Ansa
La grande eccezione tedesca
Da Sansal a Israele, la Germania è il paese che fa più sul serio per la libertà e contro l'estremismo
Le autorità tedesche hanno messo al bando il gruppo Muslim Interaktiv, accusandolo di attività sovversive e confiscandogli i beni. “Risponderemo con tutta la forza della legge a chiunque inciti l’odio contro lo stato di Israele e gli ebrei in modo intollerabile”, ha detto il ministro dell'Interno Dobrindt
Nelle stesse ore in cui la Germania si prodigava di tirare fuori dal carcere algerino Boualem Sansal portandolo in salvo con un volo militare della Bundeswehr, le autorità tedesche mettevano al bando il gruppo Muslim Interaktiv, accusandolo di attività sovversive in quanto inneggiante al califfato. In seguito al divieto, Muslim Interaktiv è sciolto e i suoi beni confiscati. I tedeschi avevano da poco chiuso il Centro islamico di Amburgo, accusato di essere alle dipendenze dell’Iran. Stesso destino per la fondazione Ihh dietro la flotilla per Gaza e bandita da Berlino per i legami con Hamas, come la popolare ong islamica Samidoun, attivissima in molti paesi europei (in Spagna ha preso parte all’ultima flotilla).
Altro che “malato d’Europa”: la Germania è quella che fa più sul serio contro l’estremismo. “Risponderemo con tutta la forza della legge a chiunque invochi un califfato per le nostre strade, inciti l’odio contro lo stato di Israele e gli ebrei in modo intollerabile e disprezzi i diritti delle donne e delle minoranze”, ha affermato ieri il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt. Dopo il 7 ottobre, Berlino ha proibito manifestazioni di antisemitismo, come lo slogan “Palestina libera dal fiume al mare”. Le chiese tedesche, finanziate dal contribuente tedesco, formano catene umane fuori dalle sinagoghe per proteggerle dopo le manifestazioni violente. Poi Berlino ha designato il movimento per il boicottaggio d’Israele come “estremista”. Una nuova legge promulgata dal governo tedesco impone che i test di cittadinanza includano domande sulla vita ebraica in Germania e sul diritto di Israele all’esistenza, “al fine di salvaguardare la sicurezza ebraica”.
Così una sentenza a Ratisbona ha rigettato la cittadinanza a un siriano che non voleva riconoscere il diritto di Israele a esistere. La Germania è anche uno dei soli tre paesi europei ad aver messo fuori legge sia l’ala militare che quella “politica” di Hezbollah. Berlino ha anche tolto la licenza alla compagnia aerea iraniana Mahan Air, accusata di trasportare mezzi e materiale dei pasdaran. Sono numerosi i dissidenti islamici sotto protezione in Germania e a cui Berlino ha dato asilo, dall’egiziano Hamed Abdel Samad alla turca Seyran Ates (quest’ultima ha fondato la “prima moschea liberale d’Europa”, sempre a Berlino). Senza contare il più grande colosso editoriale tedesco, Springer, sul cui quartier generale sono stati proiettati i volti dei Bibas, uccisi da Hamas. Unico giornale europeo a farlo. I volti di Shiri, Ariel e Kfir hanno brillato sul grattacielo Springer. “Se siete contro Israele, non lavorate per noi”: questa la risposta ai dipendenti di Mathias Döpfner, ceo di Springer. La Bild ha anche piazzato un furgoncino con un messaggio davanti all’ambasciata iraniana a Berlino e il volto di Khamenei: “Fintanto che finanzierete l’uccisione di ebrei, noi vi staremo addosso”.
E la Germania è l’unico paese europeo immune al boicottaggio accademico di Israele. La professoressa Milette Shamir dell’Università di Tel Aviv al New York Times questa settimana spiega che oggi la sua università vanta più collaborazioni con la Germania che con qualsiasi altro paese al di fuori degli Stati Uniti. “La Germania è davvero un’eccezione in Europa”. Il paese dove “mai più” non è ancora aria fritta.