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Editoriali

L'ambasciata bunker che la Cina vorrebbe costruire a Londra

Redazione

Il governo chiede trasparenza da parte di Pechino, per il rischio di una minaccia alla sicurezza. Il valore della trasparenza nelle democrazie liberali esiste ancora

 

La vicenda della mega ambasciata cinese progettata da Pechino nella Royal Mint Court, a due passi dalla Torre di Londra e da infrastrutture strategiche cruciali, è già da tempo un caso politico nel Regno Unito. La leadership cinese insiste nel volere l’autorizzazione al trasloco della sede diplomatica, e a novembre dello scorso anno il primo ministro Keir Starmer aveva detto al leader Xi Jinping di essere intenzionato a dare il via libera al progetto. Solo che il dibattito è ancora aperto. Ieri il governo inglese ha esplicitato per la prima volta una delle questioni più dirimenti del caso, e che riguarda l’abitudine alla scarsa trasparenza di Pechino, che rischia però di trasformarsi in una minaccia alla sicurezza. La vicepremier e ministra dell’Edilizia, Angela Rayner, è stata costretta a scrivere una lettera alla diplomazia cinese chiedendo disegni non oscurati e omissis nei progetti, oppure una chiara spiegazione delle sezioni redatte — in particolare degli edifici “Cultural Exchange Building” e “Embassy House” — entro due settimane, pena un possibile rifiuto della richiesta di costruzione. Il termine ultimo per una decisione definitiva, ha scritto il Financial Times, è fissato per il 9 settembre.

Alcune parti della piantina consegnata alle autorità inglesi mostravano delle stanze della mega ambasciata oscurate, con la dicitura: “Omesso per motivi di sicurezza”. Ora però Londra vuole che il principio di trasparenza si applichi anche al progetto cinese. Nel frattempo, le associazioni di esuli, dissidenti e ragazzi di Hong Kong scappati dalla repressione sono terrorizzati dal fatto che quella gigantesca ambasciata possa trasformarsi nel quartier generale dell’intelligence cinese non solo nel Regno Unito, ma in tutta Europa. Il governo Starmer è sotto ricatto – soprattutto economico – da parte della Cina, e sarà interessante capire quale decisione prenderà. Nel frattempo, una prima lezione a Pechino deve essere arrivata: la trasparenza nelle democrazie liberali è ancora un valore.

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