
intervista esclusiva
Trump vuole un esercito forte a Kyiv. Meloni? Eroina. Parla il diplomatico ucraino Kyslytsya
Il primo viceministro degli Esteri, per cinque anni rappresentante permanente all'Onu, ci racconta i negoziati con Mosca, la mappa del Donbas di Trump e il sostegno europeo
Kyiv. Sergiy Kyslytsya, primo viceministro degli Esteri ucraino, vanta oltre trent’anni di esperienza diplomatica. “I negoziati non sono come il jazz, dove puoi improvvisare, sono una grande responsabilità”, afferma in un’intervista esclusiva al Foglio, concessa presso il palazzo del ministero in piazza Mykhailivska, nel centro di Kyiv. Per cinque anni, Kyslytsya è stato rappresentante permanente dell’Ucraina presso le Nazioni Unite. Durante le riunioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, si è spesso opposto duramente al rappresentante russo Vasily Nebenzya. Nel febbraio 2025, Kyslytsya è tornato a Kyiv, ricevendo un nuovo incarico al ministero degli Esteri. Quest’anno, come parte della delegazione ucraina, si è recato più volte a Istanbul per negoziati diretti con i russi. Durante uno di questi incontri, Vladimir Medinsky, a capo della squadra negoziale russa, ha dichiarato che la Russia era pronta a combattere a lungo, quindi gli ucraini “avrebbero perso altri familiari”.
È improbabile che la frase sia stata pronunciata per caso in presenza di Kyslytsya: il nipote del diplomatico ucraino è morto al fronte. Kyslytsya era presente anche all’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, svoltosi alla Casa Bianca il 18 agosto con la partecipazione dei leader europei. Non c’è stata alcuna pressione sulla parte ucraina riguardo allo “scambio di territori”, racconta il diplomatico. “Inoltre, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che si tratta di una questione che gli ucraini dovrebbero risolvere nei negoziati con la Federazione russa”. Di fronte a una mappa dell’Ucraina esposta alla Casa Bianca, Zelensky ha spiegato dettagliatamente a Trump come, quando e quali territori sono passati sotto il controllo russo. La mappa è stata preparata dagli americani, presentava alcune imprecisioni nella percentuale di territori occupati per ogni regione, “ma era molto dettagliata”, afferma Kyslytsya, secondo il quale è persino positivo che si trattasse di una versione americana della mappa: “Nessuno potrà più affermare che questa sia la visione della parte ucraina”, aggiunge. Zelensky ha detto a Trump che la stragrande maggioranza dei territori presi dai russi sono quelli occupati tra il 2014 e il 2022, e non tra il 2022 e il 2025. Durante questo incontro, Sergiy Kyslytsya ha infranto il protocollo e si è rivolto al presidente degli Stati Uniti, raccontando gli eventi di 11 anni prima. Il 12 marzo 2014, il diplomatico ucraino era seduto sullo stesso divano dello Studio Ovale di oggi. All’epoca, c’era Barack Obama e durante un incontro con gli ucraini si era espresso contro l’inizio di una guerra in Crimea. Questa conversazione ebbe luogo pochi giorni prima del referendum illegale sull’annessione della penisola, che alla fine fu occupata praticamente senza resistenza. L’Ucraina ha ricevuto le prime armi letali dagli Stati Uniti solo quattro anni dopo l’inizio dell’aggressione russa, nel 2018, durante la prima presidenza di Trump. “La percentuale di territori conquistati dai russi tra il 2022 e il 2025 non è così elevata rispetto a quella relativa ai tempi in cui l'Ucraina non riceveva un'adeguata assistenza dai paesi occidentali”, spiega Kyslytsya. “L’ultima conversazione alla Casa Bianca è stata a volte difficile”, ammette. Gli americani hanno presentato la loro visione, la parte ucraina ha mostrato le sue argomentazioni. Gli ucraini si sono preparati con cura, nonostante il vertice sia stato organizzato rapidamente. Prima di recarsi alla Casa Bianca, Zelensky ha incontrato a Washington l’inviato speciale di Trump, Keith Kellogg. “Kellogg ha dato alcuni consigli, la maggior parte li abbiamo preso in considerazione”, racconta Kyslytsya. Il viceministro afferma che molti in Ucraina ora criticano Trump per l’incontro con Putin in Alaska. Ma ritiene che la questione debba essere affrontata in modo più pragmatico. “Se questo è il prezzo da pagare per porre fine a questa guerra, allora Trump è stato bravo per aver costretto Putin ad andare negli Stati Uniti e a parlargli”, osserva Kyslytsya. Secondo le sue osservazioni, Trump è una persona molto astuta, in senso positivo. Controlla abilmente il corso della conversazione, ascolta attentamente le argomentazioni e dice ciò che pensa. “Dopotutto, lo stile diplomatico americano è fatto di un linguaggio diretto”, spiega il diplomatico.
Anche Zelensky è pronto a incontrare Putin, ma non c'è ancora una risposta chiara da Mosca. Ci sono solo dichiarazioni di Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri russo, che in un’intervista alla Nbc ha affermato che l’Ucraina deve prima soddisfare tutte le richieste di Mosca. “È un disco rotto, sentiamo queste parole da molti anni”, afferma Kyslytsya, che racconta come “parte della conversazione con europei e americani alla Casa Bianca riguardava cosa sarebbe successo se Putin avesse rifiutato un incontro bilaterale con Zelensky o un incontro trilaterale tra Zelensky e Trump”. Kyiv spera che gli Stati Uniti aumentino la pressione delle sanzioni sulla Russia. Il diplomatico ha una certezza: indipendentemente da come si evolveranno gli eventi, il fatto che Washington abbia già accettato di partecipare alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina è un punto di svolta. L’elemento chiave resta l’esistenza di un esercito ucraino forte, e questo è un elemento su cui concordano sia gli americani sia gli europei. “La dimensione del nostro esercito e la qualità delle nostre armi non è una questione russa, è una questione che riguarda l’Ucraina e i suoi partner”, spiega il funzionario ucraino.
A suo dire, la presenza dei leader europei alla Casa Bianca, inclusa la presidente del Consiglio italiano, è stata molto importante per il sostegno all’Ucraina. “Meloni è una supereroina”, osserva Kyslytsya con emozione. “Dice cose molto sobrie. Sarò felice se la maggior parte di queste cose verrà attuata”, spera.
Ma nonostante i buoni risultati della visita negli Stati Uniti, Sergiy Kyslytsya è cauto nelle sue previsioni. In fin dei conti, l’esperto diplomatico ha visto tutto. Per esempio, quando la Russia ha iniziato la sua presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel luglio 2024, ha organizzato un pranzo di gala per l’occasione e il menù includeva la “cotoletta alla Kyiv”. Il pranzo ha avuto luogo il giorno dopo il lancio di missili da parte della Russia contro l’ospedale pediatrico Okhmatdit di Kyiv. “Alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di quel giorno, molti paesi hanno stigmatizzato la Russia, e poi hanno partecipato al pranzo”, ricorda il diplomatico. “Il mondo è molto crudele e molto cinico”, conclude pragmaticamente il diplomatico.