Andrej Babis durante un comizio prima delle elezioni parlamentari a Praga, 30 settembre 2025 (AP Photo/Petr David Josek) 

editoriali

Il possibile ritorno di Babis al governo della Repubblica ceca mette Praga in subbuglio

Redazione

Il presidente Petr Pavel fa un discorso prima delle elezioni ed esorta gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il paese “in balia della Russia”. La figura che lo preoccupa è quella dell'ex premier, leader del'Alleanza contro la corruzione. In ballo c’è molto

Il presidente della Repubblica ceca Petr Pavel ha fatto un breve discorso in vista delle elezioni legislative del 3 e 4 ottobre. Pavel ha servito nell'esercito ceco come generale e da quando è stato eletto capo dello stato si è dimostrato un inflessibile difensore della solidarietà dell’occidente contro la guerra di invasione di Mosca in Ucraina. Pavel ha esortato gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il paese “in balia della Russia”, ha sottolineato che il voto è in grado di determinare il futuro del paese e ha voluto rimarcare che sono in gioco la libertà, la sicurezza e l’economia della Repubblica ceca. Pavel ha ricordato che il nuovo governo dovrà tutelare la sovranità del paese e tenerlo protetto dalle ingerenze di Mosca, rammentando sempre che le uniche garanzie di sicurezza sono i paesi alleati dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica.

 

  

La figura che preoccupa Pavel è l’ex premier Andrej Babis, imprenditore arrivato in politica con il suo partito liberale Alleanza contro la corruzione (Ano), accusato di essere un populista, ma sull’europeismo e il posizionamento internazionale della Repubblica ceca era stato sempre chiaro. Negli ultimi anni è arrivata una brusca conversione, e Babis ha aderito ai Patrioti per l’Europa, il gruppo del premier ungherese Viktor Orbán, della Lega, del Rassemblement national di Marine Le Pen e dell’Afd. Ha iniziato a cambiare idea su tutto, sull’Europa e anche sul rapporto con la Russia e con una coalizione che mette insieme estreme destre e sinistre, Babis potrebbe tornare al governo e stravolgere la linea della Repubblica ceca, aggiungendosi così al gruppo di Orbán e dello slovacco Fico nel remare contro l’unità europea. Pavel è preoccupato, in ballo con questo voto c’è molto e il generale-presidente sa che i destini di Kyiv e dell’Europa sono sempre più intrecciati.