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la guerra russia-ucraina
Putin colpisce l'Ucraina da ogni lato, ma è insoddisfatto dei risultati
L’offensiva russa è martellante, ma Mosca non ha ancora raggiunto i suoi obiettivi contro Sumy. Si muove nel Donetsk con tutto ciò che ha. Fotografia del fronte
Kyiv. L’estate scorsa, le Forze armate ucraine hanno attraversato il confine con la Russia occupandone parte del territorio. Domani sarà trascorso un anno dall’inizio dell’operazione Kursk che, tra i suoi obiettivi, annoverava il blocco dell’offensiva russa sulla città di Sumy. In un anno di feroci combattimenti, l’esercito russo è riuscito a riconquistare quasi tutte le posizioni perse e a respingere le truppe ucraine, ma non è riuscito a creare una zona cuscinetto nella regione di Sumy. Sebbene questo fosse uno degli obiettivi dell’offensiva estiva del 2025, “finora, i loro tentativi in questa direzione sono falliti”, afferma l’esperto militare Denis Popovich. Le truppe russe pianificavano di avanzare il più vicino possibile alla città di Sumy in modo da esporla agli attacchi dei droni e dell’artiglieria per creare nella città in prima linea una situazione simile a quella che vive Kherson, quotidianamente esposta agli attacchi di droni.
“Finora, il loro piano nella regione di Sumy non è stato attuato”, ha dichiarato Popovich al Foglio. Tuttavia, nella regione di Donetsk, la situazione sta diventando molto pericolosa per le forze di difesa ucraine, soprattutto nella direzione di Pokrovsk. L’attacco alla città dura da circa un anno: “Penso che Pokrovsk resisterà fino alla fine dell’estate, ma non so cosa succederà dopo”, ammette Popovich. Gruppi russi di sabotaggio e ricognizione hanno iniziato a penetrare in città nell’ultimo mese. Si tratta di piccoli gruppi da 2 a 6 persone che cercano di nascondersi in scantinati ed edifici. “Una volta hanno inviato fino a 12 persone”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per il quale tutti questi gruppi sono stati finora annientati, ma i loro raid continuano. Secondo la 3ª brigata operativa Spartan, che fa parte della Guardia nazionale ucraina, è stato recentemente registrato che i russi hanno inviato una donna per assaltare la direzione di Pokrovsk: “Durante i combattimenti attivi abbiamo visto molte cose: soldati d’assalto con le stampelle o sotto l’effetto di droghe, ex detenuti, ma non era mai accaduto che vedessimo una donna”, hanno riferito, aggiungendo che anche lei è stata eliminata. Nell’ultimo mese, secondo gli analisti, i russi hanno ottenuto un successo tattico nella direzione di Pokrovsk e stanno esercitando pressione sulla città da più parti per bloccarne la logistica. Anche la situazione intorno a Kostjantynivka, nella regione di Donetsk, si sta aggravando, con il nemico che avanza a Chasiv Yar. “Se le truppe russe catturassero Pokrovsk, cercherebbero di avanzare ancora in direzione della regione di Dnipropetrovsk; se cadesse Konstantinovka, inizierebbe un’offensiva su Slavjansk e Kramatorsk”, prevede Popovich. In direzione di Kharkiv, la pressione sulla città di Kupjansk continua, mentre a Zaporizhzhia i russi hanno quasi occupato l’insediamento di Kamianske. In totale, secondo il progetto Osint DeepState, a luglio 2025 la Russia occupava 564 chilometri quadrati di territorio ucraino, circa la stessa quantità di giugno.
A Kherson, secondo Denis Popovich, l’esercito russo non ha ancora alcuna possibilità di attraversare il fiume Dnipro e lanciare una nuova offensiva sulla città. Ma da oltre un anno la popolazione civile viene bombardata senza sosta. Mezzi pubblici, auto e passanti sono sotto tiro. Il 2 e 3 agosto, i russi hanno danneggiato il ponte che conduce al microdistretto di Korabel. Se dovesse crollare a causa di ulteriori bombardamenti, un’intera parte della città rischierebbe di rimanere bloccata sull’isola, il che causerebbe problemi di approvvigionamento e di logistica per questo le autorità raccomandano di evacuare Korabel il prima possibile. A sua volta, l’Ucraina continua ad attaccare il territorio russo. Il 2 agosto, i droni hanno raggiunto un impianto di radioelettronica a Penza, una raffineria di petrolio nella regione di Samara e l’aeroporto di Dyagilevo a Ryazan.
Tutto ciò avviene sullo sfondo del processo di negoziazione tra Russia e Ucraina, che non ha prodotto molti risultati, a parte lo scambio di prigionieri. Dopo le dichiarazioni di delusione nei confronti della leadership russa e un nuovo ultimatum, Donald Trump ha nuovamente inviato il suo rappresentante speciale Steve Witkoff in Russia per convincere Vladimir Putin ad accettare un cessate il fuoco. Il 31 luglio, il diplomatico americano John Kelly, parlando davanti a 15 membri del Consiglio delle Nazioni Unite, ha affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di far sì che Ucraina e Russia raggiungano un accordo per un cessate il fuoco e l’instaurazione di una pace duratura entro l’8 agosto. “È giunto il momento di concludere un accordo”, ha affermato. Ma già il 1° agosto, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di essere pronto a porre fine alla guerra in Ucraina solo se Kyiv ritirerà completamente le sue truppe dalle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia e rinuncerà alla Nato. Esige che l’Ucraina rinunci anche ai territori che la Russia non ha ancora occupato. La situazione sul fronte ucraino è difficile, ma non corrisponde a ciò che Putin vuole.