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Per i trumpiani c'è una deriva autoritaria nel Regno Unito che li agita più dei regimi veri
Dopo l’arresto del comico Graham Linehan per commenti online, in Congresso Usa, Nigel Farage attacca i laburisti britannici e trova sponda tra i repubblicani contro la presunta deriva autoritaria in Inghilterra, ignorando però le repressioni di regimi ben più oppressivi
L’Amministrazione Trump è molto preoccupata per “l’allontanamento dai valori democratici” da parte del Regno Unito. Nel giorno in cui i regimi più violenti e più forti del mondo, i russi, i cinesi, i nordcoreani, gli iraniani, sfilavano uniti alla parata di Pechino, il dipartimento di stato americano si preoccupava di denunciare la deriva illiberale degli inglesi e degli europei, mentre al Congresso, invitato dai repubblicani, c’era l’aedo della destra sovranista e trumpiana del Regno, Nigel Farage, che poi ha incontrato il presidente americano, “l’amico” Donald Trump, e assieme a una corposa delegazione della Casa Bianca ha festeggiato l’apertura della redazione a Washington di Gb News, l’emittente che si posiziona come la Fox News britannica e che ospita anche una trasmissione condotta da Farage. Ad agitare i trumpiani e Farage è stato l’arresto di Graham Linehan, il comico irlandese fermato lunedì all’aeroporto di Heathrow per alcuni suoi commenti sui social media considerati “abusivi” e di “incitamento all’odio”, secondo le leggi sulla libertà d’espressione. Questi testi sono essenzialmente tre: il Malicious Communications Act del 1988, l’Human Rights Act del 1998 e il Communications Act del 2003 – cioè sono stati tutti pensati e scritti prima dell’arrivo dei social media e questa è una delle ragioni per cui la loro applicazione è tanto disastrosa. Nel 2023 è stato approvato dall’allora governo conservatore l’Online Safety Act, che chiede ai social media di intervenire contro il discorso d’odio, un’altra norma che viene applicata in modo vago, con esiti terribili.
Un articolo del Times dello scorso aprile diceva che, sulla base di dati raccolti dal giornale, la polizia britannica fa in media 30 arresti al giorno per messaggi online in violazione di queste leggi, cioè circa diecimila l’anno, una cifra talmente sproporzionata che, in occasione dell’arresto del comico, anche il capo della polizia e il ministro della Salute laburista hanno detto che bisogna riformare queste norme, è evidente che la polizia ha ben altri crimini, d’odio e non, da perseguire che star dietro a post online variamente offensivi. Ma per i trumpiani e per Farage quest’arresto è l’ultima conferma del fatto che il Regno Unito guidato dai laburisti è diventato liberticida. Il vicepresidente americano, J. D. Vance, nel suo indimenticabile discorso alla Conferenza per la sicurezza di Monaco, a febbraio, in cui aveva messo l’Europa illiberale in cima alle minacce per l’occidente e l’America, davanti alla Russia, aveva citato il Regno Unito come la bara della libertà d’espressione. Nel frattempo Elon Musk, che allora era ancora nelle grazie di Trump e s’era messo in testa di reingegnerizzare la politica europea tifando per i reazionari, aveva lanciato una campagna contro il premier britannico, Keir Starmer, accusandolo di essere un pedofilo e di avere più a cuore i migranti criminali che gli inglesi. Da questo fuoco amico oscillante tra l’accusa di estremismo woke e di rapacità pedofila, Nigel Farage, leader nazionalista del Reform Uk, è uscito indenne (quasi indenne: a un certo punto Musk si è disamorato pure di lui, ma Trump no) e rafforzato, nonché unico guerriero culturale benvoluto dai trumpiani.
Così Farage è stato invitato a Washington, al Congresso, per testimoniare davanti alla commissione Giustizia: “Non mi dà molta gioia essere seduto qui in America e descrivere la tremenda situazione autoritaria in cui siamo sprofondati – ha detto Farage – Fareste un favore a noi, a voi stessi e a tutte le persone che amano la libertà se i vostri politici e le vostre aziende dicessero al governo britannico: state sbagliando tutto. Quand’è che siamo diventati la Corea del nord?”. Non è andato tutto liscio, a Farage, in questo suo intervento. Jamie Raskin, democratico del Maryland, ha detto: “Chi avranno invitato i repubblicani a discutere delle minacce alla libertà di parola in tutto il mondo? Avremmo potuto ascoltare un dissidente russo parlare delle massicce violazioni della libertà politica da parte di Putin o della morte di Alexei Navalny”, o forse “un attivista cinese pro democrazia parlare degli attacchi del presidente Xi alla libertà di parola a Hong Kong, in Tibet e nello Xinjiang”, ma no, “i dittatori di tutto il mondo non hanno nulla da temere da questa audizione. I repubblicani l’hanno organizzata per attaccare i nostri alleati democratici in Europa. Il testimone principale non è un leader per i diritti umani, bensì un politico di estrema destra pro Putin che guida il partito Reform Uk”. Lo scambio tra i due poi non è stato edificante, ma in ogni caso Farage è andato via prima del previsto perché doveva fare la sua trasmissione su Gb News e un’intervista a Fox News.
I repubblicani si sono poi ritrovati al Ned’s Club per l’aperitivo organizzato da Gb News per festeggiare la nuova redazione americana: tra i 500 invitati, c’erano anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, e il segretario al Commercio Howard Lutnick. Farage ha detto agli ospiti: “Credo che la vittoria della Brexit abbia creato lo slancio che ha portato Trump alla Casa Bianca nel 2016. E ora il rimbalzo è all’inverso. Il vostro successo nel 2024 rimbalzerà su di noi, dandoci la speranza del cambiamento”. Paul Marshall, il proprietario di Gb News (e dello Spectator e del sito UnHerd) ha detto sempre rivolto ai repubblicani di andare ospiti sulla sua emittente, “diteci quel che state facendo per rivoluzionare il vostro paese”, e ancora: “Abbiamo bisogno di voi, veniteci a salvare”. Marshall, quasi in lacrime, ha citato Churchill e “il nuovo mondo” che salva il vecchio – ma solo se l’appartenenza politica e ideologica è la stessa.