
in alaska
"La posta in gioco è alta", dice Trump che sull'incontro con Putin frena gli entusiasmi
La felpa di Lavrov, le bandiere ucraine, la telefonata con Lukashenka, le prime dichiarazioni su Anchorage. Il capo della Casa Bianca decolla e dice: non sono qui per trattare per conto di Kyiv, ma per portare Putin e Zelensky al tavolo
I messaggi partono da subito: il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si presenta ad Anchorage, in Alaska con una felpa con su scritto: Urss (CCCP). Poi va davanti ai microfoni dei giornalisti per dire che i russi non si aspettano nulla, non sono in Alaska con delle aspettative ma per far capire la posizione russa, cosa che con l’Amministrazione Biden non è stato possibile fare.
Sergey #Lavrov’s answers to media questions, Anchorage:
— MFA Russia (@mfa_russia) August 15, 2025
We never try to anticipate the outcome of negotiations. What we do know, however, is that we have arguments we can contribute to the discussion and that our position is clear. We will present it.https://t.co/hBwFSEm9Xf pic.twitter.com/uamb1npPd4
Gli ucraini temono che la delegazione russa sia pronta per dare la solita lezioni di storia che da oltre tre anni impone come preambolo a qualsiasi negoziato. Prima di dare l’ordine di invadere l’intero territorio dell’Ucraina, il capo del Cremlino, Vladimir Putin, aveva scritto un saggio, "Sull'unità storica di russi e ucraini", in cui di fatto rivelava che non avrebbe permesso che l’Ucraina scegliesse da sola il proprio futuro, metteva in dubbio i confini del paese e dichiarava che russi e ucraini erano popoli inseparabili. Un anno dopo dalla pubblicazione, lanciò l'invasione totale. Il capo del Fondo russo per gli investimenti all’estero, Kirill Dmitriev, invece, annunciando il suo arrivo in Alaska ha riempito il suo profilo di X di immagini di bandiere russo-americane. Si è fatto intervistare dalla Cnn per dire che le possibilità di cooperazione economica tra Russia e Stati Uniti sono tante e non vanno sprecate. Lavrov e Dmitriev portano due messaggi contrapposti, provocazione e offerta, fanno tutte e due parte dello stesso gioco diplomatico. Lungo la strada verso gli alberghi, la delegazione russa ha trovato una folla di manifestanti con le bandiere ucraine.
Sui social ha iniziato a girare un video proposto dai propagandisti di Mosca: due ballerini vestiti dei colori americani e russi che ballano sulle note di “Maybe I maybe you” degli Scorpions.
Before the meeting between President Trump and Putin, Russian propaganda released a video in which a pair of dancers symbolize Russia and the United States.
— Anton Gerashchenko (@Gerashchenko_en) August 15, 2025
The footage features "historical episodes of U.S.-Soviet alliance", with all the Soviet "achievements" predictably claimed… pic.twitter.com/yuhtroxjKr
Nel frattempo, i giornalisti russi arrivati ad Anchorage, non avendo trovato posto negli alberghi e sono stati sistemati nell’edificio dell’Alaska Airlines Center, su brandine e con divisori riesumati dai tempi del Covid. Per le sanzioni, i russi in Alaska non possono usare il roaming, quindi sono dipendenti dal wi-fi e a causa del blocco alle chiamate imposto dalla Russia nei giorni scorsi su WhatsApp e Telegram, i contatti sono particolarmente difficili e ristretti.
