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Il caso
Antisemitismo Maga. La Heritage difende Tucker Carlson: Israele sta perdendo anche i Repubblicani
Il principale think tank conservatore americano sembra non volersi alienare l’enorme seguito del giornalista. Prima di essere assassinato, Kirk aveva avvertito Netanyahu: il “sentimento anti israeliano” avrebbe finito per polverizzare il flebile sostegno allo stato ebraico anche nel campo del Gop
La corrente antisemita della destra americana, a lungo minoritaria e che fa oggi capo a influencer come Candace Owens, Nick Fuentes, Tucker Carlson, Steve Bannon e altri, è in via di sdoganamento. Kevin Roberts, il presidente dell’influente Heritage Foundation, ha assunto le difese di Carlson e della sua decisione di intervistare l’antisemita Fuentes, un fanboy di Hitler che tre anni fa ha cenato con Donald Trump a Mar-a-Lago. Roberts è sembrato fare un freddo calcolo politico: i Repubblicani hanno più bisogno di Carlson, che ha attaccato i “mangiatori di hummus” al funerale di Charlie Kirk, più di quanto abbiani bisogno del tradizionale consenso filo israeliano. Israele sta perdendo anche i Repubblicani (che abbiano perso i Democratici lo dice il caso Zohran Mamdani a New York).
Dopo che alcune frasi che menzionavano Carlson sono scomparse dal sito della Heritage hanno iniziato a circolare voci secondo cui il colosso conservatore si stesse preparando a rinnegarlo, nonostante i legami storici di Carlson con l’organizzazione. Ma Roberts, invece di denunciare Carlson, gli ha portato il suo sostegno, condannando la “velenosa coalizione che lo attacca” e difendendo le recenti critiche di Carlson e Fuentes a Israele, sostenendo che “l’antisemitismo dovrebbe essere condannato”, ma che “i cristiani possono criticare lo stato di Israele senza essere antisemiti”. L’ex conduttore di Fox News aveva detto a Fuentes di “detestare i sionisti cristiani più di chiunque altro”, una linea rossa per i Repubblicani.
Una novità nella politica repubblicana. In risposta, dirigenti della Heritage, tra cui Richard Stern, direttore della Politica economica, hanno iniziato a criticare Roberts sui social. “Nazis are bad”, ha postato Stern su X. La Heritage, il principale think tank conservatore americano, sembra non volersi alienare l’enorme seguito di Carlson, il Walter Duranty della destra americana, e la base bannonian. Quando Roberts afferma che i conservatori non dovrebbero “sostenere automaticamente alcun governo straniero”, riconosce che la coalizione repubblicana ora include persone attivamente ostili a Israele. Perderle significherebbe perdere le elezioni. E l’infrastruttura intellettuale del partito si sposta verso una posizione più ambivalente su Israele, complice anche l’elezione a vicepresidente di JD Vance e la carica di deputati come Marjorie Taylor Greene, che ha accusato Israele di “genocidio”.
Fuentes ha dichiarato che i commentatori ebrei conservatori Josh Hammer, Mark Levin e Ben Shapiro, anch’essi spesso bersaglio di Carlson, dovrebbero “andarsene in Israele”. A un evento organizzato dalla Coalizione ebraica repubblicana, il senatore del Texas Ted Cruz, convinto sostenitore di Israele, ha detto che i conservatori che non condannano le opinioni di Fuentes sono “complici di quel male”. “Se ti siedi con qualcuno che dice che Adolf Hitler era molto, molto fico e non dici nulla, allora sei un codardo” ha detto Cruz.
Negli ultimi due anni, anche il sostegno a Israele fra i giovani evangelici è crollato del cinquanta per cento. A marzo di quest’anno, la Heritage ha pubblicato un rapporto in cui chiedeva agli Stati Uniti di cambiare la propria posizione su Israele. L’attivista conservatore Kirk, fedelmente pro Israele e filo ebraico, aveva avvertito Benjamin Netanyahu in una lettera inviatagli prima di essere assassinato: il “sentimento anti israeliano”, scrisse Kirk, avrebbe finito per polverizzare il flebile sostegno allo stato ebraico anche nel campo repubblicano. La Generazione Z sta diventando la Generazione Zyklon.