
La nuova strategia
Zelensky dice di avere il sostegno di Trump per colpire le raffinerie russe. E chiede un'arma (segreta)
Il presidente americano ha scoperto (da poco) che l’economia russa rischia di collassare se non riesce a produrre e vendere le sue risorse energetiche e per questo dice a Kyiv di attuare quelle che Zelensky definisce “le sanzioni che funzionano”
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto in un’intervista al sito americano Axios (che sarà pubblicata integralmente oggi) che durante il suo incontro con Donald Trump a New York il presidente americano gli ha dato il suo appoggio a colpire le infrastrutture energetiche e le fabbriche di armi nel territorio russo. Zelensky ha anche chiesto a Trump la fornitura di una tipologia di arma – che non ha voluto precisare a telecamere accese – che costringerà Vladimir Putin al negoziato: il presidente americano ha detto che “ci lavorerà”. Secondo gli esperti, questa nuova collaborazione potrebbe cominciare dalla condivisione delle informazioni di intelligence su alcuni obiettivi militari russi. Le operazioni ucraine contro raffinerie e arsenali sono sempre più frequenti.
Zelensky dice che a ogni attacco russo l’Ucraina risponderà, senza colpire i civili “perché noi non siamo dei terroristi”, ma a chi lavora al Cremlino conviene sapere dove si trovano i rifugi. Gli obiettivi principali restano quelli delle infrastrutture: Trump ha scoperto (da poco) che l’economia russa rischia di collassare se non riesce a produrre e vendere le sue risorse energetiche e per questo dice a Kyiv di attuare quelle che Zelensky definisce “le sanzioni che funzionano” (i droni contro le infrastrutture) e agli europei di smetterla di finanziare Putin acquistando petrolio e gas dalla Russia. Da quando il presidente americano ha detto che, seguendo questa strategia del collasso economico, l’Ucraina può “vincere” e tornare alla sua “forma originaria”, gli europei si interrogano sul significato di questa svolta. Sono per lo più scettici, se non peggio, come dice il premier polacco Donald Tusk: “Questo sorprendente ottimismo nasconde la promessa di un coinvolgimento ridotto degli Stati Uniti e di un trasferimento all’Europa della responsabilità di porre fine alla guerra. La verità è meglio dell’illusione”. Alcuni esperti dicono che se è vero che Trump vuole dare agli europei l’onere di una guerra che non considera sua, allo stesso tempo questo suo nuovo atteggiamento dà ai repubblicani filoucraini un nuovo margine di azione (il segretario di stato Marco Rubio ha infine accettato l’invito ad andare a Kyiv).
Zelensky ringrazia e mette a punto la strategia per colpire i russi, mentre il fronte nel Donbas regge. L’arma segreta è il perno del nuovo metodo del presidente ucraino che, ha detto ad Axios, finita la guerra lascerà l’incarico. I russi, per bocca del solito Dmitri Medvedev, evocano nervosi (di nuovo) l’arma nucleare, mentre diventa sempre più concreto quel che l’ex ministra della Difesa lituana, Rasa Jukneviciené, ha detto esplicitamente: “Stiamo raggiungendo il punto in cui noi, la Nato e l’Ue, dovremo chiedere all’Ucraina di unirsi a noi il prima possibile”.

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