Dietro le promesse di Gazprom

Micol Flammini

Attacchi dei droni ucraini e impegni con i cinesi. Capacità e limiti del gas di Mosca

Durante il Forum economico di Vladivostok, il capo del Cremlino, Vladimir Putin, ha detto che ci sono segnali di carenza di gas nell’Estremo oriente russo, per cui rifornire nuove imprese potrebbe risultare difficile, ma comunque si potrà passare alle riserve di carbone che “dureranno per quasi mille anni”.

   

Putin non ha spiegato perché la Russia si trova in difficoltà, tanto meno ha parlato dell’Ucraina che da mesi prende di mira le infrastrutture energetiche russe per indebolire la sua capacità finanziaria di Mosca e ha già creato una crisi della benzina che il Cremlino non ha potuto nascondere ai suoi cittadini in coda per i rifornimenti. Gli attacchi di Kyiv sono sempre più spettacolari, i droni raggiungono obiettivi in profondità e al capo del Cremlino non conveniva ammettere questa debolezza della Russia, così permeabile agli attacchi degli ucraini. Vladivostok è stata la prima tappa dal ritorno dalla Cina, in cui Putin ha celebrato la rinnovata e sempre più intensa amicizia con Xi Jinping. Gazprom, la controllata russa dell’energia, durante il soggiorno del presidente russo a Pechino  aveva annunciato la firma di un memorandum per la costruzione del gasdotto Sila Sibiri 2, per portare in Cina 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno. L’annuncio è risultato esagerato, mancano all’intesa dei dettagli importanti, uno tra tutti è il prezzo a cui vendere il gas ai cinesi. Putin avrebbe concordato con Xi anche di aumentare le forniture di gas attraverso il Sila Sibiri 1, il gasdotto già esistente che collega i due paesi. Ma Gazprom non avrebbe questa capacità. I due giacimenti che mandano il gas in Cina sono Chajanda e Kovytka, che  già riforniscono altre regioni russe. Il contratto di Gazprom con la Cina non risulta sostenibile, a meno che non venga chiesto l’aiuto di altri fornitori. I giacimenti di Chajanda e  Kovytka lavorano già a un ritmo più intenso di quello che potrebbero e la stima è che gli obiettivi di Gazprom renderanno possibile l’estrazione soltanto per i prossimi trenta anni. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)