le provocazioni

L'aereo russo intercettato dalla Polonia e i droni in Belgio. Putin continua a testare i cieli europei

Priscilla Ruggiero

Da oltre un mese la Russia interferisce nello spazio aereo di alcuni paesi sul fianco est dell’Alleanza atlantica, sorvolando anche su siti sensibili come le basi militari. Due giorni fa c'è stato terzo avvistamento in un mese di droni su basi militari belgi

Ieri le Forze armate polacche hanno dichiarato che due caccia polacchi Mig-29 hanno intercettato e scortato un aereo da ricognizione russo che sorvolava il Mar Baltico il giorno prima:  l’Il-20 russo stava volando nello spazio aereo internazionale senza un piano di volo depositato e con il transponder spento, ma non ha violato lo spazio aereo polacco,  ha affermato l’esercito in una dichiarazione su X.  La Polonia è “vigile per garantire che il nostro spazio aereo non venga violato”, ha detto Jacek Goryszewski, portavoce del comando operativo dell’esercito polacco: da oltre un mese la Russia continua a testare i confini della Nato e a violare lo spazio aereo di alcuni paesi sul fianco est dell’Alleanza, sorvolando anche su siti sensibili come le basi militari  in Belgio, Polonia, Romania, Danimarca e Germania.  Sempre questa settimana, nella notte di lunedì scorso sono stati avvistati diversi droni per la seconda volta in pochi giorni sopra la base militare in Belgio  di Marche-en-Famenne, in Vallonia: “Un’operazione chiaramente orchestrata contro il cuore del nostro esercito”, ha scritto il ministro della Difesa Theo Francken su X, perché i droni “miravano a raccogliere informazioni sulle infrastrutture critiche situate in proprietà militari”.

 

Già a inizio ottobre, durante un test di routine delle apparecchiature di sorveglianza, erano stati stati avvistati circa 15 droni sulla base militare belga di Elsenborn, utilizzata principalmente come campo di addestramento militare: quello di due giorni fa è il  terzo avvistamento di droni sui siti militari in Belgio in un mese. Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen tutte le segnalazioni di droni che hanno sorvolato le infrastrutture critiche europee nelle scorse settimane hanno un nome: “guerra ibrida”, fatta di incursioni di droni, disinformazione e attacchi informatici da parte del Cremlino. Ma nonostante per la maggior parte delle segnalazioni la Russia sia la prima sospettata, spesso è difficile dimostrare la sua responsabilità. 

 

Soltanto questa settimana il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio, Andrius Kubilius, ha confermato che il  primo settembre scorso l’aereo sul quale viaggiava insieme con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva subìto delle interferenze del Gps – una tesi che era stata prima avanzata e poi smentita dal governo della Bulgaria, dove il velivolo era poi atterrato. Nel suo discorso di apertura della conferenza voluta dalla presidenza di turno danese “Space for European Resilience. Rising to the Collective Challenge”, che serviva a lanciare il nuovo programma “European Resilience from Space”, guidato dalla European Space Agency (l’Esa) in coordinamento con la Commissione europea, Kubilius ha detto che  “ciò che è accaduto a me è una realtà quotidiana in vaste aree d’Europa (...) interferenze e falsificazioni dei segnali dei sistemi globali di navigazione satellitare colpiscono cinquantamila voli all’anno. Nel Baltico c’è stato un aumento di cinque volte rispetto all’anno scorso delle interferenze radio. E lasciatemi aggiungere un dettaglio interessante. Di recente ho parlato con alcuni esperti di spoofing. Mi hanno raccontato che all’inizio dell’invasione russa, i russi falsificavano le coordinate in modo da farle combinare su una mappa a formare una lettera: la lettera Z. Non serve ricordare a nessuno cosa significhi”.

 

Lo spazio, ha detto Kubilius, “è ora in cima all’agenda europea” perché è “decisivo sul campo di battaglia” – Putin non smetterà di testare l’articolo 5 della Nato, e “non possiamo permettere che lo spazio venga lasciato ai nemici dell’Europa. E non possiamo permetterci di restare indietro rispetto ai nostri alleati”.  Al Parlamento europeo, dopo le ripetute violazioni russe dello spazio aereo, von der Leyen ha detto: “Un incidente può essere un errore. Due, una coincidenza. Ma tre, cinque, dieci? Questa è una campagna deliberata contro l’Europa. E l’Europa deve rispondere”. 

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