
Non solo esercitazioni militari congiunte. L'asse Pechino-Mosca
Cina e Russia rinsaldano l’asse militare con le annuali esercitazioni navali nel Mar del Giappone. Tokyo osserva con cautela mentre aumenta la pressione su cielo, mare e Spazio. Lezioni da prendere
Dovrebbero andare avanti per tutta la giornata di oggi le esercitazioni navali congiunte fra Cina e Russia che sono iniziate domenica scorsa nel Mar del Giappone. Da tredici anni, le Forze armate cinesi e quelle russe si addestrano attorno alle acque territoriali giapponesi, ma mai come quest’anno le esercitazioni a fuoco vivo appaiono come una risposta diretta alle minacce di Donald Trump, che venerdì scorso ha ordinato a due sottomarini nucleari di avvicinarsi alla Russia. L’interoperabilità delle marine militari cinesi e russe ha già raggiunto un discreto livello, ma secondo i rispettivi comunicati le esercitazioni di questi giorni sono servite anche a “migliorare la capacità antisommergibile”. Il rafforzamento dell’asse fra Pechino e Mosca è uno dei principali motivi di attrito della diplomazia internazionale con la leadership cinese, ma dimostra anche che tutte le offerte di dialogo da parte della Cina arrivano da una posizione ben precisa, vicino alla Russia.
Venerdì scorso, mentre Trump minacciava Putin e il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev con i sottomarini nucleari, a Pyongyang, nella capitale nordcoreana, per la prima volta gli ambasciatori cinese e russo celebravano l’ottantesimo anniversario della resa giapponese durante la Seconda guerra mondiale con un evento congiunto. Il ricevimento si è svolto all’ambasciata cinese di Pyongyang con una retorica e una scelta di linguaggio particolari. Secondo diversi osservatori Pechino e Mosca sembrano voler sovrapporre definitivamente anche la storia della Repubblica popolare e dell’Unione sovietica di ottant’anni fa, mettendo sullo stesso piano la sacralità della Grande guerra patriottica riscritta da Putin alla altrettanto sacra Guerra di resistenza dall’aggressione giapponese rivisitata da Xi – in attesa del 3 settembre, quando a Pechino arriverà Vladimir Putin per la parata militare di Xi Jinping. Le tensioni fra i due paesi e l’allontanamento degli anni del cosiddetto split sino-sovietico sono archiviati.
Ma il Giappone, il nemico che accomuna la storia dei due leader autoritari, è oggi uno dei paesi più esposti allo show di muscoli congiunto di Cina e Russia. Quattro navi cinesi, tra cui i due cacciatorpediniere lanciamissili Shaoxing e Urumqi, stanno partecipando alle esercitazioni insieme alle navi russe in un’area dell’oceano molto circoscritta di fronte al porto di Vladivostok, che dista meno di settecento chilometri in linea d’aria dalla costa occidentale del Giappone. Qualche giorno fa, nel porto dell’Estremo oriente russo, per la prima volta è arrivato non a caso un sottomarino della Marina dell’Esercito popolare di liberazione: secondo le fotografie diffuse si tratterebbe di un classe Changcheng, un sommergibile a propulsione diesel – quasi un segnale di distensione, visto che in molti si aspettavano il dispiegamento di mezzi molto più aggressivi, perfino un sottomarino nucleare. A differenza di altre volte, quest’anno il ministero della Difesa giapponese non ha fatto dichiarazioni sulla minaccia rappresentata dalle esercitazioni di questi giorni, e c’è un motivo.
Una settimana fa, le Forze di autodifesa giapponesi hanno presentato le loro prime linee guida per rafforzare la Difesa dei satelliti giapponesi nello Spazio, in risposta ai “satelliti killer e armi antisatellite” che sarebbero allo studio da Cina e Russia. I media più vicini alla leadership cinese hanno reagito accusando Tokyo di distorcere i fatti e di voler “militarizzare lo Spazio”. Il governo nipponico cerca di mantenere i toni bassi, anche perché il sentimento antigiapponese sta avendo un nuovo revival in Cina, tanto che ieri il capo di gabinetto del governo di Tokyo, Yoshimasa Hayashi, ha chiesto a Pechino di imporre pene più severe contro chi aggredisce cittadini giapponesi sul territorio cinese – una settimana fa una donna è stata colpita da una pietra nella stessa città, Suzhou, dove un anno fa era stato attaccato uno scuolabus di bambini giapponesi.
Ma la pressione militare contro il Giappone è in aumento anche da parte della Russia: secondo i dati del ministero della Difesa di Tokyo, nei mesi fra l’aprile del 2024 e il marzo del 2025, il Giappone ha effettuato un totale di 704 scramble (così si definisce il decollo di aerei da combattimento per intercettare un aereo non identificato) contro aerei russi che violavano o si avvicinavano troppo allo spazio aereo nipponico. La maggior parte delle incursioni russe avvengono sulla costa nord-occidentale dell’isola, mentre quelli cinesi si concentrano sulle isole sud-occidentali del Giappone, “con un numero elevato di transiti nello spazio aereo attorno all’isola di Miyako”, che si trova perfettamente a metà strada fra Okinawa e Taiwan.