dell'imam di Torino Mohamed Shahin sarà discussio dal collegio di giudici amministrativi piemontesi il 14 gennaio. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte, rigettando la richiesta di sospensione cautelare avanzata dai legali dell’imam sul ricorso proposto da lui stesso contro la revoca del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo adottato dal questore di Torino. L'imam è detenuto dallo scorso 24 novembre nel Cpr di Caltanissetta in attesa di essere rimpatriato in Egitto. Per chiedere il suo rilascio si sono mossi in questi giorni diversi attivisti torinesi, fra i quali quelli che settimana scorsa hanno partecipato all'assalto della redazione de La Stampa, scrivendo proprio sui muri dell'ufficio "Free Shanin".

Shahin ha ricevuto un decreto di espulsione dal ministero dell’Interno in quanto accusato di avere posizioni religiose estremamente radicali. In particolare, gli sono contestati alcuni passaggi di un discorso che aveva tenuto lo scorso ottobre durante una manifestazione pro Palestina, in cui disse di essere "d’accordo” con quanto successo il 7 ottobre del 2023, e che la strage compiuta dai miliziani di Hamas in Israele, in cui furono uccise circa 1.200 persone e altre 250 furono rapite, "non è una violenza". 

 

E'proprio la delicatezza del caso che ha convinto i giudici amministrativi a rinviare al collegio la decisione sull'eventuale sospensione cautelare della revoca del permesso di soggiorno. "Visto il complesso della vicenda, tenuto conto del bilanciamento degli interessi e del probabile processo concernente l’espulsione, si ritiene che la questione vada affrontata collegialmente", si legge nel decreto del Tar piemontese.

Di più su questi argomenti: