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da Kyiv
A colloquio con Zelensky, che sa cosa cercherà di ottenere Putin in Alaska
Perché il presidente ucraino non può cedere il Donbas. Il piano di Kyiv sostenuto dagli alleati europei: cessate il fuoco incondizionato, negoziati con garanzie di sicurezza e discussione su questioni territoriali solo in presenza dell'Ucraina
Kyiv. I primi segnali sui risultati della visita dell'inviato speciale americano Steve Witkoff a Mosca sono stati piuttosto ottimistici. Il 6 agosto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiamato Volodymyr Zelensky e diversi leader europei. Anche Witkoff era presente a questa conversazione. Ha affermato che la Russia sembrava finalmente pronta per un cessate il fuoco. “E tutti durante la chiamata erano positivi sulla possibilità di un cambiamento del genere”, ha detto Zelensky in un incontro con i giornalisti a Kyiv il 12 agosto, a cui ha partecipato il Foglio. Quando però gli esperti di sicurezza nazionale americani e ucraini si sono parlati nei giorni successivi, è emerso che quella prima telefonata non aveva fornito tutte le informazioni perché la Russia ha posto le proprie condizioni per il cessate il fuoco: “Witkoff aveva detto che ci sarebbero state concessioni territoriali da entrambe le parti e che Putin probabilmente vuole che lasciamo il Donbas”, ha affermato il presidente.
L'Ucraina controlla ancora circa il 30 per cento della regione che la Russia cerca di conquistare dal 2014, comprese grandi città come Slavjansk e Kramatorsk, che si estendono per circa 9.000 chilometri quadrati. Tuttavia, la situazione in questa direzione è notevolmente peggiorata negli ultimi giorni. Diversi gruppi di soldati russi sono avanzati di 10 chilometri vicino a Dobropillya. Prima dell’incontro in Alaska, l’esercito russo cercherà di compiere nuove conquiste, Zelensky ne è certo, Putin lo farà per creare il contesto informativo necessario a dimostrare che la Russia sta vincendo questa guerra. Sebbene le perdite del suo esercito siano significativamente superiori a quelle dell’Ucraina per un rapporto di 1 soldato ucraino ucciso per ogni tre 3 russi. Il presidente fornisce un esempio: l’11 agosto 531 soldati russi sono stati uccisi uccisi al fronte e 428 sono stati feriti. Quel giorno l’esercito ucraino hanno avuto 18 morti, 79 dispersi e 243 feriti.
“Non lasceremo il Donbas”, ha dichiarato categoricamente Zelensky aggiungendo che le promesse di Putin non valgono nulla senza garanzie di sicurezza. “Il nostro territorio è stato occupato, gli ucraini vengono uccisi, e dopo mi dicono: ‘Ascolta, vuoi che ne uccidano altri dei tuoi? Dobbiamo andarcene’”. Secondo Zelensky, se, in cambio di un cessate il fuoco, l’Ucraina cedesse volontariamente a Putin i territori che non ha ancora conquistato, dove si trovano fortificazioni e alture difensive, la Russia riceverebbe un trampolino di lancio per preparare un nuovo attacco alle regioni di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Kharkiv.
Affinché la situazione negoziale superi un punto morto, Kyiv propone un piano semplice, sostenuto dagli alleati europei: in primo luogo, Ucraina e Russia concordano un cessate il fuoco incondizionato. Durante questo periodo, si potranno tenere negoziati, concordare garanzie di sicurezza e discutere questioni territoriali, ma solo con la partecipazione dell'Ucraina, e non senza di essa, osserva il presidente. Secondo Zelensky, per Putin, l’incontro con Trump in Alaska è una vittoria personale. Ha così rinviato l’introduzione di nuove sanzioni e uscirà dall’isolamento internazionale. Anche se i negoziati fallissero, il viaggio in territorio statunitense sarebbe di per sé un grande successo. “Ha bisogno di una foto dell’incontro con il presidente Trump”, ha spiegato Zelensky ai giornalisti nel suo ufficio in via Bankova. Ieri Zelensky è arrivato a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Friedrich Merz e partecipare a una videoconferenza con i leader europei, il Segretario generale della Nato e il presidente degli Stati Uniti. “Per me, la presenza dell’Europa, in una forma o nell’altra, è molto importante, perché finora nessuno, tranne l’Europa, ci ha fornito una prospettiva di garanzie di sicurezza”, ha osservato Zelensky.
Il presidente è consapevole che uno scenario negativo per l’Ucraina si può verificare in Alaska. Trump potrebbe sostenere qualche astuta idea di Putin e poi dichiarare che gli ucraini devono fare concessioni. Se Kyiv rifiutasse, l’Ucraina verrebbe accusata di non volere la fine della guerra. “Mi aspetto pressioni, ma non ne ho paura”, assicura Zelensky. Tuttavia, spera ancora che il presidente degli Stati Uniti agisca da una posizione di forza con Putin, si rifiuti di risolvere le questioni territoriali senza la partecipazione di Kyiv e mantenga gli aiuti militari, che ora saranno pagati dagli alleati occidentali. Il programma speciale Purl della Nato consente loro di acquistare armi americane per l’Ucraina per 1-1,5 miliardi di dollari al mese. “Il presidente Trump vuole davvero porre fine a questa guerra, e così anche l’Ucraina”, insiste Zelensky.

La telefonata da Berlino