
Editoriali
Il silenzio di Saied su flottilla e Israele
Il leader tunisino, campione dell’odio contro lo stato ebraico, non parla dell'imbarcazione umanitaria diretta nella Striscia che ha ospitato nel porto di Sidi Bou Said
La guerra a Gaza ha accentuato la frattura tra i popoli arabi e le loro leadership. Se i primi chiedono un intervento concreto in sostegno dei palestinesi, i secondi rispondono con la cautela. Tra i governanti prevale la logica della realpolitik, che impone il basso profilo necessario a mantenere lo status quo, mantra intoccabile per ogni leader arabo. La Tunisia, che in questi giorni ha ospitato nel porto di Sidi Bou Said la flotilla umanitaria diretta a Gaza, non fa eccezione. E ha sorpreso fino a un certo punto il silenzio di un campione dell’antisemitismo come il presidente Kais Saied, sostenitore di grottesche teorie del complotto di matrice anti giudaica.
Ebbene, in tutti questi giorni il suo slancio anti israeliano si è ammutolito. Non una parola di sostegno alla carovana umanitaria, né una di condanna contro Israele per i presunti attacchi con drone – secondo la versione degli equipaggi – lanciati contro due imbarcazioni della flotilla.
I motivi della moderazione di Saied sono diversi.
Il primo rimanda alle pressioni americane. In questi giorni il Congresso degli Stati Uniti ha in esame una proposta di legge bipartisan che definisce quello guidato da Saied “un regime illegittimo” e prevede sanzioni e tagli agli aiuti economici e militari a beneficio di chiunque violi i diritti umani in Tunisia. Una batosta, per il paese che dal 2021 ha subìto un taglio pesante degli aiuti militari americani, passati da 191 milioni di dollari ad appena 68 milioni lo scorso anno.
C’è poi un altro tema. In Tunisia il tema dell’anti sionismo è appaltato esclusivamente alla propaganda di Saied. Fuori dal palazzo presidenziale, ogni manifestazione è attenzionata per timore che la causa dei Gazawi inneschi la rabbia di una società già colpita da crisi economica e sistema repressivo. E infine, se Saied dovesse dichiarare che Israele ha manovrato dei droni contro la flotilla in pieno territorio tunisino, si tratterebbe di un’umiliazione. Il presidente-dittatore dovrebbe rispondere a coloro che chiedono una reazione contro la violazione della sovranità nazionale da parte dello stato ebraico. Un’eventualità insostenibile, persino per un anti sionista – a parole – come Saied.