
Così Mosca manipola il voto di domenica per bloccare il progetto europeista della Moldavia
Il Cremlino intensifica la guerra ibrida contro la filoeuropeista Maia Sandu, con tutto l'armamentario di disinformazione, influencer e bot pro-russi sui social. Non deve vincere le elezioni, gli basta qualche seggio in Parlamento
Due giorni fa la Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, ha diffuso una nota citando un documento dell’Svr, il servizio di intelligence estera russo, secondo la quale la Nato starebbe preparando una “effettiva occupazione” della Moldavia per tenerla “nel solco della politica russofoba” degli “euroburocrati di Bruxelles”. Si tratta dell’ennesimo tentativo di disinformazione e destabilizzazione della Moldavia, che si prepara al voto per il rinnovo del Parlamento domenica prossima. Non esiste alcun progetto di dispiegamento di truppe nella regione di Odessa “per intimidire la Transnistria”.
E i contingenti dell’Alleanza atlantica attualmente in Romania non sono pronti a “prendersi” la Moldavia, ma anzi sono essenziali per il monitoraggio e la difesa dello spazio aereo della Nato e dell’Europa dalle intimidazioni russe. A distanza di più di tre anni dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, la strategia della destabilizzazione del Cremlino funziona ancora molto bene e non solo nei paesi legati alla sfera di influenza sovietica, ma anche in Europa: solo per fare un esempio, la nota stampa della Tass è stata copincollata e rilanciata da diverse agenzie di stampa italiane, e da alcuni media, senza verifiche prima della diffusione.
Alla fine del 2024 la presidente moldava filoeuropeista Maia Sandu aveva vinto un secondo mandato con il 55 per cento delle preferenze, superando il filorusso Alexandr Stoianoglo, in un voto che era arrivato a ridosso del referendum costituzionale sull’adesione all’Ue, deciso per poche migliaia di schede in favore dell’avvicinamento a Bruxelles. Ma il paese resta il ventre molle delle campagne del Cremlino, con una popolazione spaventata dall’azzardo europeista e dall’atteggiamento sempre più aggressivo di Mosca. Sandu ha ripetuto spesso che le elezioni di domenica sono “le più importanti” della storia del suo paese. E’ un film che abbiamo già visto: dopo l’approvazione del Consiglio europeo dei negoziati di adesione con la Moldavia (e con l’Ucraina) due anni fa, il governo di Chisinau ha rispettato gli accordi e ha portato avanti le riforme. Ma l’avvicinamento potrebbe bloccarsi nel giro di poco, già dalla prossima settimana. Mosca sa che non ha bisogno di vincere le elezioni, gli basterebbe avere un numero sufficiente di seggi in Parlamento per bloccare le riforme. Il partito Azione e solidarietà (Pas) di Sandu è attualmente di poco favorito dai sondaggi, ma deve sfidare il Blocco patriottico, formato dalla coalizione di partiti filorussi e di sinistra il cui volto più famoso è quello dell’ex presidente Igor Dodon, che nel mondo al contrario dei sostenitori del Cremlino accusa Sandu di “estremismo atlantista”. La Moldavia è una priorità politica europea, tanto che alla fine di agosto erano stati a Chisinau il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro polacco Donald Tusk, che aveva detto una frase significativa: “Non può esserci un’Unione europea sicura, né una Polonia, una Francia o una Germania sicure, senza una Moldavia indipendente”.
Il Cremlino però già da mesi ha intensificato la guerra ibrida contro il paese (Sandu ha detto che Putin sta spendendo “centinaia di milioni di euro” per manipolare il voto di domenica in suo favore), e la polizia moldava non riesce a far fronte alle ingerenze a basso costo e su larga scala: lunedì sono state condotte oltre 250 perquisizioni e controlli su almeno cento sospettati di preparare disordini in vista del voto. L’operazione è finita con 75 arresti. Oltre alle tradizionali fake news – come quella diffusa qualche giorno fa secondo la quale il governo moldavo avrebbe ordinato alle istituzioni pubbliche di esporre bandiere arcobaleno, in un paese tradizionalmente conservatore – gli osservatori hanno notato un aumento esponenziale del reclutamento di influencer locali su piattaforme social, tattica che mira a influenzare anche un pubblico che non segue da vicino la politica. Secondo una lunga indagine di Euronews, Mosca avrebbe reclutato anche membri della chiesa ortodossa, con sacerdoti coinvolti in attività politiche nonostante sia contrario alla legge. Un’analisi di OpenMinds citata dal Kyiv Post ha rivelato l’uso di una gigantesca rete di bot pro-Cremlino su Telegram: su 253 canali Telegram esaminati tra il 1° luglio e il 15 settembre scorsi, sono stati identificati 462 bot attivi che hanno generato oltre 62 mila commenti, rappresentando il 12,8 per cento di tutta l’attività informativa su Telegram in Moldavia durante il periodo di riferimento. L’analisi ha anche scoperto la presenza di 26 canali con legami diretti con il Cremlino, tra cui media affiliati all’oligarca ed ex parlamentare moldavo Ilan Shor, scappato dal paese nel 2019 e ancora latitante. La campagna di disinformazione filorussa come “Matryoshka” è la principale indiziata quando si tratta di screditare il governo Sandu, accusata tra le altre cose di essere schizofrenica, di aver truccato le elezioni, di voler imporre una dittatura in Moldavia, di commerciare bambini ucraini in una rete di pedofili segreta.

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