Bilaterale Donald Trump-Volodymyr Zelensky all'Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2025 (LaPresse) 

Zelensky incontra (di nuovo) Trump. L'ipotesi di un cessate il fuoco a Kyiv come quello a Gaza

Kristina Berdynskykh

Venerdì il vertice alla Casa Bianca. Dopo due telefonate consecutive, i leader discuteranno pace, difesa e pressioni su Mosca, sull’onda del successo del presidente americano in medio oriente. Ma la strada è ancora ripida e l'Ucraina dovrà affrontare nuove pressioni

Kyiv. Per due giorni consecutivi, l’11 e il 12 ottobre, il presidente americano Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono sentiti al telefono, discutendo della guerra e dei passi successivi per raggiungere la pace. Venerdì si terrà anche un incontro personale, Zelensky visiterà la Casa Bianca per la terza volta dall’inizio del secondo mandato presidenziale di Trump. “È un evento senza precedenti nella storia delle relazioni tra Ucraina e Stati Uniti”, dice al Foglio il politologo Volodymyr Fesenko. Secondo l’esperto, questa intensa attività diplomatica è legata al recente successo di Trump in medio oriente e alla firma, lo scorso 13 ottobre, dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Sull’onda di questo trionfo, il leader americano sembra ora ancora più determinato a ottenere progressi anche nella questione della fine della guerra della Russia contro l’Ucraina. “Trump ama gli elogi e le vittorie, e vuole davvero porre fine alla guerra”, dice al Foglio l’analista Mykola Davydiuk.

  

Se in passato il presidente americano non aveva intrapreso azioni significative contro la Russia né imposto nuove sanzioni, ora pare disposto a spingere Mosca verso la diplomazia e i negoziati da una posizione di forza, non solo a parole. Inoltre, sta crescendo anche il suo malcontento per la politica del Cremlino.

   

C’è anche un fattore psicologico. Sapendo del desiderio quasi ossessivo di Donald Trump per ottenere il Premio Nobel per la pace, il presidente russo Vladimir Putin non ha fatto nulla per aumentare le sue possibilità di vincerlo quest’anno. “Al contrario, la parte russa ha mostrato di non essere in grado di giungere a compromessi”, dice Davydiuk.

 

Il successo in medio oriente, tuttavia, sembra spingere Trump verso nuove ambizioni pacificatrici – e l’Ucraina ne è ben consapevole, osservano gli analisti di Kyiv. Per questo, alla vigilia della visita di Zelensky a Washington, già il 13 ottobre una delegazione ucraina è partita per gli Stati Uniti. Ne fanno parte la premier Yulia Svyrydenko, il capo dell’Ufficio del presidente Andriy Yermak, il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale e difesa Rustem Umerov e il primo vice ministro degli Esteri Serhiy Kyslytsya. Yermak ha scritto sui social che la missione prevede colloqui sul rafforzamento della difesa aerea ucraina, sulle capacità offensive contro il territorio nemico, sulle questioni energetiche – particolarmente difficili in vista dell’inverno – e sulla discussione di nuove sanzioni contro la Russia.

  

Zelensky, nel suo incontro con Trump, probabilmente parlerà non solo di questi temi, ma anche delle prospettive di futuri negoziati diplomatici per la fine della guerra. Dopo il faccia a faccia tra i due presidenti, si prevede che Trump avrà contatti anche con Vladimir Putin, ipotizza Fesenko: “È probabile che si tratterà di una conversazione telefonica, ma il Cremlino potrebbe anche proporre un incontro diretto tra i leader di Stati Uniti e Russia”, suggerisce l’esperto. In ogni caso, ci si aspetta una riattivazione del canale negoziale.

    

Per spingere Mosca verso una diplomazia reale – e non verso una sua ennesima simulazione –, gli Stati Uniti potrebbero persino decidere di fornire all’Ucraina i missili a lunga gittata Tomahawk, sperano a Kyiv. “C’è l’aspettativa che Trump si mostri più deciso nella vendita delle armi necessarie all’Ucraina”, afferma Davydiuk. Infatti, anche se Washington ha quasi del tutto sospeso i fondi per l’assistenza militare a Kyiv, l’influenza degli Stati Uniti – e di Trump in particolare – sul corso della guerra non è diminuita. Tuttavia, Zelensky non dovrebbe gioire troppo presto. È importante ricordare, osservano gli analisti, che per Trump conta la fine della guerra in sé, non le condizioni con cui essa si concluderà. Di conseguenza, è probabile che anche l’Ucraina subisca nuove pressioni.

  

In questa situazione, gli ucraini dovranno ricordare a Trump l’esperienza positiva dell’accordo di pace nella Striscia di Gaza, che includeva intese sul cessate il fuoco. La scorsa primavera la Russia aveva respinto la proposta americana di una tregua di 30 giorni in Ucraina, e neppure i negoziati fra Trump e Putin in Alaska avevano portato a un’intesa su questo punto. “L’Ucraina deve convincere Trump che per una soluzione pacifica della guerra russo-ucraina è necessario applicare lo stesso principio che ha funzionato con successo nei negoziati sulla Striscia di Gaza”, dice Volodymyr Fesenko.