LaPresse

Le incursioni di Mosca

Alcuni europei della Nato vogliono restaurare la deterrenza contro le incursioni di Putin

David Carretta

Al Consiglio di sicurezza, alcuni leader dell’Alleanza usano toni duri e precisi con il rappresentante russo: Varsavia e Praga non escludono di abbattere gli aerei russi, se Mosca continua il suo “test”. Il precedente in Turchia

L’incursione di tre Mig russi nello spazio aereo dell’Estonia, dopo quella dei droni in Polonia, sta spingendo alcuni leader della Nato a considerare misure estreme per restaurare la deterrenza dell’Alleanza atlantica. “Prenderemo la decisione di abbattere oggetti volanti senza discussione quando violano il nostro territorio e sorvolano la Polonia”, ha detto ieri il premier polacco, Donald Tusk. Nel fine settimana era stato il presidente della Repubblica ceca, Petr Pavel, a suggerire la necessità di abbattere aerei e droni russi quando violano lo spazio aereo della Nato. C’è un precedente. La Turchia di Recep Tayyip Erdogan il 24 novembre del 2015 inviò un F-16 ad abbattere un Sukhoi Su-24 russo al confine con la Siria, dopo una serie di violazioni del suo spazio aereo. Vladimir Putin comprese il messaggio, si lanciò in una escalation retorica, ma abbandonò l’escalation delle provocazioni militari.

 

L’incursione della Russia nei cieli estoni è stata oggetto di un dibattito d’emergenza al Consiglio di sicurezza dell’Onu ieri. Gli analisti occidentali ritengono che quella di venerdì 19 settembre non sia stato un incidente. I tre Mig sono entrati per dodici minuti in profondità nello spazio aereo dell’Estonia, senza piani di volo comunicati in anticipo e con i trasponder spenti. I piloti hanno rifiutato di comunicare con i controllori di volo. La Nato ha dovuto far decollare gli F-35 italiani per scortare i Mig russi fuori dallo spazio aereo dell’Estonia. Al Consiglio di sicurezza il rappresentante russo, Dmitry Polyanskiy, ha accusato gli europei di “diffondere bugie evidenti” alimentate dalla “paranoia” e dalla “russofobia”. Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha risposto mostrando i tracciati radar e le fotografie dei caccia russi, sottolineando che portavano missili ed erano pronti al combattimento. “Ci ricordiamo dell’occupazione della Georgia nel 2008, la Crimea nel 2014, l’aggressione contro l’Ucraina nel 2022. Non mentite. Le prove ci sono”, ha detto Tsahkna. Anche l’Amministrazione Trump ha adottato toni più duri. “Gli Stati Uniti e i loro alleati difenderanno ogni centimetro del territorio Nato. La Russia deve urgentemente interrompere questo comportamento pericoloso”, ha avvertito l’ambasciatore americano, Mike Waltz. La ministra degli Esteri del Regno Unito, Yvette Cooper, è stata più esplicita: “Se dovessimo affrontare aerei che operano nello spazio aereo della Nato senza permesso, lo faremo”. L’avvertimento è diretto. “Le vostre azioni sconsiderate rischiano di provocare uno scontro armato diretto tra Nato e Russia. La nostra alleanza è difensiva, ma non illudetevi: siamo pronti a difendere i cieli e il territorio della Nato”, ha detto Cooper rivolgendosi al rappresentante russo. “Se un altro missile o aereo entra nello spazio aereo della Nato e viene abbattuto (…), non venite qui a lamentarvi”, ha detto il ministro polacco, Radoslaw Sikorski.

 

Le incursioni dei droni in Polonia e dei Mig in Estonia sono considerate un test da parte di Putin della determinazione della Nato a difendersi e mantenere la sua unità. La mancata reazione di Donald Trump ai droni in Polonia potrebbe aver incoraggiato il leader russo ad andare oltre. Venerdì due aerei russi hanno anche sorvolato la zona di sicurezza della piattaforma Petrobaltic nel Mar Baltico. E’ questo episodio che ha spinto Tusk a esprimersi su un potenziali abbattimento. La piattaforma Petrobaltic non è nelle acque territoriali né all’interno dello spazio aereo della Polonia. “E’ necessario pensarci due volte prima di decidere azioni che potrebbero provocare una fase molto acuta di conflitto”, ha spiegato il premier polacco. Tuttavia “voglio essere molto chiaro. Decideremo di abbattere gli oggetti volanti senza discussione se violano il nostro territorio e sorvolano la Polonia”, ha aggiunto Tusk. Il premier polacco vuole anche avere “il 100 per cento di certezza” che gli alleati della Nato siano dalla sua parte “se il conflitto entra in una fase molto acuta”. Dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca con i suoi dubbi sull’impegno nella Nato, e ancor più dopo il vertice di Ferragosto con Vladimir Putin in Alaska, la deterrenza dell’Alleanza atlantica si è deteriorata.

 

Una lezione su come restaurare la deterrenza verso la Russia è stata impartita dal presidente della Repubblica ceca, Petr Pavel. “La Russia si comporterà come le permetteremo di fare”, ha detto Pavel alla televisione pubblica nel fine settimana, dopo l’incursione dei Mig in Estonia. “La violazione dello spazio aereo è un motivo per attivare meccanismi di difesa e quindi abbattere un simile aereo”, ha spiegato Pavel. Una risposta adeguata “include una risposta militare”. La Russia si renderebbe “conto molto presto di aver commesso un errore e di aver oltrepassato limiti accettabili. Purtroppo, siamo in bilico sull’orlo del conflitto. Ma cedere al male è semplicemente impossibile”. 

 

Ex capo di stato maggiore delle Forze armate della Repubblica ceca, nel 2015 Pavel era il presidente del Comitato militare della Nato. Sicuramente ricorda il precedente dell’abbattimento del Sukhoi russo da parte della Turchia, un membro dell’Alleanza. Erdogan e Putin avevano agende diverse nella guerra civile in Siria. Dopo una serie di violazioni dello spazio aereo da parte dei caccia russi, Erdogan dichiarò pubblicamente che avrebbe reagito a qualsiasi violazione della sicurezza del confine. Il 24 novembre diede seguito alla minaccia abbattendo il Sukhoi Su-24 russo che era entrato nello spazio aereo turco. Putin denunciò una “pugnalata alle spalle da parte di complici di terroristi”. Ci fu qualche manifestazione a Mosca. La Russia impose alcune sanzioni economiche. Ma la terza guerra mondiale non scoppiò, malgrado il sostegno della Nato alla Turchia. Per contro, non c’è più stata alcuna violazione russa dello spazio aereo turco.

Di più su questi argomenti: