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In Francia

Così Bussigny si è infiltrata tra i collettivi francesi pro Hamas. Il libro

Mauro Zanon

La giornalista ha deciso di infiltrarsi per due anni nelle università, nelle manifestazioni e nei canali Telegram in Francia, Belgio e Stati Uniti dove imperversano le frange più radicali della gauche, scoprendo il nuovo volto dell’odio anti ebraico

Da giornalista del Point e di Franc-Tireur, i due settimanali del liberalismo francese, Nora Bussigny ha provato più volte a intervistare i militanti dei collettivi di estrema sinistra che dal 7 ottobre 2023, giorno del pogrom di Hamas in Israele, hanno banalizzato il discorso antisemita nel dibattito pubblico, rivendicando l’odio verso lo stato ebraico e celebrando l’organizzazione terroristica palestinese come un “movimento di resistenza”. “Ma quando li contattavo, presentandomi come giornalista del Point o di Franc-Tireur, mi rispondevano: ‘No, non parliamo con l’estrema destra fascista’”, racconta al Foglio Nora Bussigny. Ha deciso allora di infiltrarsi per due anni nelle università, nelle manifestazioni e nei canali Telegram in Francia, Belgio e Stati Uniti dove imperversano le frange più radicali della gauche, scoprendo il nuovo volto dell’odio anti ebraico: quello di una generazione Z affascinata dall’estrema sinistra pro pal, imbevuta di retorica decoloniale e diventata cavallo di Troia dell’antisemitismo.

 

Il risultato della sua investigazione sotto copertura è un libro rigoroso e sconvolgente, già bestseller: “Les nouveaux antisemites. Enquête d’une infiltrée dans les rangs de l’ultragauche” (Albin Michel). “La molla è stata il 7 ottobre 2023. Mentre Hamas commetteva i suoi massacri in Israele, diversi collettivi di estrema sinistra francesi celebravano ‘la liberazione’, la rivolta dell’‘oppresso’ contro ‘l’oppressore’, del ‘colonizzato’ contro il ‘colonizzatore’, e alcune militanti femministe allontanavano dalle manifestazioni le loro omologhe ebree venute a testimoniare gli stupri delle donne israeliane. L’antisemitismo, mascherato da antisionismo, è esploso alla luce del sole”, dice al Foglio Bussigny. Che si è infiltrata nelle strutture che hanno portato l’odio antisemita in piazza: Palestine Vaincra, Urgence Palestine e soprattutto Samidoun. Nota anche come Rete di solidarietà per i prigionieri palestinesi, l’organizzazione, per i suoi legami con Hamas e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, è riconosciuta come terroristica in molti paesi tra cui Germania, Stati Uniti e Canada. Uno dei leader, Khaled Barakat, è stato inserito nella lista nera degli Stati Uniti nel 2024 per i suoi legami con il terrorismo, e Jaldia Abubakr, coordinatrice della rete di Samidoun in Spagna, è salita a bordo della flotilla per Gaza. “Samidoun è molto presente anche in Italia, hanno sostenuto diversi attivisti pro pal, ma è in Belgio che ha più potere: si infiltra nei campus e radicalizza gli studenti. La sua strategia di battaglia consiste nel mettere in contatto gli studenti con, cito, ‘i martiri palestinesi’ di Hamas, e combattere l’Autorità palestinese”, spiega al Foglio la giornalista, prima di aggiungere: “Il suo obiettivo è quello di mettere in atto un’intifada: nei campus, nelle strade, ovunque”.

 

C’è anche Villa Medici, l’Accademia di Francia a Roma, nell’inchiesta di Bussigny. In ragione di una figura controversa, giornalista del media decoloniale Paroles d’honneur e simpatizzante di Hamas, che è stata borsista di Villa Medici fino a pochi mesi fa: Louisa Yousfi. “E’ stata selezionata per una residenza di scrittura di un anno, finanziata con soldi pubblici del ministero della Cultura francese, nonostante sia nota per glorificare la ‘resistenza armata’ di Hamas. Il 7 ottobre ha postato sul suo profilo Instagram una bandiera palestinese con lo slogan ‘De la mer au Jourdain’, e il giorno della morte dell’ex capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, sotto la sua foto, ha scritto: ‘Il nostro sangue non ha più valore del sangue del nostro popolo’”, rivela al Foglio Bussigny. Ma non è tutto. Yousfi ha approfittato della sua parentesi romana per invitare in Italia Houria Bouteldja, leader franco-algerina degli Indigènes de la République, che il 7 ottobre, ai terroristi di Hamas, ha manifestato la sua “fraternità militante”, e ha pubblicato il libro “Maranza di tutto il mondo, unitevi! Per un’alleanza dei barbari nelle periferie”.

 

“Hanno girato l’Italia assieme, Bologna, Roma, Napoli, organizzato molti eventi pro-pal con gli antifa italiani, e sui social è tutto documentato”, dice al Foglio Bussigny. Nella sua inchiesta, riaffiora anche il passato di Rima Hassan, eurodeputata franco-palestinese della France insoumise, il partito della gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon, nota oggi per le sue posizioni pro Hamas: “Nel libro racconto i suoi legami con un agente di influenza della Repubblica islamica dell’Iran, ma anche la sua ossessione per la comunità ebraica. Hassan ha sempre voluto andare in Israele, da adolescente studiava in segreto l’ebraico e ha avuto una relazione amorosa con un ragazzo ebreo, che nascondeva alla sua famiglia musulmana”. Nel 2014, Hassan parte in Libano per uno stage con una stella di David al collo regalatale dal suo compagno. Al suo ritorno in Francia, inizia a ritwittare Dieudonné, il comico antisemita: è l’inizio della sua trasformazione nella pasionaria francese di Hamas.

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