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A Bruxelles

Von der Leyen in difficoltà sullo stato dell'Unione punta su difesa e Gaza

David Carretta

La presidente della Commissione cerca di archiviare le critiche sui dazi e sull’inazione sul rapporto Draghi. In cima al suo discorso l'Ucraina e la difesa europea 

Bruxelles. Ursula von der Leyen si è presentata come la leader di una “Europa in lotta” nel suo discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo, nel giorno in cui la Polonia ha abbattuto droni russi entrati nel suo spazio aereo. “L’Europa è in lotta per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie”, ha detto von der Leyen, lanciando un appello all’unità tra stati membri e forze politiche pro Europa per sostenere l’Ucraina e costruire la difesa europea. Von der Leyen ha cercato invano anche di mettersi alle spalle le critiche per l’accordo sui dazi con Donald Trump, il silenzio su Gaza e l’inazione sul Rapporto Draghi. Il discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen ha fissato le priorità per l’anno a venire. Il contesto è una nuova èra in cui “non c’è semplicemente spazio o tempo per la nostalgia” perché “l’Europa deve battersi per il suo posto in un mondo in cui molte grandi potenze sono ambivalenti o apertamente ostili all’Europa”, ha avvertito la presidente della Commissione. Von der Leyen ha scelto di mettere l’Ucraina e la difesa europea in cima al discorso. “Abbiamo bisogno di più pressione sulla Russia per farla venire al tavolo dei negoziati”. Nei prossimi giorni sarà presentato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni.

Von der Leyen vuole accelerare l’uscita da gas e petrolio russi e colpire i paesi terzi che aiutano la macchina da guerra di Vladimir Putin (ma non ha fornito dettagli). La Commissione proporrà un nuovo programma per permettere all’Ucraina di produrre più droni, soprattutto fuori dal paese, con un’apposita alleanza e 6 miliardi di prestiti. I droni russi sulla Polonia sono una “violazione sconsiderata e senza precedenti”, ha detto von der Leyen, annunciando l’Eastern Flank Watch: un investimento nella sorveglianza dello spazio aereo alla frontiera orientale. “L’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio”, ha detto la presidente della Commissione, riprendendo uno slogan della Nato. Per fare in modo che i paesi dell’Ue siano pronti al rischio guerra entro il 2030, sarà presentata una road map al Consiglio europeo di ottobre. La Commissione istituirà un “semestre europeo della Difesa” sul modello del “semestre europeo” del Patto di stabilità che monitora le politiche fiscali.

Al di là della difesa, il discorso sullo stato dell’Unione è stato un esercizio di equilibrismo di von der Leyen per cercare di recuperare il consenso di socialisti elLiberali (e perfino dei Verdi), che negli ultimi mesi hanno minacciato di abbandonare la maggioranza con il Partito popolare europeo. Von der Leyen ha indurito la sua retorica contro il governo di Benjamin Netanyahu sull’offensiva di Israele a Gaza e l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Ha annunciato l’interruzione dei finanziamenti al governo israeliano (qualche milione di euro), sanzioni contro i ministri estremisti e sospensione parziale dell’accordo di associazione su questioni legate al commercio (ben sapendo che non c’è unanimità né maggioranza tra gli stati membri). Ai socialisti, von der Leyen ha offerto anche un piano per affrontare la crisi degli alloggi. Ai liberali ha annunciato iniziative sulla democrazia, lo stato di diritto e la libertà dei media (non è la prima volta). Il Ppe è rimasto sorpreso quando ha detto che il futuro dell’auto in Europa è “elettrico”. Sarebbe una vittoria per i Verdi. La presidente della Commissione ha cercato di convincere i deputati che l’accordo raggiunto con Trump sui dazi è “il migliore”, perché l’alternativa sarebbe stata il caos.

Il punto debole di von der Leyen rimane l’economia. Il Rapporto Draghi, presentato un anno fa, è rimasto in gran parte nel cassetto. “L’indipendenza dell’Europa dipenderà dalla sua capacità di competere negli attuali tempi turbolenti”, ha riconosciuto la presidente della Commissione. Ma le promesse sulle raccomandazioni di Draghi sono le stesse di quelle fatte quando ha presentato la sua nuova Commissione: un 28esimo regime per le imprese; accelerare sull’Unione dei risparmi e degli investimenti; far crescere tecnologie chiave come il quantum, l’AI o il biotech; aiuti per la produzione delle batterie; un pacchetto per le reti. I deputati non sono rimasti convinti. “Lei è stata in Scozia su un campo da golf a seppellire i rapporti Draghi e Letta”, ha detto la presidente del gruppo socialista, Iratxe García Pérez, a von der Leyen. “Meno comunicazione, più regolamenti”, ha insistito la leader dei liberali, Valérie Hayer. Anche il suo Ppe è dubbioso. “Sul Rapporto Draghi, ci sono alcuni annunci degni di nota” su telecomunicazioni ed elettricità, ma “la tabella di marcia per il mercato unico è necessaria ora, non solo per il 2028”, spiega al Foglio l’eurodeputato della Cdu, Andreas Schwab. L’effetto bandiera attorno all’Ucraina e alla difesa europea ha funzionato solo a metà.

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