Putin è partito ieri da Mosca e lungo il cammino ha fatto sosta a Magadan, città nell’estremo oriente della Russia. Donald Trump ha lasciato la Casa Bianca scrivendo su Truth: “La posta in gioco è alta”. Dentro all'Air Force one il capo della Casa Bianca ha detto di non andare in Alaska per negoziare per conto di Kyiv, ma per portare Putin e Volodymyr Zelensky al tavolo e che nessun affare sarà possibile con Mosca finché la guerra non sarà risolta. Si è svolta poi una telefonata fra Trump e il dittatore bielorusso Aljaksandr Lukashenka, è stato lo stesso presidente americano ad annunciarne l'esito e definendola "splendida". I due hanno discusso del vertice in Alaska e della liberazione di 1.300 detenuti politici. A giugno, il generale Keith Kellogg, inviato speciale per l'Ucraina che non sarà presente ad Anchorage, era andato a Minsk per negoziare con Lukahsnka la liberazione degli attivisti e manifestanti messi nelle carceri della Bielorussia, un paese con un numero molto alto di detenuti politici. L'incontro aveva portato come risultato il rilascio anche di Siarhei Tilhanouski, il blogger che aveva sfidato Lukashenka nelle elezioni del 2020. Durante la telefonata, Trump è stato inviato a Minsk da Lukashenka.
Prima del decollo del presidente americano, è stata pubblicata la lista dei nomi dei componenti della delegazione di Washington. Sono con Trump:
- il segretario di Stato Marco Rubio,
- l’inviato speciale ben noto ai russi Steve Witkoff,
- il segretario al Commercio Howard Lutnick,
- il direttore della Cia John Ratcliffe,
- il capo del Pentagono Pete Hegseth,
- il segretario al Tesoro Scott Bessent,
- la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt,
- la capo di gabinetto Susie Wise e suo vice Dan Scavino.
La delegazione di Putin è composta da Lavrov, Dmitriev, il consigliere per la politica Estera ed ex ambasciatore negli Stati Uniti Yuri Ushakov, il ministro della Difesa Andrei Belousov, il ministro delle Finanze Anton Siluanov e Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino. Ieri Peskov ha detto che ad Anchorage non verrà firmato nulla.
Per approfondire:
I profili pubblici e personali di chi ambisce alla pace con Kyiv o a prendere ancora tempo. Tra i soliti noti già confermati e chi è tuttora in bilico: facce e storie di chi sarà al tavolo di Anchorage
Mosca non ha mai smesso di investire nell'Artico e ora in Alaska vuole prospettare un’area di cooperazione per far ripartire i rapporti tra i due paesi
Dai dazi alla legge di bilancio, dal caso Epstein all’immigrazione, sono tanti i dossier su cui la base trumpiana è insolitamente inquieta e poco in sintonia con il presidente. I fantasmi di cui deve liberarsi ad Anchorage
Per Charles Kupchan, professore di Georgetown, esperto di relazioni internazionali che ha lavorato per Obama e Clinton, l’incontro non cambierà gli equilibri: il leader del Cremlino punta a espandersi e “rompere” politicamente l’Ucraina, mentre il presidente americano cerca un compromesso che difficilmente Kyiv accetterà senza garanzie di sovranità
Il presidente russo "sta prendendo tempo" dice il politologo Ian Bremmer. La sua intenzione sarebbe quella di posticipare o respingere le minacce tariffarie dell'Amministrazione statunitense
C'è un convitato liquido al vertice in Alaska: il petrolio. Un approccio mercantile a Washington, una questione esistenziale a Mosca
Perché il presidente ucraino non può cedere il Donbas. Il piano di Kyiv sostenuto dagli alleati europei: cessate il fuoco incondizionato, negoziati con garanzie di sicurezza e discussione su questioni territoriali solo in presenza dell'Ucraina. Colloquio con Zelensky
Il ruolo di Kirill Dmitriev e le suggestioni dietro la scelta dell'Alaska come luogo del vertice. L'Artico come promessa del Cremlino a Trump per convincerlo ad abbandonare l'Ucraina e abbracciare una futura collaborazione tra Usa e Mosca fatta di investimenti
Com'è negoziare con Putin, raccontato da chi l'ha fatto davvero: Matteo Renzi. "Paradossalmente, nell’incontro di venerdì, cosa dirà Putin è più prevedibile di quello che farà Trump”, ci dice l'ex premier