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L'editoriale del direttore
L'escalation della Russia fa paura, quella dei suoi utili idioti ancora di più. Come riconoscerli
Provano a camuffarsi e negare le proprie convinzioni, ma alla fine con una frase tradiscono il loro pensiero profondo. Piccolo manuale per smascherare con facilità a cena (e anche lontano dai pasti) un filoputiniano che non si presenta come tale
Ogni tanto ci provano, a tavola e non solo lì. Provano a camuffarsi, provano a dissimulare il proprio credo, provano a negare le proprie convinzioni. Ma alla fine della conversazione, di solito, arriva sempre un momento in cui il vostro interlocutore, con una parola, con una frase, con una argomentazione, tradisce il suo pensiero profondo, quando parla di Ucraina. Quello che segue, dunque, è un piccolo manuale per orientarvi nelle prossime settimane durante le quali, prima di Natale, le cene aumenteranno, gli incontri si moltiplicheranno e le possibilità di fare i conti con un filoputiniano, non abbastanza coraggioso però per dichiararsi come tale, aumenteranno a dismisura. Lo sappiamo, certo, molti di voi saranno già attrezzati per competere in quella complicata disciplina che è diventata lo stare a cena con alcuni conoscenti, a volte anche alcuni amici, alcuni dei quali nel recente passato hanno magari avuto simpatia per i No vax, empatia per i pro Hamas e trasporto per i pro Trump.
Per chi non lo fosse abbastanza, ecco qualche spunto utile per riconoscere a cena un filoputiniano che non si presenta come tale. Il filoputiniano, che nega la sua essenza, di solito cerca di offrire ragioni laterali per spiegare perché il sostegno all’Ucraina non è più accettabile. La premessa non richiesta, siamo al livello dell’anche-io-ho-amici-neri, è che la Russia ha sbagliato a invadere l’Ucraina, ma oggi sostenere Kyiv non è più possibile perché (a) è un paese corrotto, (b) non sappiamo come usa i nostri soldi, (c) sta inutilmente allungando la guerra, (d) sta impoverendo le nostre nazioni, (e) ci ha costretto a mettere in campo sanzioni che stanno uccidendo la nostra economia, (f) ci sta portando a creare tensioni con la Russia, (g) ci sta costringendo a ragionare su inutili strategie di deterrenza contro quegli agnellini russi che, come è noto, se non venissero provocati mai arrecherebbero disturbo ai loro vicini.
Il filoputiniano, che non si considera tale, lo potrete riconoscere facilmente anche perché, di solito, nega con forza l’effetto delle sue stesse affermazioni. Se gli dite che mollare l’Ucraina significherebbe far vincere Putin, lui beato vi risponderà: no, significherebbe solo far vincere la pace. Se gli dite che lavorare alla capitolazione di una democrazia aggredita significherebbe indebolire l’Europa, lui beato vi risponderà: no, significherebbe solo dare sollievo alle nostre imprese. Se gli dite che difendere l’Ucraina significa difendere la sovranità dell’intera Europa, lui beato vi risponderà che l’Europa va difesa da se stessa prima ancora che dai suoi eventuali nemici. Se gli dite che l’unico riarmo che dovrebbe far paura all’Europa è quello della Russia, la cui spesa militare oggi è ai livelli della Guerra fredda, lui beato vi dirà che la deterrenza non serve, che mostrare i muscoli ai paesi aggressivi significa provocarli, che dimostrare che la Nato è pronta a fare di tutto per difendere gli stati membri significa solo volere la Terza guerra mondiale.
Il filoputiniano che nega di essere tale lo potete riconoscere da molti dettagli, lo avete capito. Ma per quanto si possa camuffare, a tavola e anche lontano dai pasti, alla fine potete smascherarlo in un modo semplice. Se considera il sostegno a una democrazia aggredita solo una perdita di tempo, un costo e non un investimento, se odia l’Europa come la odia Putin, se odia Zelensky come lo odia Putin, se odia le sanzioni europee come le odia Putin, forse semplicemente il vostro amico che finge di non essere putiniano non potrà non riconoscere che se si hanno gli stessi obiettivi di Putin forse si sta facendo campagna per Putin e forse si hanno gli stessi obiettivi di Putin. Ovvero: rallentare la sovranità europea, rendere le nostre democrazie vulnerabili, permettere ai nemici dell’Europa di essere più forti. Si scrive euroscetticismo, si legge filo putinismo, si pronuncia cretinismo, si declina come cialtronismo. L’escalation della Russia fa paura, quella dei suoi utili idioti forse ancora di più. A tavola, e non solo lì.